Nell’annunciare i risultati finanziari dell’anno appena concluso, Salesforce fa il punto sullo sviluppo e le sfide che l’azienda sta affrontando nel diffondere il proprio modello anche in Italia. Il fatturato 2021 ufficializzato pochi giorni fa raggiunge i 21,5 miliardi di dollari facendo registrare una crescita del 24% su base annua.
“Un anno fa nessuno avrebbe mai potuto prevedere cosa sarebbe accaduto e se da una parte la pandemia ha frenato il business a livello mondiale, dall’altro in questi dodici mesi ha accelerato una trasformazione digitale che avrebbe richiesto almeno tre anni di tempo, il che ci rende incredibilmente orgogliosi per il lavoro svolto nell’aiutare le aziende e le comunità di tutto il mondo nel nuovo contesto”, afferma nella nota Federico Della Casa che da poco ha lasciato l’incarico di Country Leader per l’Italia per assumere quello di Senior Vice President Sud Europa, Settore Pubblico.
La flessibilità e la completezza della piattaforma hanno certamente rappresentato un elemento determinante in questo percorso.
“Il futuro del lavoro sarà ibrido”, spiega Paolo Bergamo, Senior Vice President Product Management di Salesforce. ”Il 69% delle persone dichiara che la pandemia ha imposto cambiamenti che saranno permanenti. Si continuerà a lavorare prevalentemente da casa ma per essere veramente smart la piattaforma tecnologica sarà sempre più fondamentale per garantire alla aziende di continuare a essere Customer Centric anche da remoto”.
D’altra parte il consumatore oggi è sempre più esigente e chiede di instaurare relazioni digitali con le aziende. Vuole essere riconosciuto per poter ricevere offerte e servizi personalizzati.
“In queste prime settimane ho potuto toccare con mano che Fiducia, Innovazione, Successo del Clienti e uguaglianza sono valori realmente vissuti in Salesforce”, dichiara il nuovo Country Manager Mauro Solimene. “L’ascolto del cliente e la qualità delle relazioni sono veramente un carattere distintivo. Le aziende che lavorano con noi lo hanno capito e molte hanno accelerato i loro percorsi di trasformazione digitale partendo proprio dal CRM”.
Un successo che passa anche e soprattutto attraverso la qualificazione delle terze parti, il team italiano lo ha capito e allora ecco il raggiungimento di un altro primato: l’ecosistema italiano è primo per crescita in tutta EMEA con +53% di certificazioni all’interno delle aziende partner. Un risultato che lo porta a essere il terzo per dimensioni in Europa.
Ma i partner giocano un ruolo importante anche nella creazione di nuove competenze. Salesforce Italia ha capito già più di due anni fa che attraverso le triangolazioni con i propri partner e con le università si potevano sia creare nuove risorse sia dare una risposta a tutte quelle aziende alla ricerca di competenze che spesso non riescono a trovare. Da qui le numerose collaborazioni con una ventina di università italiane: SDA Bocconi, Università Ca’ Foscari Venezia, Università di Cagliari, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi di Catania, Università Cattolica del Sacro Cuore, IULM e 24ORE Business School solo per citarne alcune.
“Le iniziative lanciate negli ultimi tre anni hanno portato complessivamente alla formazione di oltre 3.000 studenti che poi in maniera diretta o indiretta sono entrati a far parte dell’ecosistema Salesforce”, conclude Marco Marcone, Regional Vice President Alliances & Channel Power l’Italia. “Secondo la ricerca IDC Salesforce Economy, entro il 2024 l’ecosistema Salesforce arriverà a creare in Italia 10,1 miliardi di dollari di nuovi ricavi e 21.360 nuovi posti di lavoro diretti e 43.000 posti di lavoro indiretti di aziende clienti e partner che a loro volta avranno bisogno di nuove professionalità”.