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Pubmatic, dalle modifiche all’IDFA nuove opportunità per coinvolgere i consumatori mobile

Lucia Guarino, Associate Director PubMatic

In questo articolo Lucia Guarino, Associate Director di PubMatic, ci parla delle conseguenze che le nuove modifiche alla privacy di Apple su iOS possono avere sul marketing mobile.

“L’aggiornamento 14.5 di Apple per iOS ha spinto inserzionisti e altre piattaforme (in particolare Facebook) a cercare di comprendere come tracciare gli utenti che bloccano l’IDFA (Apple ID for Advertisers). Un altro aggiornamento – iOS 15 – è arrivato lo scorso 20 settembre e ha portato con sé ulteriori restrizioni in termini di dati di localizzazione e indirizzi IP.

Secondo noi, tuttavia, queste scelte potrebbero rappresentare una grande opportunità per offrire agli advertiser audience di maggiore valore. Negli ultimi mesi, PubMatic ha valutato l’impatto dei cambiamenti delle policy dell’IDFA studiando circa 1 trilione di bid programmatic giornaliere, comprese informazioni accessorie quali impression, fatturato e dati eCPM.

I buyer si sono affrettati a spostare il programmatic advertising sui dispositivi Android a causa delle nuove restrizioni IDFA? I numeri dicono di sì. Da maggio a luglio, la quota di spesa delle app mobile su Android è salita dal 54% al 63%, mentre il valore degli investimenti pubblicitari su iOS è sceso dal 46% al 37%.

Ma la strada verso la tutela della privacy sta ancora cambiando.

L’impatto iniziale del roll-out di iOS 14.5 ha ridotto di 30 punti percentuali la presenza dell’IDFA nelle richieste di annunci pubblicitari. Mentre l’adozione di iOS 14.5 è cresciuta tra gli utenti rendendo le restrizioni più diffuse, circa il 40 percento di essi ha accettato le richieste di annunci con opt-in, e il trend è destinato ad aumentare. Certo, i clienti iPhone desiderano che i loro dati siano al sicuro e sono anche disposti a ricevere annunci sotto restrizioni di app-tracking in cambio di una sorta di ritorno per guardarli.

Le app stesse contengono una quantità di dati comportamentali e contestuali su audience e individui, e la scelta dell’opt-in supporta un targeting accurato.

Ogni inserzionista è conscio del fatto che i consumatori che concedono il permesso di ricevere annunci sono sempre più preziosi di quelli che accettano volumi di messaggi senza limiti (la nostra ricerca ha svelato che il loro valore è doppio rispetto a questi ultimi). I clienti dell’App-Store con Opt-in lo sono ancora di più perché gli utenti iOS tendono ad avere un reddito più elevato rispetto a quelli Android, e la loro spesa è anche più alta nei verticali che corrispondono ai loro interessi e al loro uso delle app.

Solo per il fatto che gli utenti dell’App Store ora devono concedere il permesso di essere tracciati non significa che non ci siano miriadi di modi per gli inserzionisti di raggiungerli e coinvolgerli. È fondamentale capire quali consumatori raggiungere e come.

Per esempio, gli utenti che scaricano applicazioni gaming o aziendali dall’App Store sono più propensi a decidere di ricevere annunci, secondo l’analisi di PubMatic. Queste audience vogliono conoscere i nuovi prodotti, le ultime notizie e i giochi, e consentono di essere targettizzate. Al contrario, gli utenti che usano le app per gestire budget o investimenti personali su iPhone tendono a voler mantenere le informazioni private.

Fare un uso ottimale delle informazioni ottenute dagli utenti che optano per il tracciamento è un gioco da ragazzi. La finestra per capitalizzare queste opportunità mirate di impression a basso costo e ad alto valore non rimarrà aperta all’infinito. Gli inserzionisti, le loro agenzie e i partner editoriali diventeranno presto più accorti sui nuovi approcci al mobile engagement”.

Qui il report completo per maggiori dettagli sullo studio relativo all’impatto dell’IDFA.