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Libero Mail e Virgilio Mail sono ancora irraggiugibili, ma crescono le proteste delle associazioni dei consumatori nazionali. E una deputata della Lega propone una class action

I  problemi con le mail di Libero e Virgilio non solo non si risolvono ma si aggravano per le conseguenza ‘minacciate’ dalle numerose associazioni dei consumatori nazionali. E per l’intervento di una deputata della Lega.

Ma riassumiamo prima la situazione a grandi linee. Dalla sera di domenica si sono manifestati disguidi sul sito di proprietà di Italiaonline, che hanno portato gradualmente al blocco di circa 9 milioni di persone che non riescono ad accedere alla propria casella di posta elettronica. Si tratta degli utenti che possiedono account Libero e Virgilio, entrambi riconducibili alla società Italiaonline. Dopo un ritardo di qualche ora, la società si era fatta viva con un comunicato di scuse, confermando il proprio massimo impegno al riguardo. Impegno che non ha però portato alla soluzione e che ha costretto Italiaonline a diffondere oggi un altro comunicato ribadendo che sta “lavorando incessantemente da ormai diverse ore per risolvere un problema infrastrutturale inaspettato e imprevisto e che non è dipeso da sistemi sviluppati di Italiaonline. Possiamo rassicurare, come già scritto sui nostri portali e touchpoint digitali, che i nostri utenti sono stati in questa situazione di emergenza, e continueranno ad essere sempre, la nostra priorità. L’attuale situazione non è dipendente da attacchi cyber esterni“.

Queste dichiarazioni sono state poi integrate da un altro comunicato, in cui si spiegava che “nelle scorse settimane, al fine di offrire un servizio sempre migliore e sempre più aggiornato, abbiamo introdotto un’innovativa tecnologia di storage a supporto delle nostre caselle mail, fornita da un vendor esterno, un produttore di tecnologie di storage utilizzato da alcune delle più grandi società al mondo. Purtroppo, un bug del sistema operativo ne ha compromesso il corretto funzionamento e, di conseguenza, quello delle caselle di posta presenti su di esso. Il vendor sta lavorando incessantemente per la risoluzione del problema, creando un fix per la soluzione della problematica, con il supporto di tutti i nostri team interni. Trattandosi però di un bug a livello di sistema operativo, la soluzione sta richiedendo i tempi tecnici di sviluppo, con l’obiettivo primario di tutelare l’integrità dei dati”.

Oltre a essere ben poco rassicuranti sulle tempistiche di intervento, queste parole stanno dando la stura a una pletora di interventi per richieste di risarcimento da parte della associazioni dei consumatori italiane, di cui non si può valutare la reale consistenza.

Dall’Associazione Italiana Consumatori Indipendenti all’Associazione Difesa Consumatori (Adiconsum), dal Codacons alla Federconsumatori tutti minacciano richieste di indenizzo per le 72 ore di black out, o addirittura una class action di cui andrebbe valutata la fondatezza. Nel frattempo ‘distribuiscono’ moduli di richesta danni’ da inviare al gestore.

Comunque la richiesta di una class action è stata ripetuta anche da Simona Loizzo, deputata della Lega e membro della commissione cultura della Camera, che è balzata sul caso sottolineando come “moltissimi utenti, anche con profili professionali, hanno ricevuto un danno notevole alle loro attività. Per questo mi auguro che venga proposta una class action a tutela dei danni ricevuti e che si agisca tempestivamente. Invito anche Agcom ad aprire un fascicolo per poter capire le reali responsabilità”.

AgCom che nel caso ha brillato per la propria assenza…