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L’Auditel si adegua alla CTV: rilevata in tempo reale la sostituzione di uno spot addressable e allungato a 28 giorni il periodo per il TSV. La TV analogica si uniforma a quella digitale

Andrea Imperiali, Presidente Auditel

Ora Auditel è in grado di rilevare la sostituzione, in tempo reale, di uno spot pubblicitario erogato in modalità lineare, con uno indirizzato a un singolo utente (addressable advertising) e, quindi, di consentire valutazioni delle campagne pubblicitarie al netto di tali sostituzioni. Si tratta di un’ulteriore importante innovazione – al momento avviata per la tecnologia satellitare ma presto disponibile per tutte le tecnologie trasmissive – sviluppata da Auditel nell’ottica del costante processo di convergenza tra TV tradizionale e digitale.

L’addressable advertising rappresenta uno strumento molto prezioso per gli utenti pubblicitari e per i broadcaster. Consente, infatti, di sostituire uno spot lineare, trasmesso a tutti, con un altro indirizzato in maniera differenziata tra diverse tipologie di telespettatori; e di veicolare, perciò, messaggi affini alle preferenze delle famiglie e dei singoli, senza fare ricorso ad affollamenti addizionali.

Una comunicazione, quindi, che innova fortemente le campagne TV giacché non solo differenzia i messaggi e la loro intensità in base alle caratteristiche sociodemografiche del nucleo familiare e ai suoi stili di vita, ma permette anche di customizzare i contenuti per aree geografiche o a supporto del retail, massimizzando così la forza della campagna ed evitando dispersioni.  Un’altra novità, poi, caratterizza il costante percorso di innovazione di Auditel: da lunedì 31 maggio, infatti, è stata allargata la finestra temporale del Time Shifted Viewing (TSV) ovvero dei programmi della TV lineare visti in un momento successivo alla messa in onda.

Fino al 30 maggio Auditel, nel conteggiare gli ascolti, teneva conto della visione differita entro 7 giorni dalla messa in onda: ora la finestra temporale valida per la misurazione si allarga fino a 28 giorni. E ciò per soddisfare tre esigenze fondamentali. Innanzitutto recuperare una parte importante di ascolto non attribuito: infatti, la visione oltre il settimo giorno, in passato piuttosto marginale, è andata crescendo di importanza in parallelo con l’evoluzione tecnologica che ha caratterizzato e sta caratterizzando il mercato e i consumi TV. Poi allineare le metriche televisive tradizionali a quelle digitali, che permettono l’attribuzione degli eventi di visione su contenuti trasmessi anche molto in là nel tempo. E infine adeguare le metriche Auditel a quelle dei principali omologhi europei.