Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di DIGITOUCH
È finito il 2022. Che anno è stato per voi?
È stato un anno complessivamente molto positivo: siamo cresciuti sull’Area Mercato e su tutte le tre linee di business (Tecnologia, Marketing ed Ecommerce), abbiamo completato la realizzazione del modello MTE mantenendo una marginalità del 16% e, soprattutto, abbiamo centrato il nostro piano industriale arrivando a fine anno a un EBITDA prossimo ai 7,5 milioni di euro.
È stato un anno in cui si sono verificati anche degli eventi chiave non attesi: abbiamo iniziato in modo importante a fare business nella PA, ottimizzando la nostra capacità di gestione delle gare, e abbiamo finalizzato l’acquisizione di MobileSoft, leader italiano nelle mobile app.
Devo dire che siamo anche riusciti a rinforzare il team con una serie di nuove entrate molto importanti, quindi ci approcciamo a questo nuovo anno come una delle realtà in maggior crescita nel mondo del digital business service e con grandissimo ottimismo.
Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri?
Da un punto di vista finanziario ed economico abbiamo centrato l’obiettivo annunciato all’inizio dell’anno, condiviso con il mercato, con gli investitori, con gli analisti, con la stampa e con i nostri dipendenti. Come anticipato, infatti, abbiamo raggiunto i 7,5 milioni di EBITDA, un numero davvero importante, con una marginalità molto alta, anche superiore a quelle che sono le medie di mercato, grazie a una grande efficienza e a un controllo della supply chain, dei processi, delle proposte e dei costi. Il secondo obiettivo raggiunto è stato quello di aver compreso il mercato che va verso l’integrazione delle competenze e del perimetro di offerta (Marketing, Tecnologia e Ecommerce quindi si uniscono), verso l’outsourcing (la nostra visione di cloud marketing risulta perciò sempre più reale e concreta), verso l’ampliamento delle competenze dei provider (più il mercato cresce, più i provider devono essere grandi a sufficienza per riuscire a essere di supporto alle esigenze dei clienti). Non è più un mercato in cui conta la micro-competenza, bensì l’ampiezza del provider e il perimetro di offerta. Il terzo obiettivo, quindi, è rappresentato dall’acquisizione di MobileSoft, che è stata estremamente importante per noi da un punto di vista di perimetro, e dall’ingresso nel mondo della Pubblica Amministrazione.
Contingenza a parte, che cosa augurate al vostro comparto per il nuovo anno, insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?
Il nostro settore è un settore che cresce, è sempre cresciuto e continuerà a crescere. Lavoriamo nei servizi delle tecnologie digitali e, al di là del ciclo economico, sono aree di investimento in cui, anche nei momenti di recessione, si va a investire. Onestamente siamo fortunati, siamo dei privilegiati e dobbiamo esserne consapevoli. Il prossimo anno ci auguriamo che l’impatto del PNRR sia ancora più incisivo di quanto non sia stato quest’anno e che ci siano sempre più gare e opportunità di distribuire incarichi ed effettuare progetti congiunti con terze parti.
Auguro, inoltre, al nostro comparto che è costituito da tecnologie emergenti (come la Blockchain, l’Intelligenza Artificiale, tutto il mondo dell’Insuretech) di diventare sempre più maturo, rilevante e impattante per le filiere industriali in modo tale da agevolare il normale andamento dell’economia, ma anche di dare a noi maggiori opportunità di sviluppo. E auguro, come terzo elemento, che il mondo dei talenti possa svilupparsi più velocemente perché abbiamo grandissima necessità di persone brave che devono venire a lavorare insieme a noi e insieme ad aziende come la nostra.
In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?
I nostri clienti, che appartengono a tutti i settori industriali (dalla finanza al retail, al pharma, ai consumer goods), hanno per certi versi una problematica comune: quello della digitalizzazione. In più, stanno progressivamente aumentando gli investimenti nella tecnologia e la quota di beni e servizi distribuiti digitalmente, quindi devono anche incrementare le competenze tecnologiche e digitali. Questo è un fenomeno estremamente rilevante che non era previsto in modo così consistente circa vent’anni fa. Qui le aziende hanno due opportunità: dato il tasso tecnologico e di innovazione e le esigenze che devono fronteggiare o si trasformano tutte in grandi software house, per certi versi snaturando la propria economia, la propria natura, la propria struttura, oppure appaltano a società esterne lavorando con partner e fornitori che possono andare a gestire in una logica di outsourcing o di cloud marketing, come noi lo interpretiamo, parti della filiera produttiva.
Ecco, questo è un grande trend. I clienti più sono grandi e più cercano di esternalizzare parti della filiera a professionisti che possono gestire tecnologia e innovazione allo stesso tempo. Professionisti che devono essere grandi abbastanza da soddisfare un certo ambito dimensionale, quindi che abbiano un’offerta ampia e che non parcellizzino in centinaia di fornitori. Quindi cambia la natura del fornitore digitale che diventa centrale nella filiera produttiva industriale, infatti, tutte le aziende del nostro settore stanno crescendo in modo importantissimo. Credo che questo sia un destino indubbiamente per noi evidente: continueremo a crescere grazie a questa esigenza tecnologica dei nostri clienti e che aumenta anno su anno.
La vostra prossima sfida?
Abbiamo tre obiettivi nel prossimo biennio. Il primo è di continuare a consolidare la strategia dell’Area Mercato e di riuscire a guardare sempre più da vicino i 100 Mln di fatturato. 100 Mln con un bilanciamento equo tra Marketing, Tecnologia e Ecommerce è la nostra visione, la nostra promise land. Spero che ci arriveremo presto, in modo organico e tramite acquisizioni, ma rimane il nostro punto di riferimento. Uno dei nostri obiettivi è quindi quello di raggiungere i target e aumentare la massa dimensionale. Il secondo obiettivo è quello di innovazione: riuscire a sviluppare competenze sempre diverse, più rilevanti per il mercato, crescere su aree tecnologiche oggi emergenti, ma che domani diventeranno la prassi – Intelligenza Artificiale, Blockchain e tutto il mondo dell’Insuretech – e soprattutto tutte le aree che oggi sono oggetto di studio e sviluppo, ma che in futuro diventeranno mainstream. Il terzo obiettivo fondamentale è quello del talent management delle persone. Vogliamo creare in Digitouch un contesto lavorativo ideale dove le persone possano trovare un riscontro importante per le proprie ambizioni professionali, ma anche un ambiente di lavoro consono, divertente, libero, flessibile, dove si possa mettere a frutto il proprio talento e la propria creatività. Non è facile, ma abbiamo sia il mood sia le capacità e la mission giusta per farlo e credo che le nostre 350/400 persone attuali ci aiuteranno tantissimo a crescere ulteriormente.