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Cannes Lions 2013/Pannese: nel Promo & Activation 2 argenti e 4 bronzi e penso avrebbe potuto andare ancora meglio. Brava l’Italia, soprattutto perché sono 5 differenti agenzie e non una che fa il botto. E bravo il giurato, perché spiegare contesti e lavori cambia

Ne è certo il nostro Luca Pannese, creative director di Saatchi & Saatchi e giurato Promo & Activation, volendo subito precisare come secondo lui qualche cosa di più l’avrebbero pure potuto portare a casa le campagne Ceres di Bcube, Cinzia di Leo Burnett, Fiorucci di McCann, Unhcr di Y&R  e Lexus di Saatchi & Saatchi.

Ma in ogni caso contento dei risultati raggiunti, che  parlano di un’Italia capace che ha bisogno di veder aumentare il numero dei clienti del calibro di quelli che le hanno fatto meritare questi leoni. Significativi per la nostra industry perché rappresentanti il lavoro di cinque differenti agenzie per cinque differenti brand. Augurandosi che possano servire da esempio. Oggi, infatti, chi ha coraggio emerge. E non si tratta di averne poi tanto, perché in un momento di tale cautela anche un piccolo passo in più può creare km di distanza, tanto il resto è omologato e cauto.

Insomma, le nostre agenzie sanno lavorare bene. In una categoria in cui meno del 10% delle campagne iscritte è entrata in shortlist e in cui il presidente di giuria Rob Schwartz esordì condividendo la responsabilità di aprire le prime serate di premiazione, avendo un ruolo diretto sui parametri con cui impostare l’intera edizione del Festival, un medagliere così fa ancora più onore.

A tal proposito ci siamo anche complimentati con Pannese per quanto portato a casa dalla campagna Coordown firmata dalla sua agenzia. Difficile, infatti, convincere in una seconda edizione, dopo l’exploit dell’anno scorso. E lui a risposta ha citato l’intelligenza del cliente e la modernità del nuovo progetto traslato in twitter e Facebook, seppur sottolineando come per servire l’obiettivo ci si è calati maggiormente nel contesto locale, che sfugge all’oro.

Tanto che interrogato sulle tendenze che questo Cannes disegna, in primo luogo cita il dialogo tra aziende e consumatori, in secondo il fare delle idee più grandi della pubblicità, che se portate nel mondo renderebbero ogni suo luogo migliore (il Grand Prix a Ogilvy Brasil ne è esempio lampante. Ps se l’è giocata testa a testa con  ‘Dumb Ways to Die’  e con Dove Real Beauty Sketches. Ma ha vinto perché nessun altro avrebbe potuto vincere solo nel Promo & Activation. Insomma, perché rappresenta a meraviglia questa categoria), infine la verità (vendere la fuffa non convince più).