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Ecco l’anteprima del programma del nuovo presidente Assorel Andrea Cornelli: la mia sarà un’associazione che ragiona da impresa. Scouting alla ricerca di start up che generino valore aggiunto per gli associati. Creazione di Assorel Young e soprattutto visione: le rp non sono erogatori di servizi, ma consulenti. Con il digital integrato all’analogico, perchè trattarlo a parte è riduttivo

Questa l’estrema sintesi dei sei punti (da erogatori di servizi a consulenti; protezione legale e tutela professionale; rapporti con le altre associazioni nazionali e internazionali; coinvolgimento giovani; revisione struttura organizzativa e operativa con logiche da impresa; rivoluzione digital pr & social) programmatici identificati dal neo presidente Cornelli quali fondamentali per la svolta, da realizzare subito nel primo biennio, già annunciando che il progetto prevede poi estensione successiva puntando a portare a termini azioni concrete in ambito formazione, finanziamenti, visibilità e reputazione, regole, misurazione e risultati. Facendo, dunque, immediatamente outing della necessità di poter esplicare il programma su 2 mandati, tempo necessariamente consono alla realizzazione degli scopi.

Peraltro complimentandosi con la candidata Filomena Rosato (vicepresisente assieme a lui nei 4 anni della presidenza Facchetti) per il lavoro svolto e applaudendo al ritorno di una sana competizione, visto che da tempo non si assisteva a elezioni con due candidati.

Il tutto, mettendo pure fine alla discussione solo apparentemente dicotoma tra appartenenza ad agenzia indipendente e network internazionale. In un mondo in trasformazione, globale e interconnesso, poter avere uno sguardo worldwide è plus, soprattutto per un’associazione che comunque rappresenta solo headquarter italiani, dunque realtà che operano e si confrontano  con il contesto nazionale. Come dire, impariamo a esaltare una visione che porta Michelangelo nelle vene, ma che conosce e che si appropria del nuovo, interpretando e concretizzando una propria e distintiva via.

Che per le rp parla di riappropriazione del proprio ruolo di consulenti capaci di creare strategie adeguate ai tempi (basilare consolidare anche nei clienti questa percezione), tenendo conto, a monte, di analogico e digitale. Insomma, basta parlare di crisi, parliamo di consapevolezza del cambiamento, senza paura per eventuali invasioni di campo, con l’orgoglio di sapere che, nonostante nella cronaca della comunicazione abbiano preso più spazio gli ingombri finanziari di volume, le rp guardano a quelli di qualità, nella loro capacità di costruire storytelling  e visioni prospettiche, dunque essere top of mind come generatori di contenuti strategici.

Non a caso, la costituzione in Assorel di un pool di esperti ad hoc, nell’obiettivo di aiutare i clienti a orientarsi nel mondo digital-social, troppo spesso estremizzato o a strumento da aggiungere al tradizionale o a panacea che sovrasta tutto.

Non solo, annunciata la creazione di un Assorel Young, indipendente, ma interfacciata all’associazione madre, per attrarre e dare voce ai talenti under 32.  Così come la revisione della struttura operativa e organizzativa Assorel in direzione imprenditoriale, con massima focalizzazione sugli obiettivi e sulla capacità di garantire servizi innovativi, grazie allo scouting di start up capaci offrire agli associati moduli e servizi differenzianti.