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Womenximpact 2021, parola alle protagoniste. Mirella Orsi, Science Writer: i cambiamenti climatici incidono maggiormente sulle donne e una maggiore presenza delle donne nei processi decisionali è aspetto cruciale per strategie realmente efficaci

In attesa dell’edizione 2021 di WomanXImpact al via il prossimo 30 settembre, a Bologna e on line, dalla voce delle sue protagoniste il senso di un Summit made in Italy che vuole creare la community femminile più grande del mondo. Le donne non sanno fare sistema? Se vorresti rispondere sì, è il caso di ricrederti.

Perché hai deciso di diventare speaker di Womenximpact e perché è importante che ci sia in Italia una manifestazione di questo tipo?

Sono molto felice di essere parte di Womenximpact con un tema così centrale per il nostro futuro come i cambiamenti climatici. Penso che una manifestazione che riunisce settori tanto diversi tra loro e punta all’eccellenza, all’innovazione e alla condivisione di idee ha certamente tutte le potenzialità per diventare un’occasione importante di confronto su temi di interesse nazionale e internazionale.

Cosa vuoi lasciare come messaggio prioritario al pubblico che ti ascolterà?

La crisi climatica in atto rappresenta probabilmente una delle più grandi sfide che il nostro mondo abbia mai affrontato. In questo contesto, è importante sottolineare quanto il cambiamento climatico e diseguaglianza di genere siano due tematiche estremamente connesse. Nel 2014, la Conferenza delle Parti (COP) stabiliva il Lima Work Programme con l’obiettivo di promuovere azioni per il clima sensibili al genere nell’ambito del lavoro del segretariato dell’UNFCCC. Durante la COP25 nel 2019, veniva inoltre adottato anche un Gender Action Plan per guidare un processo di mainstreaming di genere nello sviluppo di politiche legate al clima. Insomma, sembra ormai fondamentale includere una prospettiva di genere alle azioni da intraprendere in termini di mitigazione e adattamento non solo perché i cambiamenti climatici incidono maggiormente sulle donne ma soprattutto perché una maggiore presenza delle donne nei processi decisionali sembra essere un aspetto cruciale per determinare strategie realmente efficaci.

Nel tuo specifico settore, c’è ancora bisogno di parlare di problemi legati alla parità di genere? Se sì, perché e in che modo pensi si possano trovare delle soluzioni?

Anche se iniziamo a vedere sempre più donne ricoprire ruoli chiave, come nel caso della recente nomina della presidente del CNR, questo non significa che non esistono più problematiche legate al genere sia in ambito scientifico sia in ambito giornalistico. In alcune settori scientifici, ad esempio, la percentuale di donne è ancora troppo bassa e sussistono inoltre molti pregiudizi e stereotipi che ostacolano e rallentano il percorso lavorativo delle donne.  Secondo me, c’è ancora bisogno di parlare di parità di genere ma, soprattutto, è necessario trovare nuovi modi di comunicare tali problematiche. Persiste la convinzione errata infatti che quando una donna è discriminata è un problema solo delle donne, in realtà, la perdita del talento, della creatività e dell’ingegno di metà della popolazione mondiale è un danno per tutti.

Il tuo maggior successo e il tuo maggior fallimento e cosa hai imparato da entrambi?

L’unico modo di non fare errori è non fare nulla quindi ben vengano i fallimenti ma anche i successi ovviamente. Trovo difficile stabilire quale è stato fin ad ora il mio maggior successo quello che posso dirti è che spero di conservare sempre la convinzione che il successo non sia un motivo per fermarsi ma solo un motivo per continuare a camminare.

Chi è Mirella Orsi
E’ una Science Writer, comunicatrice e divulgatrice scientifica. Laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, si occupa di giornalismo e comunicazione scientifica nel Regno Unito e in Italia.  Suoi servizi giornalistici sono stati pubblicati su la Repubblica, Science Nutshell, Il Bo Live, Science Cafè e OggiScienza. Divulgatrice e comunicatrice, è impegnata in progetti transdisciplinari e multidisciplinari che favoriscano la diffusione della conoscenza scientifica e l’eliminazione delle disparità di genere in campo scientifico e sociale. Membro della National Union of Jounalists in U.K. (NUJ), dell’Association of British Science Writers (ABSW) e dell’Associazione Donna e Scienza, è stata docente di giornalismo scientifico in corsi di formazione per giovani promossi dall’Unione Europea.

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