In attesa dell’edizione 2021 di WomanXImpact al via il prossimo 30 settembre, a Bologna e online, dalla voce delle sue protagoniste il senso di un Summit made in Italy che vuole creare la community femminile più grande del mondo. Le donne non sanno fare sistema? Se vorresti rispondere sì, è il caso di ricrederti.
Perché hai deciso di diventare speaker di WomenXimpact e perchè è importante che ci sia in Italia una manifestazione di questo tipo?
In primo luogo, perché rappresenta molti dei valori condivisi attraverso la mia attività e la mia community su Instagram, che è volutamente women only, soprattutto empowerment femminile e community. In secondo luogo, per condividere con forza un messaggio comune a tutte noi, e cioè che in ogni momento, anche nel peggiore dei momenti, siamo sempre in grado di rialzarci e di ricominciare il nostro percorso di crescita. Perché è importante avere in Italia un evento come questo? Potrei parlarne per ore in questo momento. Con il mio lavoro ho la fantastica opportunità di interfacciarmi con centinaia di donne giornalmente; mi collego online con molte di loro proprio perché il mio lavoro consiste nell’aiutarle a trasformare le loro aspirazioni e i loro sogni in fiorenti attività di business, ed in questi ultimi mesi devo dire che ho visto tanta rassegnazione: rassegnazione perché hanno i figli a casa e non riescono a concentrarsi, rassegnazione perché la loro attività viene chiusa a intermittenza ogni volta che cercano di ripartire, rassegnazione perché in questo momento così difficile, con l’intera famiglia a casa, con l’attività costretta ad essere chiusa, e senza adeguati sostegni, pensano anche di non potercela fare, di dover mollare, perché si sentono sfinite…e perché più consultano i social e più si sentono impotenti e imperfette: si giudicano, si interfacciano e si comparano con gli altri, pensando talvolta di non potercela rifare. Ecco perché abbiamo bisogno di questo evento oggi in Italia: perché c’è bisogno di un messaggio forte e positivo, foriero di speranza, di ispirazione e di tanta voglia di guardare oltre i confini, ma soprattutto c’è bisogno di un palcoscenico che sia in grado di dimostrare che tutto ciò è possibile, e cioè che ognuno di noi può ancora realizzare i desideri e i sogni che ha sempre inseguito.
Cosa vuoi lasciare come messaggio prioritario al pubblico che ti ascolterà?
Questa domanda necessita di un’introduzione, perché il messaggio prioritario da lasciare al pubblico sarà molto legato alla mia esperienza professionale. Infatti, si chiamerà Mindset shift proprio per questo, perché nel Febbraio 2020, dopo tanti anni di confusione, di ansie e di ripensamenti, ho deciso di passare da un ambiente lavorativo corporate, in grandi aziende di moda luxury, a un’attività imprenditoriale di marketing e di mentorship digitale. Perché? Perché non ero felice e soddisfatta. Ecco perché il mio messaggio sarà legato al coraggio, e alla convinzione che, nonostante gli ostacoli e gli insuccessi, è sempre possibile realizzare i propri sogni, se si lavora duramente e si sa con chiarezza cosa si vuole. Ma è necessario un cambiamento, affinché i sogni di ognuna di noi non rimangano sogni per tutta la vita: un Mindset shift, appunto, che sia in grado di sbloccare lo spirito di autorealizzazione che è in tutti noi, che ci liberi della paura, a volte paralizzante, di poter fallire, e che ci porti, infine, alla convinzione che, per auto superarsi, nella vita, bisogna vivere nel costante allenamento delle proprie capacità: progettare e realizzare, sperimentare e imparare, ripetere e ancora ripetere, fino a quando la sequenza successiva di azioni non sia migliore della precedente.
Nel tuo specifico settore, c’è ancora bisogno di parlare di problemi legati alla parità di genere? se sì, perché e in che modo pensi si possano trovare delle soluzioni?
La mia opinione è che in Italia siamo ancora molto distanti dal vero significato di questa parola: lo dice una persona che per anni ha dovuto sopportare colloqui con la classica (e odiosa) domanda ‘Ma tu ti sposerai? Vuoi avere dei figli? Sei fidanzata?’. Quindi, ritengo che in qualsiasi settore lavorativo si dovrebbe parlare più spesso dei problemi legati alla parità di genere, anzi, più che parlarne, bisognerebbe proprio educare l’intera popolazione, oltre che i (e le) dirigenti aziendali, a valutare solo i meriti delle donne con le quali interagiscono, evitando domande sulla loro voglia di fidanzarsi o di fare figli. Sicuramente, come soluzione comunicativa, si dovrebbero favorire certamente eventi come WomenXImpact in larga scala, in tutto il territorio nazionale. Ma si dovrebbe pensare anche a qualche incentivo per le aziende, come per esempio bonus o decontribuzioni per quelle aziende che garantiscano, a parità di livelli e di meriti, stipendi uguali per entrambi i generi, e molto altro. Sono, comunque, molto felice, perché il digitale, in questo periodo particolarmente difficile, sta dando la possibilità a tantissime donne di riscattarsi con delle soddisfazioni professionali online, e di questo ne sono estremamente felice.
Il tuo maggior successo e il tuo maggior fallimento e cosa hai imparato da entrambi?
Penso che il mio maggiore successo non sia ancora arrivato, perché ho ancora molto da realizzare in questo settore. Ho avuto, sì, tanti successi, e sempre più grandi, con la mia attività, però non posso ancora dire di aver toccato il mio livello massimo di soddisfazione. Credo, comunque, che il mio maggior successo sarà far capire a tutte che, in ogni caso, il pieno successo, nella vita e nelle professioni, non è mai definitivo, così come non è mai fatale qualunque fallimento: è il coraggio di continuare che conta Il mio maggiore fallimento, invece, è stato non avere creduto, per un lungo periodo di tempo, in me stessa e non avere dato impulso ai miei sogni molto tempo prima. Da questo ho imparato due lezioni. La prima, molto chiara e ineludibile, è: le sconfitte devono contribuire a far conoscere e a superare i propri limiti. Solo così è possibile capire e individuare quali competenze, quali skills o quali azioni saranno necessarie per conseguire il prossimo risultato sperato. La seconda, altrettanto chiara, è: non bisogna aver paura di riconoscere un proprio fallimento. Solo così si riesce a circoscrivere la portata del fallimento al singolo episodio accaduto, senza trarne una valutazione negativa sulla propria persona. In altre parole, riconoscere di aver fallito in qualcosa, non significa sentirsi o essere dei falliti. Significa solo analizzare, con lucidità e coraggio, le cause di quella specifica sconfitta, per trarne gli opportuni insegnamenti che permettano di compiere un salto in avanti nel percorso di nuovi e più ambiziosi obiettivi.
Chi è Carolina Daunisi:
Ho 33 anni e sono una business mentor. Sono laureata in Fashion Marketing, e durante tutto il mio percorso ho anche fatto un Master in Social Media marketing alla Bocconi SDA. Mi sono formata in coaching e a breve anche in PNL, e Branding. Oggi, per mezzo della mia metodologia, ho trasformato oltre 130 clienti, libere professioniste, imprenditrici, che oggi raggiungono obbiettivi mai immaginati attraverso il digitale, e per mezzo del mio movimento #effettosaetta connetto una community tutta al femminile di oltre 2500 persone, che ha come proposito quello di ispirare, dare energia e mostrare che ogni donna è una saetta! Ma non è sempre stato così, infatti il mio background è il mondo corporate. Ho lavorato per quasi otto anni in aziende del settore lusso a Milano, ma pur amando il mio lavoro sapevo già da tempo che non era quello che volevo fare per sempre, non era il mio proposito di vita. Infatti, dopo mesi di studio, di lavoro e di molto coraggio, nel febbraio 2020 ho aperto la mia attività. La mia più grande conquista, insieme all’apertura nel Novembre 2020 dell’academy online. Oggi come mentore, il mio compito giornaliero è quello di dare forza, sostegno e strumenti adeguati alle mie clienti, per far loro raggiungere gli obiettivi che si prefiggono e per mostrare che con preparazione e forza di volontà si può fare tutto.