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Me Too nelle agenzie, We Are Social “condanna qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamenti inappropriati” e si autosospende da UNA. Arduini: “Fino a chiarimento dei fatti, passo necessario a tutela e garanzia del comparto”

A seguito delle testimonianze emerse negli ultimi giorni, relative a molestie sessuali e abusi subiti in ambito lavorativo da molte professioniste del mondo della pubblicità, le oltre 250 agenzie dell’associazione UNA, Aziende della comunicazione unite, rispondono con una ferma condanna e inaccettabilità della fotografia emersa.

Da una stima del Centro Studi UNA del 2021, la industry della comunicazione è composta da circa 36.000 aziende, che operano nel territorio nazionale. Molte realtà della comunicazione associate non si riconoscono in questo fenomeno, ma le rivelazioni attuali non lasciano dubbi sul fatto che esso sia parte della nostra industry. E’ ancora più urgente e necessario affrontare il fenomeno, assumendoci le nostre responsabilità.

UNA prende atto e recepisce l’autosospensione di We Are Social dallo status di associata UNA e del Consigliere Ottavio Nava, Regional Lead EU Area e Co-Founder & Ceo, We Are Social Italy and Spain dai ruoli istituzionali ricoperti in UNA. Riteniamo necessario questo passo, a tutela e garanzia di tutto il settore e della stessa WAS, che avrà la possibilità di chiarire l’accaduto”, afferma in una nota Davide Arduini, Presidente UNA. “Molte aziende hanno già intrapreso da anni percorsi importanti di diversità, equità e inclusione, definendo linee guida e adottando codici di controllo e prevenzione dei comportamenti. Quello che vogliamo fare è creare percorsi applicabili a tutte le agenzie associate, anche le più piccole, affinché si abbia sempre più cura delle relazioni che si sviluppano all’interno dei luoghi di lavoro nel rispetto di ogni singola lavoratrice e ogni singolo lavoratore, tutelandone la diversità e la dignità”.

“Alla luce delle vicende che We Are Social sta affrontando nelle ultime ore abbiamo deciso, pur con rammarico, di autosospendere il ruolo della nostra agenzia e la mia carica di Consigliere all’interno di UNA – Aziende della Comunicazione Unite e, fino a che la vicenda non sarà pienamente chiarita”, commenta Ottavio Nava di We Are Social. “Come già ribadito pubblicamente, We Are Social condanna qualsiasi forma di discriminazione e atteggiamenti inappropriati. Come azienda nel corso degli ultimi anni abbiamo messo in atto numerose iniziative affinché il benessere e la tutela delle persone siano al primo posto. Visti i nuovi elementi emersi abbiamo definito ulteriori azioni, tra cui un’indagine affidata a un ente terzo”.

“Confermiamo con forza che la nostra associazione si impegna quotidianamente nel rendere ancora più chiari ed espliciti i principi etici e di trasparenza verso i lavoratori, i clienti, i fornitori e tutti i portatori di interesse”, prosegue Arduini. “Sono per noi valori fondativi in cui vogliamo specchiarci per riconoscere le qualità della nostra professione, soprattutto in questo periodo storico. Siamo già al lavoro affinché il nostro statuto, il nostro codice deontologico e il codice etico diventino propulsori sempre più efficaci di una cultura della responsabilità sociale verso la nostra community di riferimento. Il cui maggior pregio proviene proprio dal riconoscimento e dalla valorizzazione della differenza”, conclude Arduini.

UNA, pertanto, è al lavoro per ulteriormente rafforzare percorsi di formazione sul tema diversità, equità e inclusione e per l’istituzione di partnership importanti con centri e associazioni terze che offrono servizi di sostegno e ascolto.