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Marco Faccio, Hub09: “Sono stato sindaco di Torino per un giorno”. Il primo aprile. Giorno del ‘pesce’ e giorno del suo compleanno. Un comunicato stampa ha innescato il tutto. I media hanno abboccato, la politica pure. Peccato fosse uno scherzo. “Sono un pubblicitario e questa è stata solo una bella campagna”. Non ci resta che riflettere

Per chi chi se la fosse persa, raccontiamo brevemente la storia di questo pesce d’aprile dalle stesse parole usate dal suo protagonista, Marco Faccio, per riassumerla nel suo profilo Facebook. E siccome è sempre brutto sputare sentenze o predicare morali, la cosa migliore è che ognuno leggendola tragga le sue debite conclusioni. Che certo, estrapolando il tutto dall’ambito specifico di quel territorio, delle fazioni in oggetto e del ruolo dei media, ci induce ad allargare al valore ecumenico dell’episodio portandoci a riflettere sul ‘livello’ a cui la contemporaneità rischia di cadere.

“Storia di un pesce d’aprile che potrebbe far riflettere. Era solo uno scherzo. Nient’altro che uno scherzo organizzato con Paolo Ranzani e altri amici. Non mi candiderò a sindaco di Torino, ho ancora tanto da fare col Movimento Grandi Minuti.  Ringrazio i molti che mi hanno scritto di essere pronti a votarmi e consiglio loro di cercare aiuto al più presto, magari una approfondita visita psichiatrica?

I fatti: visto che la sinistra torinese non è in grado di esprimere un candidato unico che fronteggi quello della destra (che per altro si chiama Damilano e già ti chiedi: ‘come fa Torino ad avere un sindaco Damilano?’) e si perde in simpatici quanto arzigogolati balletti inconcludenti, il 31 sera abbiamo lanciato un comunicato stampa che annunciava una sorta di primarie per individuare il candidato sindaco del centro sinistra tra le Sardine. I giornali ovviamente hanno abboccato (ecco alcuni titoli, ad esempio su Repubblica, Corriere, La Stampa). La fantasia speculativa poi ha completato l’opera, facendo individuare nella mia persona il futuro sindaco.

Nessuno era a conoscenza dello scherzo, se non Mattia Santori (un po’ perché sapevamo che sarebbe stato messo in croce, un po’ per evitargli un infarto in giovane età). Sono le 7 del mattino, accendo il cellulare, centinaia di messaggi, WhatsApp, chiamate. Ha funzionato!

Adesso, al di là del fatto che il 1 di aprile è il mio compleanno e qualche regalo devo pur farmelo e che in tempo di pandemia se non tieni alto l’umore son dolori, devo dire che l’andamento della vicenda mi ha colpito veramente molto. Non tanto per la reazione dei media, che in questo marasma non sanno più a cosa credere, o per quella delle persone, talmente affamate di un punto di riferimento da accettare anche il più improbabile, quanto per quella scomposta di molti addetti ai lavori che si sono agitati incredibilmente, senza neppure la lucidità di chiedersi come fosse possibile che questa candidatura spuntasse proprio il primo di aprile. Siamo stati accusati di voler frammentare la sinistra. Cioè, litigano come furie, non riescono a mettersi d’accordo su nulla, hanno più correnti dell’oceano Atlantico e a dividere la sinistra saremmo noi…

Insomma, era solo uno scherzo, solo uno stupido scherzo, ma spero vivamente che faccia riflettere qualcuno. Abbiamo bisogno di una sinistra che si occupi delle persone, della città, del Paese e che la smetta di perdersi dietro tristi balletti di potere e strategie contorte e fallimentari.

Sono solo un pubblicitario e questa è stata solo una bella campagna. E questa volta il cliente siamo noi, i cittadini, quelli che aspettano un candidato vero, competente e credibile”.

Questo il finto comunicato che ha innescato il tutto:

UN SINDACO SARDINA PER TORINO.  Abbiamo pazientato, pazientato tanto.

Si sa, le Sardine son così, pesci cheti che si muovono in branco, compatti e attenti a ciò che accade. Basta una vibrazione sospetta nell’acqua e la palla devia repentinamente il proprio corso creando riflessi d’argento che confondono un eventuale nemico.

Ecco, ora il nemico è troppo vicino per non reagire con immediatezza, per non confondere le acque e fuggire dalla sorte peggiore.

Usciamo dalla metafora e resta il vuoto, il vuoto rappresentato dall’assenza di un candidato sindaco di centro sinistra per la nostra città.

La destra s’è compattata e ha espresso un nome: Damilano (ma dimmi tu se un sindaco per Torino può chiamarsi Damilano?), una candidatura forte, solida, che fa paura.

Che ha fatto la sinistra? Primarie sì, primarie no, meglio questo, meglio quello… il mercato del pesce dei nomi.

“ A…ssignò! Candidaaaati freschiiii! Candidati di tutti i gusti! State in fila con calma… serviamo tutti!”.

Intanto la città affonda inesorabilmente sotto i colpi dell’attuale amministrazione, la decrescita felice s’è trasformata in un precipizio che vogliamo arrestare a tutti i costi, senza correre il rischio di regalare il nostro futuro alla destra.

Quindi che si fa? Semplice, non avete voluto darci un candidato forte, credibile, unico? E allora ce lo scegliamo noi.

Raccogliere firme, mobilitare piazze… è la nostra attitudine, non è un problema. Dite che le Sardine son sopite?

Aspettate che lo squalo sia troppo vicino e vedrete. Inforcate gli occhiali da sole se non volete rimanere abbagliati dai riflessi che il banco produrrà muovendosi veloce sotto la superficie del mare torinese.

Come intendiamo fare? Semplice, in modo democratico.

Ognuno potrà candidarsi, dopo 10 giorni sceglieremo i 3 candidati con più preferenze e procederemo alle votazioni, sempre online. Un solo giorno (24 ore) e avremo il nostro Candidato.

Il Candidato del Centro Sinistra.

Sentiamo già riecheggiare le frasi di chi dirà: “ma non avevate detto che non vi sareste mai candidati?” la risposta è semplice: solo gli idioti e i santi non cambiano mai idea e noi non siamo né idioti né santi. Siamo stati accusati mille volte di non prendere posizione, di non schierarci, di non fare proposte. Ecco, ora lo squalo è vicino e il branco deve reagire.

Non solo vogliamo schierarci ma vogliamo essere lo schieramento vincente!

Le Sardine salveranno Torino dalle destre. Statene certi.

#sardinetorino

E questo il secondo comunicato che ha svelato lo scherzo

𝗘𝗥𝗔 𝗦𝗢𝗟𝗢 𝗨𝗡 𝗣𝗘𝗦𝗖𝗘 𝗗𝗜 𝗔𝗣𝗥𝗜𝗟𝗘. 𝗠𝗮 𝗰𝗶 𝗵𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿e. 𝗡𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗮𝗻𝗱𝗶𝗱𝗮𝘁𝗼 𝘀𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲 𝗦𝗮𝗿𝗱𝗶𝗻𝗲 𝘁𝗼𝗿𝗶𝗻𝗲𝘀𝗶. 𝗘𝗿𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗰𝗵𝗲𝗿𝘇𝗼.

E sapete perché resterà tale? Perché per noi il valore della partecipazione è altissimo, tanto quello della competenza. Siamo fotografi, ricercatori, pubblicitari, commercianti, insegnanti, siamo persone che s’impegnano per il vivere comune ma che hanno scelto strade diverse da quella della politica. Abbiamo bisogno di qualcuno capace, che possa dedicare tutto sé stesso o tutta sé stessa per resuscitare Torino.

Le improvvisazioni non pagano e ‘uno vale uno’ ha già fallito una volta.

Le sardine vogliono essere linfa e stimolo per la politica e soprattutto frontiera contro ogni destra. Continueremo a essere tali, in piena coerenza con la nostra breve ma intensa storia. Anche questo scherzo vuol essere stimolo. Un pesce d’aprile dal sapor agroamaro, neppur agrodolce purtroppo.

E non possiamo negare che la reazione alla nostra provocazione ci ha stupiti e preoccupati oltre ogni immaginazione: grande attenzione da parte dei media (ma si sa,è il loro mestiere e ci sta) ma reazioni scomposte da parte delle parti politiche. E questo non ci sta proprio. Certa sinistra è talmente avvezza alla divisione dell’atomo che non guarda manco più il calendario, non si pone più domande… impazzisce solo come una maionese sempre più liquida e meno appetibile. Non preoccupatevi, noi non siamo interessati a poltrone, carriere o altro, siamo solo interessati al bene della città e del Paese.

E’ ora che il centro sinistra si svegli ed esprima il candidato che tutti aspettiamo: uno, credibile, frutto di competenza e non di strategia, che incarni i nostri valori.

𝗙𝗮𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲, 𝗻𝗼𝗶 𝗳𝗮𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮.