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Il Gruppo CFC si crea la sua agenzia, FBA. “Non abbiamo scelto quelle esistenti per evitare il blackout comunicativo. Obiettivo crescere, anche in qualità. Partiamo con un team di 10 persone di respiro internazionale. Abbiamo un direttore creativo dell’89 che guarda anche ai premi”

Giovanni Perilli

Ne parliamo con il Ceo del Gruppo CFC, Giovanni Perilli, e con Francesco Mollo, direttore creativo FBA.

E’ da poco nata Funnel Business Angels. Una nuova agenza a servizio del vostro gruppo. Ce n’era bisogno? Insomma ci spiegate la strategia della scelta di crearne una propria anziché servirsi di quelle esterne già esistenti?

Giovanno Perilli: ”Funnel Business Angels, o anche FBA, nasce sulla carta appena un paio di mesi fa. Lo fa dal desiderio di offrire ad altre realtà aziendali italiane i servizi che le hanno già assicurato premi internazionali davvero importanti.

Due anni fa ero un semplice giornalista avevo sì una ottima esperienza ma mai mi ero affacciato al mondo del marketing. Poi la magia, l’aver unito i puntini come spesso dico e la comunicazione si è spogliata di incipit, blocchi testo e chiuse e ha rivissuto in Optin, Squeeze page e ads. Un volo pindarico non da poco che mi ha chiamato in causa in prima persona. Ero solo, facevo reparto da solo. Testi, creatività, ads, immagini, foto, video, email e quanto realizza un’agenzia e forse anche più (facevo anche da call center e consulente in realtà) era la sfida. L’ho affrontata, ne guardavo e ne scrutavo il successo e la vittoria da lontano. Sono sempre stato competitivo e così, mi sono allenato (da giovane sono stato pluricampione italiano, e più, di arti marziali) studiando a più non posso. Mi sono rivoltato come un calzino. L’obiettivo era il 2 Comma Club (superare 1 milione di dollari con un funnel) e l’ho ottenuto in 8 mesi, poi l’obiettivo è diventato l’accesso all’8 Figure Club (10 milioni con i Funnel) e l’ho ottenuto in meno di due anni.

Poi, si sa, l’appetito vien mangiando, e così ho iniziato la scalata, l’aggiungere clienti, l’aumentare il team, l’elevare gli obiettivi senza mai guardare allo sforzo ma solo all’ottenimento del risultato.

Lavoro sempre.

Non ci siamo affidati ad agenzie esterne per un semplice motivo: evitare il blackout comunicativo. Ad oggi, infatti, a mio avviso il problema dei più è avere troppi esperti che dialogano troppo poco. E ciò non è mai una cosa giusta. Ads che cambiano tono di voce da social a social, da email a call center, ma anche immagini che non raccontano la mission dell’azienda ed ecco che l’identità si sgretola e il pubblico, l’utenza, se ne accorge.

FBA è questa, è un’agenzia in house che è ‘uscita’ dal portone e sta inglobando sempre più realtà grosse. FBA è figlia dei risultati che ho ottenuto e che voglio dare ad altri l’opportunità di ottenere”.

Obiettivi di business?

“L’obiettivo si chiama crescita, ma non quella economica. Quest’ultima è solo una conseguenza. L’obiettivo è raccogliere professionisti e farli diventare n° 1: è replicare quanto fatto con Carlo Carmine, con la CFC Legal e con Alina Quintana. Il primo oggi è riconosciuto quale Presidente della prima azienda legale in Italia (in due anni con fatturati da 300k a oltre 15 milioni e personale/collaboratori che sono passati da 8 a oltre 120) e la seconda è oggi una dance coach internazionale. Ha scritto un libro e aiuta donne over 40, o come dice lei ‘No under 40’, a realizzare il proprio sogno di danza classica attraverso corsi dal vivo (oltre 8 scuole tra Milano e Barcellona) e online con un videocorso che in un mese le ha permesso di volare a Roas superiori al 540%”.

Il team è al completo? 

“Spero, con tutta sincerità, che non lo sarà mai. L’aver inserito un Direttore Creativo ha una connotazione chiara: crescere. Non solo in termini di business, ma anche di qualità del prodotto. Questo significa farlo per competenze, personale, clienti e, di conseguenza fatturato. Ad oggi sfioriamo i 10 componenti nel team ed abbiamo già un respiro internazionale (copy spagnolo, inglese e un Direttore Creativo davvero di grandissima competenza ed esperienza). Fermare la crescita non è una opzione”.

A quando il primo progetto?

“In realtà ne stiamo curando davvero molti ma la nostra sfida attuale, oltre consolidare e far crescere i business dei tanti clienti (pure in questo periodo particolare) è quella di lanciare TrustMeUp, la nostra multinazionale. Una sfida che vogliamo vincere, ma ne parleremo quanto prima”.

Francesco Mollo

Francesco Mollo, penso tu sia il primo, forse il solo, direttore creativo ‘assunto’ in lockdown. Com’è? scherzi a parte, come affronti la sfida di un lavoro così? 

“Penso anche di essere il primo direttore creativo classe 1989. Il lockdown è molto più stimolante di quello che si possa immaginare, ovviamente con tutte le difficoltà tecniche del caso. Il team che stiamo costruendo è formato da persone molto talentuose e diverse, questo rende tutto meno complesso. Le comunicazioni sono asciutte e si va sempre dritto al punto, anche se certe volte ho come l’impressione che si stia lavorando il doppio rispetto al normale. Da un punto di vista personale, sono abituato a vivere situazioni complicate, mi stimolano parecchio, poi vengo da una palestra di vita che è la montagna. Pratico una disciplina che si chiama Bushcraft che deriva dalla cultura degli esploratori americani di fine 800. Ho alle spalle un sacco di ore in giro per i boschi dove l’imprevisto è dietro l’angolo e dove è fondamentale avere molta conoscenza ed avere un carattere proattivo verso cambiamento e difficoltà, e fa la differenza. Penso che il lockdown sia una grande occasione, se sai coglierla”.

 

Obiettivi creativi? 

“A breve termine, ispirare il team e far crescere in loro curiosità e consapevolezza. Sto spingendo i ragazzi a lavorare sempre in ottica di concept e idea, il tutto nel rispetto delle loro specializzazioni. Quindi non solo idee creative in senso classico ma anche idee di media. Perché sono le due cose che la fanno la differenza sul mercato. Invece se parliamo a lungo termine, l’obiettivo è produrre progetti con un respiro internazionale. Stiamo lavorando molto in quella direzione. Anche in ottica premi, insomma c’è tanto lavoro.

Penso che il mondo dei funnel legato a strategie integrate sono una bella accoppiata per produrre ottimi risultati e portare la creatività verso terreni inesplorati. È un’occasione che voglio cogliere al 100%”.

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