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Fuorisalone: Worldtype 2023, da oggi al 30 aprile, presso Roseto Design Square Spazio Garibaldi 95, Milano. Lorenzo Marini: un creativo deve avere l’irrequietezza dell’idea e saltellare nelle varie discipline

Da una poltrona che si trasforma in opera d’arte, a un mondo coperto da una pioggia di lettere. Questi i lavori simbolo di Worldtype 2023, la mostra di Lorenzo Marini presso lo Spazio Garibaldi 95, a Milano,headquarters di Roseto, società specializzata nell’immobiliare di lusso e nelle locazioni di grande prestigio. L’azienda milanese, in occasione del ‘Fuori salone del mobile’ inaugura uno spazio espositivo per l’arte visiva con la personale di Marini. Curatore è Milo Goj, professore di fenomenologia dell’immagine – Semiotica visiva, presso l’Accademia di belle arti Acme. All’evento ha contribuito anche Federico Bianchi, capo dipartimento arte moderna e contemporanea della casa d’aste Art-Rite. La personale di Marini ha un pizzico di sapore di ‘mostra antologica’. Nel percorso espositivo sono presenti infatti due quadri del primo periodo del Maestro. Si tratta di due Advisual del 2014. Attraverso un processo semiotico di passaggio dal figurativo al plastico, Marini è partito idealmente da due annunci pubblicitari, cui ha tolto scritte e immagini, trasformandole in pure linee, composizioni e colori.

Le altre opere, quadri e installazioni, mostrano invece l’evoluzione della Type art, il Movimento fondato dall’artista nel 2016 e teorizzato con il Manifesto per la Liberazione delle lettere. Che non sono più incatenate tra loro per dare vita a delle parole, ma vivono di vita propria e possono essere il soggetto di un’opera d’arte. Per dirlo con il linguaggio della semiotica, si tratta di fonemi, di tratti distintivi primari svincolati dall’obbligo di creare espressioni formanti.

Tra le installazioni, in anteprima assoluta, Marini presenta ‘XIV armchair’, un autentico trono, ricoperto da una nevicata di lettere, che ricorda quelli regal-barocchi di Louis 14, ma che al tempo stesso è un omaggio alla mitica poltrona Proust di Alessandro Mendini, di cui ricorre il 35esimo anniversario. Il pensiero sottostante è creare un’opera d’arte visiva, che può anche essere goduta con il corpo. Insomma, non una sinestesia, ma un’opera che può realmente essere goduta attraverso due sensi differenti.

Punto di arrivo e al tempo stessa di partenza della mostra è un’altra installazione,Worldtype, che da il nome alla personale. E’ un mappamondo in plexiglass, di cm, 60×70, ricoperto da type. Il messaggio? Nel mondo esistono più di 8 mila lingue parlate, ma il linguaggio visivo è unico. Il sistema di segni creati dall’uomo diventa il globo terrestre, dove mittente e destinatario si fondono in un’unica funzione.