Qual è la tua visione per affrontare il futuro, su quali paradigmi fondi il tuo credo?
Sono sempre stato abituato a lavorare in ambienti fuori dal comune: ho cominciato a Radio Deejay e nella prima MTV, era il 1996. Quando, a quarant’anni ho fondato la mia casa di produzione, volevo replicare e migliorare il modello a cui ero abituato. Quello che cerchiamo di fare in BLACK MAMBA è di trasmettere energia ai nostri clienti. In Italia si produce bene, le cdp milanesi sono straordinarie, la differenza la fanno le persone, la facciamo noi. Questo vale anche per affrontare il futuro: ognuno deve dare il suo contributo. Il dovere di noi imprenditori è quello di far stare bene le persone con cui lavoriamo, siano clienti o dipendenti.
Cosa ti è maggiormente dispiaciuto constatare nell’anno appena trascorso?
Abbiamo perso un’occasione per comunicare meglio durante la pandemia. La conferenza stampa della protezione civile è stata uno spettacolo indegno. È pur vero che le grandi agenzie hanno policy molto restrittive a riguardo ma una deroga? Non era possibile? Un pool di professionisti indipendenti? Siamo un paese con straordinarie risorse creative, usiamole.
Se fossi Ceo o Cmo di un brand che investe in comunicazione come agiresti, insomma, potendo dare consigli quali senti di dare al mercato dei clienti?
Dico sempre che quando saliamo su un aereo, non possiamo pretendere di pilotarlo ma essere certi della destinazione. Questo è quello che consiglio ai clienti, senza paura di perderli.
Ritieni di essere riuscito a concretizzare per la realtà che capitani il modello di business ideale, se sì perché, se no, idem e se in parte a che punto del percorso sei?
Fino a qui tutto bene! Siamo una casa di produzione virtuosa, che sta crescendo e soprattutto ha i conti a posto. Ora abbiamo in mente lo sviluppo, ci sono diverse operazioni strutturali che andranno fatte nei prossimi mesi, a livello di personale e di reparti. Siamo in un momento di forte crescita. Sono sicuro che finita la crisi pandemica torneremo a correre.
Si chiude il 2020. un anno non facile, cosa ha rappresentato per te?
Alla fine è andato bene anche il 2020. Per noi ha rappresentato una grande presa di coscienza: tutto il comparto mi pare che abbia reagito bene, abbiamo acquisito tutti una forte consapevolezza di gestione in ambito di crisi. Abbiamo inventato nuovi modi di operare e si può dire che ci siamo riusciti.
Essere oggi leader: qual è la principale dote che bisogna possedere?
Io cerco di essere sempre sereno e propositivo. Il clima è fondamentale, lo dico sempre anche ai miei: non possiamo fare un bel prodotto se l’energia è negativa. Nelle nostre produzioni l’energia che ci mettiamo conta tantissimo… infatti i nostri clienti vendono sempre un sacco di prodotti.
Successi, progetti, quali vuoi menzionare come emblematici della tua impostazione?
Non si tratta di menzionare dei singoli progetti. I successi del 2020 sono stati la capacità di tenere la barra dritta: girato un bel po’ di film interessanti, entrati nel rooster di grandi agenzie e grandi clienti e chiuso il bilancio in attivo, con pochissimi giorni di cassa integrazione. Mi pare che l’impostazione funzioni, no?
Il tema della rilevanza del mercato della comunicazione: è un tema? Ossia perché non sempre si è tenuti in alta considerazione, da governo, aziende, opinione pubblica? Una questione di carenza di ‘carismatiche star’?
Dobbiamo tornare a ricordarci che siamo delle rockstar, non degli impiegati. Le nostre poltrone sono sempre a rischio, ogni giorno ed è giusto così. La strategia della conservazione della poltrona non paga, tanto vale tirare fuori da subito il carattere e rischiare le porte in faccia. Tanto prima o poi ti capita comunque, anche in modalità assertiva. Insomma una bella cura di autostima, perché i creativi italiani sono i migliori del mondo, anche se ogni tanto se lo dimenticano.
Stefano Monticelli, Ceo BLACK MAMBA