Qual è la tua visione per affrontare il futuro, su quali paradigmi fondi il tuo credo?
Ci sono alcuni punti fermi che cerco di applicare regolarmente da quando ho iniziato a occuparmi di comunicazione: credere in quello che si fa, investire costantemente in formazione e nuove tecnologie, essere pronti a strambare quando i segnali del mercato indicano nuove tendenze evolutive.
Cos’è maggiormente dispiaciuto constatare nell’anno appena trascorso?
L’eccessiva lentezza da parte di chi deve prendere decisioni strategiche a livello governativo. Nel momento in cui sussiste la possibilità di indebitamento, attraverso i fondi europei, mi sarei aspettato aiuti immediati ai comparti imprenditoriali in difficoltà, con ristori veloci, piuttosto che varare alcuni bonus insensati che sarebbero potuti slittare in un secondo momento. Spero in un cambio di marcia per l’immediato futuro.
Se fossi Ceo o Cmo di un brand che investe in comunicazione come agiresti, insomma, potendo dare consigli quali senti di dare al mercato dei clienti?
Più che di casi teorici, preferisco parlare di ciò che facciamo noi, come agenzia, in merito al brand Inside: anche nel corso del lockdown non abbiamo mai smesso di investire nel Branding. Si tratta di un’attività indispensabile per far sapere ai clienti che continuiamo a esistere, anche in periodi difficili, parlando dei nostri valori, dei punti di forze e della vicinanza alle persone.
Ritieni di essere riuscito a concretizzare per la realtà che capitani il modello di business ideale, se sì perché, se no, idem e se in parte a che punto del percorso sei?
Quest’anno Inside ha spento 35 candeline e ritengo sia un traguardo importante nel nostro settore. Osservando il percorso fatto non posso nascondere una sincera soddisfazione pensando alle tante aziende, tra cui diverse multinazionali, che ci hanno accordato la loro fiducia nel gestire progetti su scala mondiale, così come l’essere all’avanguardia, come agenzia, nell’uso dei più avanzati strumenti digitali, senza dimenticare ciò che Inside rappresenta a livello umano, contando sul lavoro di 35 professionisti che mettono passione e impegno in un lavoro che amano e di cui, come imprenditore, mi sento orgoglioso.
Si chiude il 2020. un anno non facile, cosa ha rappresentato per te?
È stato un anno in cui sono emerse tanti elementi cardine, di cui ho accennato anche in precedenza. La programmazione, le implementazioni in ambito digitale e le buone intuizioni pagano anche in un contesto problematico e segnato dalla crisi, tant’è che Inside ha chiuso l’anno con una crescita del 22% che rappresenta, per molti versi, un risultato straordinario.
Essere oggi leader: qual è la principale dote che bisogna possedere?
Occorre il giusto mix di fattori: innanzitutto la capacità di guardare al medio e lungo periodo per capire dove soffierà il vento migliore, il coraggio di fare investimenti anche nei periodi di crisi del mercato, la capacità di gestione del capitale umano, attribuendo alle persone quei compiti per cui sono in grado di rendere al meglio secondo la loro indole, oltre a spingerli a non abbassare mai la guardia in termini di preparazione professionale.
Successi, progetti, quali vuoi menzionare come emblematici della tua impostazione?
In questo caso lascio parlare i numeri: 131 premi nazionali, tra cui quelli relativi ai progetti curati dall’agenzia, 5 come impresa eccellente e agli 8 premi personali attinenti alla carriera personale.
Si tratta, in tutti questi casi, di attestati di apprezzamento per il lavoro che facciamo, ma le soddisfazioni sono anche altre, in primis quelle che arrivano dai clienti che si avvicinano a Inside per lo sviluppo di un progetto e, a distanza di qualche mese, ci affidano in toto la gestione della loro comunicazione integrata.
Il tema della rilevanza del mercato della comunicazione: è un tema? Ossia perché non sempre si è tenuta in alta considerazione, da governo, aziende, opinione pubblica? Una questione di carenza di ‘carismatiche star’?
In altri Paese, in primis negli Stati Uniti, il tema della comunicazione è avvertito come una vera e propria necessità da parte di ogni azienda, di qualunque dimensione. In altri contesti, come il nostro, ancora troppo spesso si cercano soluzioni al risparmio, che non valorizzano imprese eccellenti o, ancora peggio, si tagliano i budget relativi a marketing e comunicazione nei periodi di recessione. In tanti sappiamo che è una scelta profondamente sbagliata perchè l’unico modo per andare lontano è quello di investire sulle idee e le proposte legate al nostro brand.
Luca Targa, Ceo INSIDE – Dentro la Comunicazione.