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Faccia a faccia con imprenditori e Ceo della comunicazione. Emanuela Cavazzini e Roberto Bosatra: aziende, non guardate solo i numeri, fidatevi della competenza degli esperti. Fidarsi di un’idea perché è giusta, perché è forte. Fidarsi di una esecuzione perché qualitativamente supporta e completa l’idea creativa. Miope scegliere quella che costa meno

Qual è la vostra visione per affrontare il futuro, su quali paradigmi fondate il vostro credo?

Il nostro è un lavoro di squadra innanzitutto. Di squadra a tutto tondo, con l’agenzia (o il broadcaster), con l’azienda (o il brand sponsor) e con i propri collaboratori. Fondare il nostro credo sulla forza e la coesione del team è sicuramente la cosa più importante che è da un lato la premessa del nostro lavoro da sempre e dall’altro la necessità per affrontare il futuro. Siamo produttori, ma ancora prima persone con importanti esperienze passate nell’ambito della comunicazione e della creazione di contenuti broadcast e per questo possiamo essere partner a 360° nel processo di realizzazione. Non crediamo che debbano esserci competenze limitate nel nostro lavoro di produttori, ma al contrario crediamo nella possibilità e volontà di essere d’aiuto per raggiungere gli obiettivi che agenzie, clienti e broadcaster si prefiggono.

Cosa vi è maggiormente dispiaciuto constatare nell’anno appena trascorso?

A prescindere dalla grave crisi che ha investito anche il nostro settore e quello dell’intrattenimento più in generale ciò che crediamo sia mancata è stata una visione strategica da parte delle istituzioni sull’importanza e il ruolo della cultura e della comunicazione. E’ proprio in momenti così difficili in cui la gente non solo è spaventata, ma anche demoralizzata, che bisogna investire nel comunicare positività, progettualità, svago intelligente attraverso progetti dedicati.

Se foste Ceo o Cmo di un brand che investe in comunicazione come agireste, insomma, potendo dare consigli quali sentite di dare al mercato dei clienti?

Il primo consiglio è quello di non stare a guardare solo i numeri e il secondo è quello di ricominciare a fidarsi e ad ascoltare gli esperti del settore. Ragionare, confrontarsi, ascoltare e non solo contare. Fidarsi di un’idea perché è giusta, perché è forte. Fidarsi di una esecuzione perché qualitativamente supporta e completa l’idea creativa e non scegliere quella che costa meno. E’ il momento giusto questo per dimostrare un po’ più di coraggio e capacità di osare. I frutti, siamo certi, saranno più gustosi alla fine.

Ritenete di essere riusciti a concretizzare per la vostra realtà il modello di business ideale, se sì perché, se no, idem e se in parte a che punto del percorso siete? 

Il 2020 per noi è stato un anno positivo. Sia in termini di crescita di fatturato sia in termini di modello di business. Abbiamo volutamente unito in Brand-Cross due competenze diverse nell’ambito della produzione (Emanuela nella produzione pubblicitaria e di comunicazione del brand e Roberto in quella braodcast) per creare sin da subito un modello produttivo a tutto tondo in grado quindi di affrontare qualsiasi progetto. La sfida è stata difficile e faticosa ma abbiamo già iniziato a raccogliere i frutti: due serie Tv per Amazon Prime, un format TV per la seconda serata di RAI 2, alcuni branded content, vari spot pubblicitari e film corporate. Il percorso è avviato e quindi speriamo di chiudere prossimamente altri progetti diversi su cui stiamo lavorando.

Si è da poco chiuso il 2020. un anno non facile, cosa ha rappresentato per voi?

Un anno horribilis oseremmo dire. Ma certamente un anno importante, di riflessione in merito alle priorità da darci e su dove concentrare maggiormente i nostri sforzi, la nostra passione, le nostre incrollabili energie.

Essere oggi leader: qual è la principale dote che bisogna possedere?

Essere leader, da sempre oseremmo dire, significa saper ascoltare, sapere rischiare nel prendere decisioni, sapere motivare, sapere fare squadra e non ultimo sapere insegnare ed essere di esempio. Essere sempre d’esempio positivo e costruttivo.

Successi, progetti, quali volete menzionare come emblematici della vostra impostazione?

Per prima cosa menzionerei le due serie tv in onda su Amazon Prime: ‘Scatola Nera’ e ‘Nella Scatola Nera’ perché sono l’esempio concreto di progettualità e passione andate a buon fine. Sono due prodotti di cui siamo stati produttori veri, dove abbiamo investito i nostri soldi e le nostre energie prima ancora che Amazon Prime si dichiarasse interessata ad acquistarne i diritti di messa in onda. Una vera sfida sotto tutti i punti di vista che però alla fine, nonostante i sacrifici, le paure e la fatica ha portato i suoi frutti e soprattutto ci ha dato tanta nuova grinta per andare avanti con altri progetti che abbiamo in cantiere e altre idee da sviluppare.

Come seconda cosa più che menzionare altri progetti, come quelli pubblicitari o di branded content, ci teniamo a raccontare il nostro approccio ai progetti che è emblematico della nostra impostazione. Piccolo o grande che sia il progetto o il budget la nostra volontà a voler tendere sempre al migliore risultato qualitativo non cambia e soprattutto ci viene sempre riconosciuto come carattere distintivo.

Il tema della rilevanza del mercato della comunicazione: è un tema? Ossia perché non sempre si è tenuti in alta considerazione, da governo, aziende, opinione pubblica? Una questione di carenza di ‘carismatiche star’? 

La comunicazione è un tema rilevante sempre e in qualsiasi ambito. Sapere comunicare e comunicare bene è una dote preziosa, che solo i professionisti del settore hanno. Un medico sa fare il medico, un architetto sa fare l’architetto e un esperto in comunicazione sa fare comunicazione.  Da un po’ di anni si assiste invece allo sconcertante capovolgimento del paragdima dove tutti sono comunicatori, creativi e strateghi di comunicazione. Forse il proliferare dell’uso dei social ha contribuito a questo fenomeno o forse è semplicemente ‘fico’ pensare di essere anche creativi o esperti di comunicazione al di là di un ruolo professionale di tutt’altro genere che meno diverte. Ma tutto questo poi conduce a risultati mediocri e spesso contro-producenti che sono sotto gli occhi di tutti. Bisognerebbe ritornare ad avere il giusto rispetto dei ruoli, ‘ofelè fa el to mesté!’ direbbero a Milano, e non improvvisarsi esperti di ciò che non si è esattamente in grado di fare. Ma tutto questo è possibile sei leader ritornato a fare i leader nella giusta eccezione del termine, proprio come dicevamo sopra.

Emanuela Cavazzini, Ad ed Executive Producer, e Roberto Bosatra, Partner e Direttore Generale, BRAND-CROSS.

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