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Avete ascoltato l’intervista a Luca Vergani, ceo Mec Italy, pubblicata ieri? Metteva il dito su uno dei temi più caldi della comunicazione, ossia a chi spettino le redini. Bene, tra media e creatività, che erano entrambe oggetto di esposizione, ha voluto dire la sua pure il marketing. Gigi Mozzi, presidente mediamarketing, la vede così

Prima di proseguire, però, vi riproponiamo un estratto di quanto sottolineato di rencente da Tommaso Calzolari,
 GTM Manager – Marketing and Communication – Key Account FLE adidas AG, in un suo intervento sul nostro giornale, perché significativo rispetto all’interesse che l’argomento sa oggi generare. Nello specifico, il contributo interrogava: “chi guida oggi la creatività? A volte mi sembra che sia il media con la costruzione di piattaforme touchpoint o con opportunità di partnership con media owner. Insomma, come evolve il concetto creativo, chi dobbiamo briffare, un team media o copy e art? Tutti parlano di creatività digital, ma qual è il ruolo dei media touchpoint convenzionali nell’era digitale? Cosa vuol dire fare tv oggi? A quali problemi risponde una campagna tv driven e a quali altri una SoMe driven o altro?”.

Adesso, la parola può passare a Mozzi.

Ciao Luca, la tua intervista è molto interessante e finisce dove tutte le storie comincianoLa storia dei creativi e dei media, che da sempre (s)bilancia i ruoli e le competenze di entrambe, mi fa sempre venire in mente la questione dell’uovo e della gallina. Dalle nostre parti, la risposta alla domanda di ‘chi viene prima’ è sempre stata solo una.

Prima viene il gallo, vale a dire il marketing.

Quando succede (fatto salvo il necessario coordinamento di sistema), tutto si mette in ordine e si capisce quando e chi deve avere la priorità nell’applicazione di alcune decisioni chiave della strategia di marketing. Basterà evitare quello che fa il gallo di Chanteclair, convinto che tutte le mattine il sole sorge perché lui ha gridato chicchirichì”.