Youmark

Assorel difende il comparto delle Rp e l’operato dell’associazione. “Certo si può e si deve fare di più. Ma le battaglie si combattono dall’interno”. Leggete la lettera pervenutaci. Ci auguriamo sarete in molti a voler dire la vostra. Il senso allarga al valore dell’associazionismo. E pure Massimo Costa c’entra

Assorel non sta a guardare. A seguito della lettera aperta inviataci da Gianna Paciello, founder e vice presidente Aida Partners Ogilvy Pr (in estrema sintesi chiedeva al comparto di alzare la testa e di rioccupare un posto al sole nel podio della comunicazione da cui per sua colpa viene troppo spesso estromesso) e dell’esternazione nostra, che come youmark siamo stati concordi nel ritenere le rp tanto indispensabili quanto incapaci, fatte salve eccezioni, di assumere quel ruolo strategico che la comunicazione, soprattutto quella contemporanea, le chiama ad avere, l’associazione di categoria, dalla medesima Paciello esplicitamente chiamata in causa, nella figura del suo presidente Beppe Facchetti (nella foto a lato), così risponde:
La lettera aperta di Gianna Paciello a youmark, e soprattutto la condivisione nei contenuti da parte della testata, meritano un approfondimento.
C’è innanzitutto un dato positivo che non vogliamo trascurare, e cioè il riconoscimento del ruolo strategico delle Rp nella nuova comunicazione.
Su questo, siamo tutti d’accordo, così come è opinione rispettabile quella che la categoria debba fare di più per valorizzare il suo ruolo, tanto più – aggiungo – in un momento di profonda crisi dell’advertising, che spinge comunque il mercato a considerare con maggiore attenzione le forme capital saving di cui noi siamo una espressione fondamentale.
Dunque, giusto fare di più, ma giusto anche riconoscere i dati di fatto.
L’associazione che rappresenta il settore, Assorel, è attiva da 31 anni, e l’incidenza del suo ruolo per ‘difendere’ e ‘comunicare’ l’intero settore è ovviamente condizionata, anche se non soprattutto, dai suoi limiti, umani e finanziari. Non certo da quelli progettuali e programmatici.
L’associazione vive dei contributi dei soci e del volontariato dei suoi dirigenti attivi, e ha scelto da sempre di esigere seri requisiti di accesso per i nuovi soci, a cominciare dall’esistenza, o l’ottenimento, di una certificazione. Un dato che esclude alcuni (non la dimensione di per sé, perché rappresentiamo molte piccole e medie aziende), ma tiene molto al prestigio di una imprenditorialità minacciata da un mercato dell’offerta spesso improvvisato e senza regole.
Il paragone internazionale è a nostro favore, perché siamo attivi nel network mondiale di ICCO, in un continuo benchmarking associativo che ci ha più premiato che punito.
Otto su 12 delle principali aziende multinazionali di Rp sono socie di Assorel, e convivono benissimo con realtà indipendenti di varia dimensione, anche piccola, ma sempre qualificata.
Siamo tra i fondatori di Confindustria Intellect, che raccoglie il meglio della consulenza e della comunicazione italiana, solo un po’ penalizzata dalla crisi interna che ha scosso i nostri cugini dell’advertising, in qualche modo condizionati da cadute del mercato a doppia cifra (mentre le Rp tengono e in molti casi vanno avanti nonostante la crisi).
Le considerazioni di Gianna Paciello e la condivisione espressa da youmark forse fanno un torto, più che a noi, all’insieme del mercato della domanda, che – proprio per i motivi oggettivi di cui sopra – è tutt’altro che disattento alle dinamiche strategiche delle Rp. Naturalmente tutto dipende dal feeling di ciascuna azienda e se Aida Ogilvy Pr ha questa sensazione non è detto che la cosa debba estendersi a tutto il settore.
Noi, come associazione, abbiamo messo da tempo al primo posto delle nostre politiche associative il buon rapporto con i clienti potenziali dei nostri associati.
Proprio ieri sera, 18 novembre, in occasione della cena di gala per l’assegnazione del Premio Assorel ne abbiamo avuto una conferma, con al presenza di oltre 250 tra operatori delle Rp e, appunto, rappresentanti delle aziende clienti.
Queste ultime conoscono talmente il nostro settore che hanno rappresentato la maggioranza dei membri della Giuria che ha aggiudicato con molta competenza il Premio: mai come quest’anno importanti direttori della comunicazione hanno dedicato attenzione alla qualità della nostra offerta, partecipando alle due selezioni successive della Giuria. Ne facevano parte, oltre a qualificati esponenti universitari di quattro diversi Atenei, professionisti che operano in società importanti come Illy, 3M Italia, Humanitas, Pirelli, BNL, BNP Paribas, Ing Direct, Oreal, Assogestioni, Sky, Ferrari, BlackBerry, Microsoft, Ferrero, Mediobanca, Barilla.
E soprattutto, svolgiamo da anni un’intensa attività di formazione (Assorel Academy) che punta proprio ad affermare una cultura delle Rp, e vede impegnati in primo piano relatori che sono molto spesso direttori comunicazione di grandi aziende. I numeri degli ultimi anni sono eloquenti: 80 seminari, 250 ore di formazione erogata, 151 relatori, 852 partecipanti.
Ripeto, si fa quel che si può e le critiche sono benvenute, ma le battaglie per la categoria si combattono dall’interno.
Il sottoscritto è al termine del suo quadriennio di presidenza ed è quindi il momento giusto per nuove proposte e nuovi programmi, anche in considerazione del fatto che i tempi che ci attendono saranno ancor più difficili e tutto il comparto della comunicazione è chiamato ad una grande sfida.
Sono dell’opinione, a differenza di Massimo Costa, che ha lasciato dopo pochi mesi di presidenza AssoCom, che le battaglie si fanno affrontando i problemi, non auspicando chiusure elitarie, con tutta la paziente capacità di ascolto, mediazione, proposizione, che è tipica del lavoro associativo.
Le associazioni sono oggi più, e non meno, importanti anche per il business delle singole aziende.
Grato dell’attenzione, con viva stima e cordialità”.