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Davide Schioppa, Podcastory: “È arrivato il momento di avvicinare ancora di più gli utenti all’ascolto dei podcast a prescindere dalla piattaforma e del format prescelti”

Davide schioppa, founder di podcastory

“Guardando alle audience complessive, abbiamo registrato un incremento tutto sommato contenuto sul totale della popolazione italiana, con una crescita dell’1% nel 2021”. Così commenta in un’intervista Davide Schioppa, Founder di PODCASTORY, la terza edizione della ricerca di Ipsos Il podcast alla prova di maturità. “Stiamo assistendo una cosiddetta ‘crescita a scaloni’, in cui a fasi di incremento si susseguono fasi di stabilizzazione. Il 2021 rappresenta appunto una di queste fasi. Ma comunque è un dato ancora in incremento rispetto allo scorso anno e attualmente rappresenta il 31% della popolazione. E poi la ricerca non tiene conto della sostituzione della audience, che si rinnovano nel tempo”.

“L’indagine Ipsos rivela che mediamente il tempo dedicato all’ascolto dei podcast in una giornata è stimato in circa 40 minuti e che il 50% degli ascoltatori preferisce ascoltare episodi che durino al massimo 20 minuti”, continua Schioppa. “Questi sono dati su cui porre l’accento, infatti sin dalle prime produzioni abbiamo sempre preferito episodi brevi, in grado di interessare e appassionare l’ascoltatore con delle vere e proprie ‘snackable podcastories’. D’altra parte, il tasso di fidelizzazione degli italiani sta rivelandosi piuttosto elevato, con un’incremento graduale delle audience assidue”.

Un altro dato estremamente rilevante è quello relativo alla piattaforma scelta per ascoltare i podcast. Qui un vero e proprio colpo di scena: Youtube, regina dei video in streaming, si accaparra anche lo scettro dei podcast, risultando di fatto la prima piattaforma di ascolto, staccando di ben 14 punti percentuali Spotify (Youtube 46% – Spotify free 32%).

“Da sempre in Podcastory abbiamo prestato molta attenzione alla distribuzione dei contenuti”, puntualizza Schioppa. “Ogni nostra serie podcast è sempre distribuita su tutte le tradizionali piattaforme di podcasting, sui siti web più in target e su Youtube, attraverso delle playlist dedicate e un format audio-video studiato ad hoc. Questo perché crediamo che sia il momento di avvicinare gli utenti all’ascolto a prescindere dalla piattaforma. Prima insegniamogli a usare i podcast, poi ci sarà tempo per fargli scegliere le piattaforme più indicate”.

Il luogo preferito per dedicarsi un podcast è la casa: la ricerca di Ipsos svela che l’81% degli intervistati ha dichiarato di preferire l’ascolto prevalentemente tra le mura domestiche. Il 48% ha dichiarato di gradire l’ascolto dei podcast anche durante il commuting in auto o sui mezzi di trasporto pubblico. “Ma a questo riguardo”, sottolinea Schioppa, “il contesto ha la sua rilevanza. Nei mesi scorsi sono stati molti gli italiani in smart working, e la casa è diventato il luogo dove fare tutto. Senza trascurare che le distanze di commuting in Italia sono molto inferiori agli Stati Uniti, per citare il primo paese per podcasting in Occidente”.

Il 78% degli ascoltatori preferisce inoltre dedicarsi all’ascolto del podcast in solitaria. Questo conferma la teoria secondo cui un contenuto podcast ben costruito e capace di ingaggiare un rapporto fiduciario con l’utente possa essere un ottimo strumento per comunicare in maniera diretta con l’ascoltatore in un rapporto one-to-one.

“Non è pensabile che basti fare un bel contenuto per essere ascoltati”, evidenzia Schioppa. “In Podcastory abbiamo sempre spinto quello che chiamiamo ‘audio-seeding’, ovvero una vera e propria ‘semina’ dei nostri podcast su siti web più in target, in grado di consentirci una buona indicizzazione su Google e permettere l’ascolto diretto del contenuto agli utenti”.

Pensando infine ai podcast come medium pubblicitario, emerge un ultimo dato dalla ricerca: il 71% degli ascoltatori ha un ricordo dei brand associati ai podcast, soprattutto nella forma di adv prima/durante/dopo i podcast; inoltre il 67% degli ascoltatori che ricordano un brand hanno dichiarato di aver compiuto un’azione subito dopo l’ascolto: hanno cercato maggiori informazioni online o ne hanno parlato con i loro conoscenti.

“Il podcast non è più da considerarsi un ‘fenomeno’, è a tutti gli effetti un elemento fondamentale per una content strategy di successo“, è la riflessione conclusiva. “Il suo utilizzo non può essere confinato a lunghi talk di approfondimento, è necessario innovare i format per continuare a mantenere vivo l’interesse degli utenti. Delle varia forme di podcast disponibili, in Italia si è imposta quasi solo il talk-podcast, mettendo in secondo piano le altre, dai serial agli info-podcast. Prima di considerare quale sia la piattaforma più idonea, è bene concentrarsi sui contenuti, che dovranno essere sempre d’impatto per l’ascoltatore”.