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Podcastory si prepara a lanciare l’audio native, una nuova modalità di erogazione degli audio ads integrata al testo della pagina e al suo contesto editoriale e grafico

Davideo Schioppa, CEO di Podcastory

PODCASTORY è pronta a lanciare l’audio native, una vera e propria rivoluzione per il mercato audio italiano: al pari di un incubatore aziendale, l’azienda sta lavorando sul fronte tecnologico per intervenire di netto e con soluzioni innovative sul panorama del mondo audio. L’azione riguarda l’intero ciclo di vita del podcast: la produzione del contenuto, la sua distribuzione, e, non da ultima, la sua fruizione.

Ma cos’è esattamente l’audio native? È una nuova modalità di erogazione degli audio ads perfettamente integrata al testo della pagina e al suo contesto editoriale e grafico. Presuppone la conversione audio degli articoli e l’inserimento al suo interno di uno o più audio roll e per questo è chiamato anche ‘audio in-article©’: temi sempre più rispondenti agli interessi dell’audience con l’audience ancor più rispondente ai temi. È un’equazione perfetta.

Partendo da contenuti editoriali, il progetto punta alla costruzione di contenuti audio con voci di qualità – è la firma di Podcastory – e caratterizzati da correlazione semantica anche grazie all’Intelligenza Artificiale. L’evoluzione del progetto e la sua resa operativa- previsti per la fine dell’estate – sono seguiti da un team di ricerca & sviluppo internazionale.

“La nuova soluzione è in beta su alcuni editori premium scelti da noi, ma chiunque voglia candidarsi a entrare nella fase di testing può iscriversi su https://audioboost.podcastory.it/”, spiega in una nota Davide Schioppa, Ceo di Podcastory. “Grazie a tutto questo porteremo in Italia il Native Audio, soluzioni front-end per favorire il seeding e l’audio advertising”.

L’obiettivo è creare sul mercato italiano un nuovo sistema di distribuzione audio integrato al contenuto come driver sia per la pianificazione pubblicitaria sia per il seeding dei contenuti audio, il che permetterà di offrire un servizio aggiuntivo e prospettare una fonte di revenue inaspettata per gli editori.

“Nella mia carriera”, prosegue Schioppa, “ho avuto modo di sperimentare direttamente la potenza del native advertising e credo che unire questo mondo a quello dell’audio possa offrire uno scenario completamente nuovo. Portare i contenuti anche fuori dalle piattaforme di podcasting, in questa fase, può aiutare a diffondere la cultura del podcast presso gli utenti, facendo scoprire a tanti la potenza dell’ascolto e, dall’altra parte, potrebbe portare ai brand una reach potenzialmente più ampia”.