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Stop di Pechino alla cessione di TikTok. Ora per qualunque transazione serve prima il permesso del governo cinese

Si complica la lotta tra Washington e Pechino: premio in palio TikTok, l’applicazione dei video brevi popolarissima tra i giovani, ma di proprietà della cinese ByteDance.

Il primo atto della contesa ha visto il presidente americano Donald Trump intimare, sulla scorta di una minaccia alla sicurezza nazionale – presunta per il momento – alla società cinese di scorporare le attività Usa (e quelle australiane, neozelandesi e canadesi) di TikTok e cederle, sotto la minaccia che diversamente l’app potrebbe essere spenta sui telefonini a stelle e strisce. Ma ora Pechino fa la sua contromossa: ByteDance non potrà vendere le operazioni Usa della popolare app senza l’autorizzazione del governo cinese. È questo infatti quanto prevedono le restrizioni varate dal Ministero del Commercio cinese in questi giorni, aggiornando (dopo 12 anni) la lista di tecnologie sulla cui esportazione all’estero pende una autorizzazione in capo al governo. Il riferimento è in particolare ad alcune funzionalità di intelligenza artificiale quali il riconoscimento automatico di testi e voci, l’analisi dei dati per il suggerimento di contenuti personalizzati e via dicendo. Tutte tecnologie che ByteDance usa in TikTok e che pongono dunque la società nella condizione di dover chiedere il permesso al governo cinese prima di cedere le sue attività nordamericane.è dunque

Il braccio di ferro si è dunque arricchito dunque di un nuovo capitolo, che potrebbe avere l’effetto di posporre la soluzione a dopo l’elezione presidenziale Usa, nella speranza di un approccio più soft su tema da parte di Joe Biden, il candidato favorito a novembre. Infatti, il 6 agosto scorso Trump aveva emesso il primo ordine esecutivo contro TikTok introducendo il bando ad ogni transazione con la app nel giro di 45 giorni. Una settimana dopo, con un secondo ordine esecutivo, Trump ha dato alla ByteDance 90 giorni di tempo per abbandonare tutti i suoi asset americani e qualsiasi tipo di dato raccolto negli Stati Uniti.

Ma al di là di un possibile cambio al vertice USA, resta il fatto che l’ingerenza delle amministrazioni si è fatta ancora più pressante: e per quanto riguarda Pechino non c’è da sperare in un cambio della guida a breve. Deng Xiaoping prosegue nella sua opera di rafforzamento del potere, come mostra anche ad Hong Komg, megli isolotti del Pacifico, e su Taiwan. E ora anche su TikTok, quando sugli asset americani di ByteDance si era aperta una competizione tra Oracle e Microsoft in tandem con Walmart (ne abbiamo parlato qui). Si è parlato di una valutazione nell’ordine dei 20-30 miliardi di dollari, ma queste cifre si possono tranquillamente sacrificare per dare una ‘lezione’ all’avversario.