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Prima un hype esagerato, poi una caduta improvvisa. Il mercato degli NFT, nel webinar di We Are Social, tra collectible, metaverso, Realtà Aumentata e gaming

Sempre più persone si stanno avvicinando al mondo degli NFT. Ma quali sono le reali opportunità per i brand in unoscenario caratterizzato da un’estrema volatilità? Solo nel mese di gennaio 2022, il volume di transazioni legate agli NFT ha superato i 16 miliardi di dollari: non si tratta solo di non-fungible token costosissimi – come Everydays: the First 5000 Days di Beeple, o come Crypto Punks o Bored Apes -, infatti più della metà delle vendite ha riguardato NFT del valore di meno di 200 dollari.

Questo evidenzia quanto sia alto il numero di transazioni, quante persone siano ormai vicine a questo mondo (solo su OpenSea, più di 250.000 persone ogni mese acquistano o scambiano NFT), e di conseguenza l’importanza del tema per i brand. Ma come è possibile raggiungere questa audience? Quali sono le reali opportunità e i rischi? Come si stanno muovendo le aziende?

Nel webinar di questa mattina, il tredicesimo episodio di WTFuture, la ‘NFT Edition’, organizzato da WE ARE SOCIAL, hanno partecipato il team dell’agenzia e Stefano Rosso, CEO di BVX – Brave Virtual Xperience (Gruppo OTB), e co-fondatore di D-Cave, per cercare di fare il punto sul comparto, che sta vivendo una fase di trasformazione alla ricerca di una nuova identità.

“A fronte di una crescita esponenziale, oltre il 13.000% a partire dal gennaio 2020”, ha sottolineato l’Innovation Director di We Are Social, Luca Della Dora, “ci sono i risultati concreti raggiunti in poco più di due anni: 16 milardi di dollari di NFT transati fino allo scorso mese di gennaio, e previsioni che parlano un market value che raggiungerà i 147 milardi nel 2026“.

D’altra parte, l’andamento ‘turbolento’ di questa fase è ampiamente spiegata dalle teoria dei mercati sottostante. A un fase di lenta penetrazione si sostituisce quella dell’hype, caratterizzata da fenomeni come quello che è stato citato all’inizio di questo articolo, o i 450.000 dollari spesi da Eminem per un NFT di Bored Apes che gli assomigliava.

“Alla fase dell’hype”, ha continuato Della Dora, “sta facendo seguito un periodo spostamenti ‘orizzontali’ del mercato, con cadute delle vendite di oltre il 90%, nonché l’annullamento di quelle quotazioni che non avevano una vera ‘utilità’, come l’NFT del primo Tweet di Jack Dorsey, acquistato per oltre 3 milioni di dollari che ha raggranellato offerte per qualche centinaio appena“.

Il marcato degli NFT è strettamente legato alle criptovalute, e ha risentito negativamente dell’andamento nagativo di queste ultime. Ma gli NFT ‘utili’, quelli che servono per diventare parte di una community, indossare abbigliamento digitale nel metaverso, e prendere parte a un game o a un evento digitale, stanno resistendo agli ‘alti e bassi’ tipici di questo momento, che precede la prossima fase, quella della definitiva crescita, depurata dalle distorsioni dei periodi pionieristici, fino ad arrivare alla mass adoption da parte della grande massa degli utenti.

Perché gli NFT sono ormai qui per restare, insieme al gaming e al metaverso.