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MagNews implementa Apple Mail Privacy Protection, la tecnologia che riconosce le finte aperture di iOS15

Negli ultimi mesi sta diventando sempre più comune sentir parlare di ‘cookiegeddon’, ‘apple mail privacy protection’ o ‘sentenza Schrems II’, tutti temi strettamente legati alla tutela dei dati personali, ormai diventata prioritaria nelle regolamentazioni e iniziative di autorità competenti e big tech.

Un esempio concreto in tal senso è certamente il colosso Apple, che con il recente aggiornamento dei suoi sistemi operativi, iOS15 in testa, ha implementato una nuova funzionalità di protezione della privacy (Apple Mail Privacy Protection), che consente ai propri utenti di nascondere quando, quanto, da dove e se aprono veramente i messaggi email. Per i brand che fanno uso di azioni di email marketing, già in questi primi giorni di rilascio, questo si riflette con un aumento significativo del tasso di aperture, senza però avere la possibilità di verificare se siano veritiere.

In questo scenario il team MagNews, da sempre pioniere del canale email e in prima linea in tema di data protection grazie a un’attenzione e gestione unica nel rispetto delle normative europee, si conferma partner strategico e affidabile per le tante realtà interessate da questi drastici cambiamenti.

“Stiamo vivendo un periodo di rivoluzione storico, in cui l’economia digitale richiede un sostanziale cambio di passo verso la tutela della privacy degli utenti, a discapito di logiche di business ormai consolidate, basate sul tracciamento”, afferma nella nota Elisabetta Bruno, Chief Marketing Office di MagNews. “Come MagNews abbiamo scelto da tempo di tutelare gli utenti e le loro scelte: questa impostazione si riflette anche oggi nel piano di azioni che abbiamo studiato e messo in campo per adeguare tecnologia e funzionalità a questo cambiamento”.

La piattaforma MagNews, per dare una concreta risposta alle novità imposte dall’aggiornamento rilasciato da Apple, ha infatti identificato una strategia di azioni pratiche, immediate ed organizzate in più fasi: rilevare, proteggere, misurare e agire.

Rilevare. MagNews ha già implementato e messo al servizio di tutti i suoi clienti una tecnologia che consente di riconoscere le aperture effettuate tramite il proxy di Apple e dunque gli utenti con la Privacy Protection attiva.

Proteggere. Questa nuova tipologia di eventi (queste aperture inaffidabili) sono gestite in maniera distinta e differenziata rispetto alle aperture classiche e realmente rispondenti a delle vere interazioni utente. In questo modo si andranno a salvaguardare tutte le attuali campagne, flussi automatici, recall e azioni rilevanti di business che oggi poggiano sull’affidabilità dell’apertura.

Misurare. Questa nuova metrica non verrà però nascosta o cancellata, ma verrà affiancata alle metriche classiche in tutti quei punti di reporting e valutazione contatto in cui si rivelerà utile, con un supporto all’interpretazione e alla lettura del dato.

Agire. Dare ai nostri clienti e utilizzatori di piattaforma la possibilità di poter aggiustare le loro strategie e azioni di comunicazione in maniera appropriata intervenendo sulle funzionalità principali come il recall, l’automation, l’engagement; ma soprattutto spingendo sempre di più l’attenzione dei nostri clienti verso la valutazione di metriche differenti, più orientate e collegate ad azioni con un reale valore di business, come la conversione.

“A mano a mano che i dispositivi Apple vengono aggiornati a iOS15, vedremo i nostri open rate aumentare in modo illusorio e le nostre azioni derivanti rischiano di essere meno pertinenti. Abbiamo dunque fatto la scelta di non contabilizzare questi eventi di apertura per mantenere l’affidabilità dei dati. Daremo comunque ai nostri clienti la possibilità di visualizzare e usare questo dato per poter aggiustare le loro strategie di comunicazione”, conclude Fabien Brouillaud, Chief Product Officer di MagNews. “Dovremo sicuramente cambiare qualche abitudine e concentrarsi su metriche diverse ma questa rivoluzione, sottolineando l’importanza del rispetto della persona, rafforza sicuramente la perennità del canale email”.