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Lo sport riparte dal digitale, con le app la customer experience migliora per 8 Gen Z su 10

L’industria dello sport affronta la fase 3 completamente trasformata dalla digitalizzazione e raddoppia il numero di centri che si affidano a piattaforme per gestire le proprie attività in sicurezza. Per 8 giovani su 10 sotto i 20 anni, la possibilità di accedere a strutture e corsi vi app ha migliorato notevolmente la fruizione di sport e oltre la metà di loro (53%) si trova meglio nel proprio club di riferimento da quando è possibile pagare da mobile.

Tuttavia, il ritorno alla normalità ha sottratto tempo agli allenamenti e i club hanno registrato un calo di prenotazioni del 29% nonostante la riapertura. A rivelarlo, una ricerca realizzata dall’Osservatorio Sportclubby, piattaforma per prenotare corsi, campi e servizi dedicati a qualsiasi tipo di sport, che monitora più di 650 strutture e trainer e oltre 250.000 utenti attivi in Italia.

Un’indagine su 680 sportivi italiani attivi su Sportclubby ha permesso di analizzare i principali benefici dell’evoluzione tech che il settore ha avuto nell’ultimo periodo. Con la necessità di garantire la sicurezza degli sportivi e monitorare gli accessi alle strutture, infatti, è raddoppiato (+95%) il numero di realtà che hanno digitalizzato i propri servizi e pagamenti grazie alla piattaforma nell’ultimo mese, in confronto allo stesso periodo del 2019. Parallelamente, anche le prenotazioni nei singoli centri sono cresciute del 70% rispetto all’anno scorso. Un trend che aveva iniziato a farsi sentire durante il lockdown, con una crescita di nuove palestre ‘digitali’ del +130% già ad aprile – maggio.

Per 2 persone su 3, con il digitale è notevolmente migliorata la comunicazione da parte dei club, per cui è più facile rimanere sempre aggiornati su quello che succede nella propria palestra. Ad apprezzare il nuovo approccio sono soprattutto i giovani tra i 20 e 35 anni (71%), da sempre abituati a informarsi prevalentemente online.

Anche l’accesso ai corsi, alle attività e alla prenotazione dei campi è migliorato rispetto a prima che il club utilizzasse l’app: ad affermarlo sono il 66% degli intervistati, tra cui pesa soprattutto il cluster degli under 20 (80%). Un altro plus che gli utenti sembrano apprezzare molto rispetto a prima è quello della fruizione mobile di promozioni, eventi, lezioni online – anche da parte di altri club della zona e riferiti ad altre discipline. Questo servizio è amato da più della metà degli sportivi (52%), soprattutto da quelli sotto i 20 anni (68%) e piace abbastanza anche a un ulteriore 34%.

La gestione via mobile app di abbonamenti e tesseramenti ha accolto il favore di più di metà degli utenti (53%) ed è piuttosto apprezzata anche da un ulteriore 30%, ma il ruolo dei programmi di loyalty potrebbe cambiare nei prossimi anni. A trovarsi meglio con le tessere digitali, infatti, sono i giovani nella fascia 20-35 (59%). Tuttavia, se tra i poco soddisfatti si registra solo un 17% di risposte, la concentrazione sale decisamente tra i Gen Z (25%).

Con rientro in palestra andranno ‘in pensione’ i pagamenti in contanti? Secondo i numeri registrati su Sportclubby, il mobile payment, esploso durante la quarantena, entra definitivamente nella quotidianità degli sportivi e oggi presenta solo un lieve calo del 9%, che segue la diminuzione ‘fisiologica’ di corsi in streaming. Parliamo comunque di un boom di transazioni, passate dalle poche decine di euro del giugno 2019, alle centinaia di migliaia di oggi. Del resto, secondo la survey, quasi la metà (46%) degli utenti che ha pagato da app per la prima volta nel proprio centro dopo la riapertura, trova questo servizio molto utile e comodo. Resta però un 23% di scettici che sembra non apprezzarli, soprattutto adulti tra i 36 e 55 anni, tra cui più di 1 su 4 (26%) si mostra poco soddisfatto. D’altra parte, la rotta sembra ormai tracciata dai Gen Z, il cluster che pesa di più (53%) su chi giudica positivamente il servizio e che costituirà una fetta di mercato sempre più ampia nei prossimi anni.

Con il ritorno alla normalità, cala il tempo a disposizione e l’offerta di videolezioni live – tenute spesso in forma gratuita o a prezzo contenuto in quarantena – così molti sembrano aver messo l’allenamento in secondo piano. Secondo i dati rilevati dall’Osservatorio Sportclubby su oltre 650 centri sportivi italiani, tra chi faceva sport regolarmente durante l’ultimo mese del lockdown, collegandosi a corsi in streaming, più di un terzo (36%) oggi ha smesso di allenarsi. Questa fetta di utenti pesa per un 29% di prenotazioni in meno registrate nei singoli club rispetto a prima, ma costituisce anche un bacino ‘dormiente’ che sarà possibile fidelizzare e recuperare con operazioni in chiave big data.

Molte persone hanno continuato a fare sport in quarantena, ma si tratta del 88% in meno degli utenti che nella primavera 2019 hanno fatto attività nel proprio centro sportivo. Tuttavia questo cluster più resiliente ha fatto il 32% di sport in più rispetto al 2019 durante il lockdown e il 26% in più alla riapertura. Si tratta di una routine sportiva differente e più ‘distribuita’ su diversi centri sportivi, anche grazie alla flessibilità offerta dai corsi in streaming e alla migliore visibilità delle proposte dei club su canali digitali come Sportclubby.

“Per intercettare le nuove generazioni, i centri sportivi del post-Covid dovranno abituarsi a ragionare con un’offerta sempre più accessibile, flessibile e on-demand, sul modello delle grandi piattaforme – da Amazon a Netflix e Spotify – a cui si sono abituati i nativi digitali”, commenta nella nota Stefano De Amici, CPO e Cofondatore di Sportclubby. “Con il lockdown abbiamo affiancato centinaia di imprenditori sportivi per convertire l’emergenza in una grande opportunità, anticipando i cambiamenti di un mercato in rapida trasformazione. Siamo solo agli inizi, ma con Sportclubby vogliamo essere parte attiva in questo cambiamento, al fianco di chi ama lo sport per lavoro o per passione”.