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La meta-human MYA inaugura, in veste di moderatrice, la 20esima edizione di IAB Forum 2022 ‘Decoding Change’ (ed è anche simpatica… )

Al via il palinsesto delle due giornate dell’edizione 2022 di IAB Forum, quella del ventesimo anniversario, l’evento più importante dedicato alla industry del digitale. Autorevoli professionisti ed esperti sono stati i protagonisti dell’approfondimento e della condivisione di interessanti punti di vista sulle parole chiave che compongono il tema generale dell’evento: Decoding Change.

Moderatrice di eccezione nella prima giornata di IAB Forum, MYA, una meta-human che in perfetto stile ‘futuristico’ ha accompagnato gli ospiti in platea e quelli collegati via streaming nella scoperta dei molti temi e delle riflessioni a programma. Anticipa l’intervento di Noseda, il rapper Anastasio con la sua canzone Babele, un ritorno al valore del linguaggio, che oggi appare svuotato di significato.

Ad aprire i lavori il Presidente di IAB Italia Carlo Noseda: “20 anni di IAB sono una data davvero significativa. I numeri sono cambiati, la rete è diventata pervasiva e liquida. Il digitale oggi si è trasformato da mezzo di comunicazione a luogo e, come ogni luogo, necessita di regole che vanno rispettate, altrimenti si trasforma in caos”.

Noseda ha invitato tutti ad andare più in profondità, oltre le parole, per capire e vivere il cambiamento più consapevolmente e portarlo a vantaggio di tutti: “Il problema del digitale è il suo essere semplice quasi ‘given’, e il pericolo è quello di essere trattato in modo superficiale. La smaterializzazione dell’esperienza ha reso tutti più veloci, ma anche meno profondi. I nativi digitali vivono questa superficialità come normale, non hanno mai conosciuto il mondo analogico e approcciano i problemi con una visione quasi salvifica della tecnologia. Occorre tornare ai significati più profondi per capirne l’essenza. Eventi come IAB Forum e la Milano Digital Week che si è appena conclusa hanno proprio l’obiettivo di ‘contagiare’ le persone con il loro sapere, decodificando il cambiamento, per renderlo più fruibile ma anche profondo”.

Il lavoro di decodifica del cambiamento in questa prima giornata di IAB Forum 2022 passa dal contributo e dalle testimonianze di prestigiosi esperti e accademici che, ci tiene a sottolineare Noseda, sono tutti italiani. “Un pregio per il nostro palco ma anche per il nostro Paese che, come e più di altri, guarda all’innovazione del futuro con consapevolezza e responsabilità, a cominciare da oggi”.

Gli interventi della prima giornata di IAB Forum

Paolo Colombo, Professore Ordinario di Storia delle Istituzioni Politiche all’Università Cattolica, ha incentrato il suo intervento d’apertura lavori ‘Olivetti: Dove è cominciato il futuro’ su chi il futuro è stato in grado di vederlo, anticiparlo, ispirarlo e portarlo nella vita degli italiani costruendo un bellissimo capitolo della storia industriale del nostro Paese. “Adriano Olivetti”, secondo il professore, “è colui che è stato in grado di decodificare il cambiamento insegnandoci che nulla è impossibile e gettando un seme importante che, qualche anno più avanti, i suoi stessi collaboratori avrebbero fatto crescere dando vita al primo personal computer, nato a Ivrea in Italia”.

Parte da qui un viaggio tra le parole chiave del cambiamento, prima fra tutte quella dell’Innovazione a cui è dedicato l’intervento ‘La formula dell’innovazione – Il futuro tra aspettative e realtà’ a cura di Cristina Pozzi, CEO e Co-Founder Edulia e Alfio Quarteroni, Professore di Analisi Numerica e Direttore del MOX al Politecnico di Milano. Esiste una formula dell’innovazione? Forse sì. Nel suo intervento sulla tecnologia a scuola, Cristina Pozzi ne sostiene l’utilità solo a condizione che questa non si inserisca come una mera ‘sostituzione’ (come accaduto con la DAD) ma come elemento di ‘ridefinizione’ di un modo di insegnare che significa far seguire all’inserimento della tecnologia nuove strategie, come dividere la classe in gruppi, far partire lezioni parallele, creare contaminazione tra gli studenti. Alfio Quarteroni riporta con convinzione che la matematica è tra le ‘materie di moda’ che apre scenari di utilizzo, attraverso l’analisi dei dati e la costruzione di modelli poco immaginati, come la conoscenza dell’attività cardiaca finalizzata a comprendere dove intervenire prima di agire (la capacità predittiva della matematica, appunto).

Su come la scienza può ricostruire il passato e disegnare il futuro, si concentrano l’intervento del professore Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS e di Marco Simoni, Economista Università Luiss. Remuzzi racconta che c’è un grande fascino nell’indagare il passato per capire chi siamo. E alla domanda perché siamo diversi dagli altri scimpanzé, Remuzzi cita la scoperta del genetista premio Nobel Svante Pääbo che è stato in grado di indagare il DNA dei fossili scoprendo che ciò che ci rende diversi è solo un aminoacido (su 540) di una proteina.

Alla domanda se abbiamo imparato a sostenere la ricerca, Simoni risponde sostenendo che, seppur sia aumentata la consapevolezza nel progredire e nell’affrontare eventi inaspettati, occorre riscoprire e supportare i luoghi dove si fa la ricerca che dovrebbero essere ecosistemi e non sistemi isolati perché è lì che i ricercatori riescono a rendere di più.

Spazio al tema delle Competenze con l’intervento ‘Quali competenze per la nuova leadership‘ con Cristina Calabrese, Presidente e Amministratore Delegato Key2people e Roberta Cocco, Esperta di Trasformazione digitale. Roberta Cocco sottolinea nel suo intervento l’esistenza di un forte gap di competenze digitali in Italia. Il nostro paese si trova, infatti, agli ultimi posti e il suggerimento numero uno per ridurlo, secondo Cocco, è quello di ‘fare sistema’ attraverso una formazione aperta, cooperativa, generativa senza ‘lasciare indietro nessuno’. Cristina Calabrese ha parlato di leadership definendola come la “capacità di gestire sistemi aperti tra sistemi aperti”. La nuova leadership è quella che crea le condizioni interne per generare le competenze in un sistema che vive e si muove con altri sistemi aperti.

L’intervento sulle Disuguaglianza ‘Come Unire Un Mondo Diviso’ a cura di Stefano Scarpetta, Direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari Sociali dell’OCSE, punta i riflettori sui giovani e sulla loro recente sofferenza durante la pandemia. Se da un lato, la tecnologia ha salvato molti giovani attraverso la DAD, la stessa soluzione ha fatto emergere un divario, una disuguaglianza dovuta a molti fattori nel suo utilizzo (con la DAD, il 30% dei giovani sono stati lasciati indietro). Investire e credere nel capitale umano è una delle risposte, secondo Scarpetta, in un paese in cui tra i 25-34 anni il numero dei laureati ci pone agli ultimi posti in classifica.

C’è la parola chiave Sostenibilità in ‘La sostenibile leggerezza dell’innovazione’ con la partecipazione di Elena Lavezzi, Chief Strategy Officer Kuda e Paolo Taticchi, Professore di Strategia e Sostenibilità Aziendale UCL School of Management. Secondo Taticchi fare sostenibilità oggi significa fare strategia, dove l’innovazione è il mezzo e la sostenibilità il fine. Questo tema trattato anche nel Manifesto sugli NFT, da lui stesso curato, ci insegna che dobbiamo sempre stare attenti a come si usano le tecnologie, ad esempio alcuni NFT hanno, infatti, un’alta carbon footprint e non vanno utilizzati indistintamente.

È di grande valore l’intervento sul tema della Tecnologia ‘Come rendere democratica la tecnologia‘ di Massimo Banzi, Co-founder di Arduino. “Arduino sono famiglie di piccoli computer che sono stati inventanti per rendere intelligenti molti oggetti”, racconta il suo inventore. “È l’esempio di come democratizzare la tecnologia”, racconta sul palco, mostrando un sensore indossato per misurare la qualità dell’aria, che attraverso il suo utilizzo fa sì che si diventi dei ‘segnalatori’, portando i dati raccolti e ricevuti a conoscenza delle altre persone.

‘La geografia della trasformazione digitale’ è stata al centro degli interventi di Gabriele Benedetto, Amministratore Delegato di Telepass, Mirja Cartia d’Asero, Amministratrice Delegata de Il Sole 24 Ore, e Gianmario Verona, Presidente della Fondazione Human Technopole.

Per chiudere, il tema dell’Umanità nell’intervento ‘Orchestrare il futuro restando umani’ dove Andrea Pezzi, Founder & CEO di Mint ha dialogato con il direttore d’orchestra Beatrice Venezi. “Per creare l’innovazione bisogna essere umani”, ha detto Andrea Pezzi. “È il libero arbitrio che fa la differenza, da questo dipendono le nostre scelte, che possono essere giuste o sbagliate. Se si fanno le scelte giuste allora l’umanità evolve. Ma se sono gli algoritmi a scegliere al posto nostro, livellando il merito, allora le persone perdono la loro diversità, e tutto diventa piatto”.

Le frasi più belle sentite oggi

“Babele non è stata così alta mai, arrivati ad afferrare il cielo ci scopriamo così soli, per sempre lontani da noi, fuori da noi” (Anastasio).

“Il futuro va decodificato quando è ancora futuro, non quando è presente o – ancor peggio – quando è passato” (Paolo Colombo).

“Il futuro entra in noi per trasformarsi prima che accada” (Rainer Maria Rilke, citato da Ferruccio De Bortoli).

“Il cambiamento è situazionale, la trasformazione è culturale” (Giuseppe Stigliano).

“La crescita deve essere garbata” (Paolo Taticchi).

“Ci si può fidare dell’algoritmo ma ci sono alcune caratteristiche che deve avere: spiegabilità ed equità” (Michela Milano).

“Per creare l’innovazione bisogna essere umani” (Andrea Pezzi).