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Il Parlamento Europeo approva entrambe le proposte del Digital Service Package. L’entrata in vigore della normativa è prevista per il prossimo autunno

La VicePresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager

Il Digital Services Package, composto dal Digital Services Act (DSA) e dal Digital Markets Act (DMA), è stato approvato dal Parlamento Europeo, a larga maggioranza: 588 sì, 11 contrari e 31 astenuti per il primo, e 539 voti favorevoli, 54 contrari e 30 astensioni per il secondo. Queste direttive erano state presentate dalla Commissione Europea nel dicembre 2020, e finalmente una serie di leggi e norme per le piattaforme online si applicheranno all’intera Unione.

Nel DSA sono raggruppate le norme a tutela degli utenti online, mentre nel DMA spiccano una serie di regole per garantire la libertà di impresa e combattere le tendenza monopolistiche. Intervenendo anche a limitare i ‘gatekeeper’, aziende come Apple e Google, per citarne solo gli esempio più conosciuti.

Il primo commento all’approvazione è giunto da Margrethe Vestager, VicePresidente della Commissione e responsabile per l’implementazione della piattaforma normativa ‘Europe Fit for the Digital Age‘ che ha seguito le misure discusse oggi dall’inizio del loro percorso parlamentare. “Il Parlamento Europeo ha adottato una misura senza precedenti al mondo: regolamentazioni forti e ambiziose per le piattaforme online”, ha sottolineato in una nota Vestager. “Il Digital Services Act permetterà la protezione dei diritti degli utenti online. Il Digital Markets Act crea mercati online giusti e aperti. Per esempio, l’hate speech, che è illegale, potrà essere lagamente frenato online. E i prodotti comprati online devono rispondere a indicazioni cogenti per le sicurezza dei consumatori. Inoltre le grandi piattaforme devono trattenersi dal promuovere i propri interessi, condividere i dati con altri business e abilitare nuovi app store. Perché con le dimensioni arrivano le responsabilità: come grande piattaforma ci sono cose che devi fare e cose che non devi fare”.

Particolare importanza economica avrà il DMA, che impatterà direttamente i ‘gatekeeper’. Si tratta di aziende come le Big Tech americane: Google, Amazon, Meta, Apple e Microsoft sopra tutte le altre. Anche i tech giant dovranno garantire il confronto competitivo sulle proprie piattaforme.

Questo significa, per esempio, permettere di avere più app store su iOS per Apple, al posto dell’unico store strenuamente difeso negli anni da Cupertino, Oppure servirà una gestione diverse dei dati pubblicitari raccolti da Facebook e Instagram. Tutte misure per cui più volte gli antitrust europei sono intervenuti, per quanto di loro competenza: l’ultimo volta nei confronti di Google Analytics. Ma le nuove norme non solo implementano un framework legale complessivo a livello comunitario. Consentono anche ai regolatori europei di irrogare multe di grandi proporzioni.

Infatti tutte le aziende giudicate colpevoli potranno incorrere in multe fino a un “10% del proprio fatturato mondiale totale registrato nell’anno finanziario precedente”: una penalizzazione che potrebbe rivoluzionare il modo in cui le aziende Big Tech gestiscono le proprie piattaforme.

I prossimi passi prevedono l’adozione da parte del Consiglio UE, che dovrà controfirmare i due provvedimenti. A questo punto saranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, ed entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Quindi, dovrebbero essere attive entro l’autunno di quest’anno.