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Il mercato della Smart Home cresce a 530 milioni di euro nel 2019, ma l’Italia è ancora agli ultimi posti in Europa

Questa mattina è stata presentata la ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che ha presentato dati interessanti, ma ha anche evidenziato un quadro generale più arretrato rispetto alle altre grandi nazioni europee, Germania e Regno Unito (2,5 miliardi ciascuno) o alla Francia (1,1 miliardi), per non parlare degli Stati Uniti, che guidano il comparto con investimenti superiori a 50 euro procapite.

L’Italia, pur con un mercato in crescita a 530 milioni di euro, si confronta sostanzialmente con la Spagna, con investimenti procapite rispettivamente di 8,8 euro contro 9.

Il boom degli assistenti vocali spinge l’avanzata dei retailer online e multicanale come principale canale di vendita di oggetti connessi per la casa (47%), mentre la filiera tradizionale (composta da produttori, architetti, costruttori edili, distributori di materiale elettrico e installatori) mantiene un ruolo rilevante (39%) ma perde quote di mercato. Netto l’incremento delle telco (10%, +140% rispetto al 2018) e ancora limitato il peso di utility e assicurazioni (4%). Sempre più aziende stanno lavorando al lancio di nuovi servizi per la Smart Home: gli esempi sono numerosi e spaziano dal pronto intervento garantito da aziende di vigilanza in caso di tentativo di infrazione, al supporto per la riduzione dei consumi energetici, al riordino automatico dei prodotti di cui si stanno esaurendo le scorte, fino alla possibilità di migliorare l’assistenza agli anziani. Si moltiplicano, inoltre, alleanze e partnership fra gli operatori per offrire nuovi servizi che sfruttano la progressiva integrazione tra intelligenza artificiale e dati raccolti attraverso gli oggetti connessi.

Insieme al mercato crescono infatti la consapevolezza dei consumatori e la diffusione degli oggetti smart nelle case: il 68% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di casa intelligente e il 40% possiede almeno un oggetto smart, con soluzioni per la sicurezza e smart home speaker in cima alle preferenze degli acquirenti. Crescono anche i timori dei cittadini per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy: il 54% è restio a condividere i propri dati personali (+3% rispetto al 2018).

Le soluzioni per la sicurezza si confermano al primo posto in termini di quote di mercato, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa (+15% nel 2019). In seconda posizione, gli smart home speaker, 95 milioni di euro pari al 18% del mercato (+58%), che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi IoT per la casa connessa. Crescono anche gli elettrodomestici, che valgono 85 milioni di euro e il 16% del mercato (+55%), di cui sempre più utenti usano le funzionalità smart (il 35%, +10% sul 2018). Subito dietro al podio si posizionano le caldaie, i termostati e i condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, che beneficiano della progressiva integrazione con gli assistenti vocali, dell’offerta di servizi legati alla manutenzione e della possibilità di aumentare risparmio energetico e comodità, con un valore complessivo di 65 milioni di euro (il 12% del mercato, +44%). Seguono le casse audio (50 milioni di euro, 9%) e le lampadine connesse (35 milioni di euro, 7%), spinte dalle offerte che ne prevedono la vendita insieme agli smart home speaker.

I canali di vendita
Il 2019 segna il sorpasso dei nuovi canali di vendita sulla filiera tradizionale che – pur in crescita del +9%, con 210 milioni di euro – continua a perdere terreno in termini di quote di mercato, passando dal 50% del 2018 al 39% di quest’anno, penalizzata da un atteggiamento ancora in larga parte conservativo da parte degli installatori. Si segnalano invece i primi casi interessanti di distributori che hanno dato vita a veri e propri showroom dedicati alla Smart Home, che possono essere utilizzati per fare formazione sul tema verso queste figure, con i produttori che sfruttano sempre più il canale online per raggiungere direttamente il consumatore finale. A trainare il mercato negli ultimi dodici mesi sono gli eRetailer (150 milioni di euro, +90%) e i retailer multicanale (100 milioni, +39%), che sulla spinta delle vendite degli assistenti vocali raggiungono complessivamente un valore di 250 milioni di euro, pari al 47% del mercato.

L’anno appena concluso è stato molto positivo anche per le telco, che grazie agli sforzi in termini di semplificazione dell’offerta (soluzioni gestibili da App e pagamenti mensili), apertura di nuovi servizi (come i dispositivi per localizzare gli animali domestici e i wearable per monitorare gli anziani) e integrazione dell’offerta tradizionale con i nuovi oggetti smart, sono cresciute del 140% rispetto al 2018, toccando quota 50 milioni di euro (10% del mercato). Utility e assicurazioni, invece, non hanno compiuto il salto di qualità che ci si attendeva, mantenendo un peso marginale nel mercato (appena il 4% complessivo).

I consumatori
La Smart Home è nota ai consumatori italiani: il 68% del campione intervistato dall’Osservatorio – in collaborazione con Doxa – ha sentito parlare di casa intelligente almeno una volta (+9% sul 2018), il 63% conosce il termine domotica, con percentuali che salgono rispettivamente al 77% e al 65% fra gli utenti con meno di 35 anni. La diffusione degli oggetti smart nelle case degli italiani è stabile rispetto al 2018 (di poco superiore al 40%), ma aumenta il numero di dispositivi posseduti, con sensori per porte e finestre (presenti nelle case del 16% del campione), telecamere (15%), altoparlanti e casse audio (14%) ai primi posti, seguiti da videocitofoni e serrature (12%), soluzioni per il riscaldamento (9%), assistenti vocali (8%), lampadine (8%), grandi elettrodomestici (7%) e caldaie (6%).

Cresce anche il numero di consumatori in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati, senza l’aiuto di un professionista (64% dei rispondenti, +10% rispetto al 2018), e l’utilizzo delle funzionalità smart da parte degli utenti (65%, +7%). Le motivazioni più frequenti che frenano ancora l’uso sono l’eccessiva complessità (18%), la mancata percezione dei benefici (10%) e la difficoltà a utilizzare le App per la gestione (6%). Nonostante la buona crescita del mercato, sono ancora relativamente pochi i consumatori interessati ad acquistare prodotti per la Smart Home in futuro (37%), con appena l’11% che intende farlo nel 2020 e il 26% che lo prevede nei prossimi tre anni. Le funzionalità più desiderate sono le soluzioni per il riscaldamento (23% dei rispondenti) e i grandi elettrodomestici (21%), seguite da lampadine (15%), telecamere (15%) e caldaie (12%).