Alberto Giannini, Founder e CEO di IC DIGITAL
È finito il 2022, che anno è stato per voi?
Mi sento di affermare che è stato un anno di battaglie, di obiettivi conquistati con difficoltà, impegno e tanto lavoro. Nel 2022 non abbiamo avuto tempo di tirare un sospiro di sollievo per l’uscita da una pandemia che abbiamo ripreso a vivere nel terrore di una guerra su scala mondiale. Due delle più grandi paure dell’umanità.
Il nostro settore è fatto anche di economia, e questa spesso viene dalla pancia, dal sentimento diffuso nella popolazione. Se manca la serenità tutto diventa più complicato e faticoso: difendere il valore del nostro lavoro sul mercato, far partire nuovi progetti, valorizzare correttamente le nostre competenze, aiutare i clienti a restare concentrati sul piano operativo concordato.
Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri?
Siamo senza dubbio orgogliosi di essere riusciti ad accompagnare alcuni dei nostri più grandi clienti verso il concetto di digital experience, a cui siamo molto legati, abbandonando la vecchia idea di digital marketing. Ci presentiamo come ‘eXperience Makers’ proprio perché pensiamo che un’esperienza di qualità sia tutto nel mondo digitale: quando riusciamo a offrire qualcosa di coinvolgente, immersivo, potente, in una parola ‘memorabile’, allora riusciamo a far entrare il brand in sintonia con le emozioni dell’utente. Per riuscirci, utilizziamo la nostra competenza e disegniamo percorsi in cui la conversione e la vendita siano momenti veramente appassionanti, in grado di rappresentare l’inizio, appunto, di un’esperienza da ricordare.
Contingenza a parte, che cosa augurate al vostro comparto per il nuovo anno, insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?
Personalmente, sento la necessità di provare a dare delle regole a un mercato che sembra non averne più da tempo. Mi riferisco ad esempio alla condivisione di un codice etico in materia di listini e partecipazione alle gare. Nel nostro settore ormai sono saltati gli schemi e ci si trova a doversi confrontare con realtà poco professionali, diciamolo, disposte a tutto pur di acquisire un nuovo cliente. A discapito, ovviamente, della qualità del lavoro e dei risultati.
In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?
Stiamo andando sempre più nella direzione delle esperienze memorabili. Tutto si giocherà sul piano delle potenzialità che la tecnologia, specie la più innovativa, sarà in grado di offrire alla comunicazione. In particolare, un obiettivo importante sarà per noi riuscire a far comprendere l’importanza di una strategia di raccolta dati che sappia tener traccia di azioni, comportamenti ed esigenze dei visitatori, così da creare un contatto diretto e personalizzato tra brand e utente, misurandone il valore effettivo.
Abbiamo ideato e sviluppato per questo una metodologia di Search Experience del tutto innovativa, per soddisfare le aspettative degli utenti che cercano sempre di più un’esperienza personalizzata, e allo stesso tempo rispondere al meglio ai requisiti del nuovo Google Algorithm.
La Search Experience unisce un approccio analitico al mondo digitale alle necessità degli utenti, attraverso lo studio congiunto di UX, trend di ricerca e analisi dei dati. Un metodo per accompagnare l’utente lungo tutto il suo percorso digitale, facendo sì che i suoi momenti vissuti sul web non si concludano con la risposta a un bisogno immediato, ma possano garantirgli un’esperienza digitale personalizzata e memorabile, in grado di creare conversioni e, quel che più conta, fidelizzazione.
La vostra prossima sfida?
Le sfide da affrontare prossimamente saranno molte, e per uscirne vincenti sarà decisivo riuscire a trasmettere ai clienti la consapevolezza che la cosiddetta digital transformation è solo, per così dire, l’atto conclusivo di un processo. Tutto deve partire invece da un’analisi della maturità digitale dell’azienda, per individuare il modo più efficace di utilizzare le potenzialità della tecnologia.
Le aspettative nei confronti dei prodotti digitali sono cresciute esponenzialmente, ma non altrettanto la capacità di trasformarli in strumenti per creare valore. C’è bisogno per questo di realtà di riferimento come la nostra, che facciano da interpreti, in grado di facilitare il percorso, fornendo gli strumenti e i consigli giusti per orientarsi, semplificando elementi che possono risultare complessi per i non addetti ai lavori.