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I lavori ‘avidi’ devono trasformarsi in lavori ‘collaborativi’. Perché l’economia non è finanza, ma è psicologia, sociologia, forza lavoro: è piena di persone

Claudia Goldin, Premio Nobel 2023 - Ph. Brian Snyder
Claudia Goldin, Premio Nobel 2023

Perché le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, in particolare nelle professioni ad alta remunerazione come la finanza e la giurisprudenza, dove il divario rimane ostinatamente elevato?

Claudia Goldin, docente all’Università di Harvard, ha vinto il Nobel per l’economia di quest’anno conducendo studi accurati che seguono le traiettorie delle carriere di uomini e donne ‘reali’ nel corso del tempo. Questi dati mostrano che subito dopo l’università o la laurea, la retribuzione di uomini e donne è molto simile. Nei primi anni di lavoro, i divari rimangono contenuti e sono in gran parte spiegati da diversi campi di studio o occupazioni. Ma circa 10 anni dopo la laurea, le cose iniziano a cambiare. Questi cambiamenti si verificano in genere uno o due anni dopo che le persone hanno messo su famiglia. Ma la tensione tra cura e lavoro che stiamo affrontando ha preceduto di molti decenni la catastrofe globale della pandemia, che paradossalmente ha alleggerito, in alcuni casi, gli impegni femminili

Negli ultimi 50 o 60 anni, dove sono disponibili dati, si può vedere che quanto le donne portano sul posto di lavoro è aumentato, e questo fatto, da solo, ha ridotto di molto il divario salariale. Ma poi c’è un gap residuo, inspiegabile: le donne sembrano ricevere meno per aver portato le stesse ‘unità’ di lavoro, qualsiasi sia la misurazione, sul posto di lavoro, e questo è davvero molto preoccupante.

C’è un’agenzia governativa negli USA, la Equal Employment Opportunity Commission, che si dedica a cercare di capire perché le persone vengono pagate in modo diverso: non sulla base delle dichiarazioni individuali, bensì analizzando oggettivamente il contesto. Non c’è un unico divario salariale, ma ci sono cambiamenti nel tempo, e questi cambiamenti nel tempo indicano che gli individui scelgono strade diverse per soddisfare i propri desideri. Questi divari molto ampi si verificano in particolari momenti, che spesso riguardano la convivenza o il matrimonio, gli spostamenti geografici, l’abbandono di una scuola.

Il punto è che studi su studi dimostrano che le maggiori differenze tra uomini e donne, in particolare tra coloro che hanno conseguito una laurea e un master, è che le donne tendono a fare di più sul fronte domestico, a essere la persona ‘di turno’ a casa, mentre gli uomini tendono a evitare queste incombenze, anche nei paesi sviluppati. Per quanto riguarda il divario retributivo tra i sessi, non c’è dubbio che ci sia discriminazione, che ci siano manager prevenuti. Sono ovunque e dovrebbero essere identificati e i loro atteggiamenti corretti. Ma ci sarebbe comunque un altro problema, un problema che è sistemico. Quello dei ‘lavori avidi’.

“Il lavoro è che io chiamo ‘avido’, significa che più ore si fanno, più alta è la paga oraria”, spiega la Goldin in un’intervista al Financial Times. “O non è necessario che sia il numero di ore inteso come quantità. Potrebbe trattarsi di quali ore. È il fine settimana? Sono le ferie? Se i guadagni aumentano in modo sproporzionato, quindi in maniera esponenziale invece che lineare, gli individui si trovano di fronte a scelte difficili”.

In altre parole, e questo è il punto centrale dello studio, se il lavoro avido paga una cifra così sproporzionata in più, le coppie sono invogliate a rinunciare al loro desiderio di suddividersi gli impegni al 50/50. In un certo senso, vengono ingannati o corrotti perché scelgano una forma di lavoro ‘avido’. E ci sono alcuni settori, come l’avvocatura e la consulenza, che non hanno ancora apportato cambiamenti in tal senso. Ma si sta iniziando a vedere alcuni giovani, in particolare in quelle professioni, che si oppongono alle loro condizioni di lavoro.

“È praticamente impossibile capire cosa faranno le aziende”, conclude l’intervista Goldin. “Ma abbiamo la sensazione che alcune persone sceglieranno in modo sproporzionato di lavorare a casa. Alcuni sceglieranno in modo sproporzionato di lavorare on premises. Non so esattamente chi siano queste persone. Non è abbastanza chiaro. Ma la preoccupazione più grande in termini di genere è che ci sono aziende in cui le persone che lavorano a casa in modo sproporzionato sono donne. Avremo quindi un’altra enclave femminile? Un nuovo ‘mother track’ online?”.