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Google abbandona il FLoC per gestire l’interest-based advertising. Ecco ‘Topics’, una nuova soluzione più rispettosa della privacy

Il FLoC (Federated Learning of Cohorts), controverso progetto di Google che avrebbe dovuto sostituire i cookie nell’interest-based advertising, raggruppando invece gli utenti in gruppi anonimi con interessi comparabili, è stato definitivamente abbandonato dal motore di ricerca e da Chrome.

Al suo posto, Google ha annunciato l’avvio di ‘Topics‘, una nuova proposta che sostanzialmente imparerà a conoscere gli interessi prevalenti dei navigatori mentre questi si muovono sul web. Topics conserverà i dati solamente per le ultime tre settimane della cronologia di navigazione e, per il momento, Google sta limitando il numero di temi a soli 300 item, con l’intenzione però di allargare questo elenco nel tempo. Google precisa che questi item non includeranno categorie sensibili come sesso o razza.

Per comprendere gli interessi dei surfer, Google classifica i siti visitati in base all’affinità per uno di questi 300 item. Per i siti che non sono stati classificati in precedenza, un algoritmo di apprendimento automatico nel browser fornirà un argomento stimato in base al nome del dominio.

Quando si imbatte in un sito che supporta l’API di Topics per scopi pubblicitari, il browser identifica tre argomenti che interessano al visitatore, uno per ciascuna delle tre ultime settimane, selezionati in maniera casuale tra i primi cinque item di ogni settimana. Il sito può quindi condividere questi argomenti con i suoi partner pubblicitari per decidere quali annunci mostrare.

In teoria, questo rappresenterebbe un metodo che rispetta maggiormente la privacy, e Google sottolinea che mette a disposizione degli utenti anche un controllo e una trasparenza molto maggiori rispetto a quello che è attualmente lo standard. Gli utenti potranno rivedere e rimuovere argomenti dai propri elenchi e disattivare anche l’intera API su cui si basa il sistema.

Ben Galbraith

“La progettazione dell’elenco degli item è stata ispirata da quanto abbiamo appreso dalle precedenti prove con FLoC”, ha affermato Ben Galbraith, responsabile di Privacy Sandbox di Google, in una conferenza stampa prima dell’annuncio di ieri. “E questo ha portato a numerosi ottimi feedback da parte della community: Topics sostituisce la nostra proposta FLoC e voglio ricordare che l’intero processo di condivisione della proposta, esecuzione dei test, raccolta di feedback e quindi iterazione del design mostra che il processo funziona come previsto“.

Galbraith ha osservato che Google ha discusso preliminarmente con numerosi operatori del mercato per raccogliere feedback su questa nuova proposta, ma solo la giornata di ieri ha segnato l’inizio ufficiale del processo di collaborazione con l’intero ecosistema digitale. Rimane da vedere, infatti, se altri produttori di browser saranno interessati ad aggiungere l’API di Topics, cosa di cui ci si permettiamo di dubitare vista la reazione negativa alla precedente proposta dei FloC. Sarà comunque interessante osservare la reazione dell’intero ecosistema, considerato che Chrome detiene circa il 65,27% della quota di mercato dei browser nel 2021: una parte maggioritaria, ma neppure lontanamente assimilabile a una posizione monopolistica.

“FLoC, nel corso dei primi test, non ha fornito i risultati sperati e questo cambio da parte di Google non è una sorpresa. Siamo perfettamente consapevoli che la strutturazione di dati correlati a topic attraverso segnali contextual è una strada percorribile, tuttavia un approccio consumer first richiederà una soluzione basata sul consenso. Mentre un’unica e immediata risposta per la privacy non è ancora disponibile, l’ultima mossa di Google sembra, ancora una volta, essere stata ideata unicamente per soddisfare gli interessi di un solo browser non tenendo in considerazione le esigenze dei consumatori o dell’open internet“, si è precipitata a dichiarare polemicamente al riguardo Rohini Sen, Global Head dell’Audience Intelligence and Measurement di Quantcast, a conferma di una posizione abbastanza diffusa tra gli operatori digitali.

“L’utilizzo di una tassonomia standard industriale del settore (si parla di una possibile collaborazione con IAB, ndr) non garantisce da sola l’adozione di questa nuova soluzione”, ha commentato anche Liz Miller, analista di Constellation Research. “Tuttavia, Topics mostra che Google sta lavorando duramente per creare consenso tra inserzionisti e sviluppatori digitali. Questo sforzo non era così evidente con FLoC”.

Vale anche la pena notare che, per gli inserzionisti, gli item sono solo un potenziale segnale per decidere quale annuncio mostrare a un determinato utente, che può (e deve) essere integrato con altri dati contestuali sull’utente, se disponibili. Google prevede di iniziare a testare l’API Topics alla fine di questo trimestre. Sperando che incontri miglior fortuna dei FloCs.