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Gli azionisti di Twitter approvano la vendita a Elon Musk, che però si è ritirato da tempo. Ci si vede il 17 ottobre in tribunale, ma intanto l’ex-capo della sicurezza del social diventa un ‘whistleblower’

Il 13 settembre è stato il giorno in cui gli azionisti di Twitter hanno approvato l’offerta pubblica di acquisto da 44 miliardi di dollari, annunciata in aprile da Elon Musk. Peccato che a inizio luglio la stessa fosse stata poi ritirata dallo stesso Musk, sostenendo che i dati forniti da Twitter sugli account fake fossero ‘gravemente falsificati’.

Vista l’inconciliabilità delle posizioni, la causa legale era stata avviata senza indugio da Twitter presso la Corte del Delaware, stato in cui il social aveva fissato da tempo la sede legale, e il tribunale aveva accettato la richiesta di competenza, nonostante l’opposizione dei legali di Musk, e aveva fissato il processo breve, cinque giorni al massimo, il 17 ottobre prossimo, per decidere se Musk dovesse eseguire quanto da lui concordato, cioè acquistare Twitter per la somma esorbitante fissata nell’accordo, oppure si potesse ritirare pagando solo un miliardo (eventualità prevista dal contratto ma rifiutata da Twitter sulla base della non applicabilità della clausola al contesto), oppure ancora rinunciare senza dover pagare nulla, perché la falsificazioni di cui era accusato il social erano evidenti.

Spostato il confronto in tribunale (il magistrato giudicante è Kathaleen McCormick della Court of Chancery) i primi passi sono stati giudicati favorevoli a Twitter: l’approvazione del processo breve, la repulsa della richiesta di altri dati sugli account da parte dei legali di Musk sulla base che fosse ‘irragionevolmente estesa’ e la fissazione del processo alla metà di ottobre (quando Musk tramite i suoi legali aveva chiesto che fosse ritardato nel tempo).

Ora è arrivata anche l’approvazione degli azionisti, un atto puramente formale, che tuttavia dà ulteriore peso a Twitter in tribunale. Però nelle settimane scorse, il 22 agosto in particolare, il Washington Post aveva fatto ‘scoppiare’ la notizia che l’ex-capo della sicurezza di Twitter, Peiter (Mudge) Zatko, aveva inviato il mese precedente un memorandum al Senato USA e alle agenzia federali interessate, in cui sosteneva che “gli incentivi hanno portato i top manager a dare priorità ai profitti rispetto alla sicurezza”, e che “avendo denunciato tutte le falle nel sistema di protezione dei dati di Twitter” era stato licenziato lo scorso mese di gennaio dopo “gli avvertimenti inascoltati da parte del top management”.

Adesso la sua testimonianza sarà usata dal proprietario di Tesla, che ha avuto il via libera dal tribunale del Delaware, nella battaglia legale che lo contrappone a Twitter. Lo stesso tribunale però ha rifiutato di considerare valido il fatto – come avevano scritto i legali di Musk – che il pagamento di circa 7 milioni di dollari da parte di Twitter all’ex capo della sicurezza costituisse un’ulteriore ragione per abbandonare l’accordo, perché il social non aveva rispettato l’impegno a “non concedere o fornire alcuna liquidazione o indennità di fine rapporto fuori dall’attività ordinaria”.

Quindi, in linea teorica, si potrebbe andare verso una sentenza che, in un pugno di giorni, decreta che Musk deve acquistare Twitter alle condizioni concordate, e nello stesso tempo verso l’apertura di un’indagine del Senato USA perché Twitter è “una piattaforma vulnerabile agli attacchi di adolescenti, ladri e spie e mette a rischio la privacy dei suoi utenti”, come ha scritto lo stesso Zatko, che nella sua testimonianza giurata di fronte alla Commissione Giustizia del Senato aveva rincarato la dose: “La dirigenza di Twitter sta ingannando il pubblico, i legislatori, i regolatori e persino il suo stesso consiglio di amministrazione. Non sanno quali dati possiedono, dove stanno e da dove provengono e quindi, come è ovvio, non sono in grado di proteggerli”.

D’altronde una Court of Chancery statale è un cosa, e un’inchiesta del Senato federale è tutt’altro: non ci sarebbe alcun ostacolo a che il tribunale decidesse in un senso mentre l’inchiesta è in pieno sviluppo. Ma l’estrema contraddittorietà della cosa appare evidente a tutti.

Appuntemento al 17 ottobre per la prossima puntata della telenovela…