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Facebook comunica l’acquisizione di Giphy con una nota sul blog aziendale. Nessun dato finaziario, ma si parla di 400 milioni di dollari per la transazione

Facebook ha annunciato venerdì l’acquisizione di Giphy, una delle più popolari piattaforme per creare, cercare e condividere GIF. Facebook ha spiegato, in un comunicato pubblicato sul blog aziendale, che Giphy verrà “integrato nel team di Instagram”, posseduta sempre da Facebook e che utilizzava Giphy come archivio per GIF da condividere nelle Storie.

Per anticipare eventuali obiezioni all’acquisizione, Facebook, benché non fosse tenuto a farlo alla luce delle attuali regolamentazioni, ha chiarito che gli utenti di Giphy potranno continuare a utilizzare la piattaforma anche fuori da Instagram, e che, allo stesso modo, i siti che utilizzano le API di Giphy potranno continuare a farlo. Non sono stati diffusi dettagli circa gli aspetti finanziari dell’acquisizione, ma secondo il sito di news statunitense Axios l’operazione si aggirerebbe intorno ai 400 milioni di dollari (poco meno di 400 milioni di euro): un cifra abbordabile per Facebook che ha fatturato nel 2019 oltre 70 miliardi di dollari.

Ma il quadro potrebbe complicarsi per l’intervento delle agenzie statali e federali che stanno indagando su Facebook per potenziali azioni anticoncorrenziali. La Federal Trade Commission, in particolare, sta esaminando un decennio di acquisizioni minori da parte di Facebook (e di altri giganti della tecnologia, va detto per equità).

La richieste per un possibile intervento in merito della Federal Trade Commission, che stanno iniziando a emergere dal mercato, si fondano su diversi elementi, fermo restando che l’offerta di cui si parla in questi giorni non raggiunge la soglia finanziaria che rende tale intervento obbligatorio.

Tra i punti da chiarire sono la diverse domande chiave di una potenziale indagine, dalla presenza di barriere all’ingresso al rispetto del copyright.

Per il primo punto si tratterebbe di indagare quanto sia stato difficile costruire Giphy e, soprattutto, quanto sarebbe complesso per un concorrente replicare l’interoperabilità di Giphy con le altre società partner.

Vi è poi la supposizione, tutta da confermare, che Facebook potrebbe estrarre i dati dagli utenti di Giphy utilizzando il servizio come mezzo per ottenere dati sul comportamento degli utenti su piattaforme, oltre Facebook.

Infine, la libreria di immagini di Giphy è attualmente ricca di clip ‘prese in prestito’ da film e programmi TV, il che potrebbe causare non pochi mal di testa ai responsabili della gestione dei copyright di Facebook.

Di sicuro, sia che faccia qualcosa, sia che non faccia nulla, è quasi certo che la FTC dovrà affrontare intense critiche e pressioni dai concorrenti, reali o potenziali, da esponenti politici e dalle lobby pro e contro Facebook, che alla fin fine – ed è forse questo il problema reale – è il solo che domina lo spazio dei social media, con i suoi due miliardi e mezzo di membri in tutto il mondo.

Massimo Bolchi