Non nasconde orgoglio Simona Maggini, Group Ceo VML ITALY, oltre che Italy Country Manager WPP, complimentandosi con tutta la squadra per l’impegno in questi 12 mesi profuso. Certo, all’interno di un team possono esserci affinità elettive che fanno la differenza, ma il successo finale sta nella tenacia di tutti, di coloro che all’interno della nuova organizzazione hanno saputo cambiare ruolo, delle inedite collaborazioni scaturite tra posizioni da sempre ricoperte, dei nuovi innesti, tra cui Michele Picci, Group Cco.
Il new business
La prima parte del 2024 ha visto acquisizioni soprattutto nell’area consumer health, dove i singoli budget magari non sono tutti eclatanti, perché si ragiona molto per progetto, ma grazie a Teresa Biondino, Managing Director, e a Cristina Barbiero, Head of Consumer VML Health, i risultati sono stati straordinari, con evoluzione nella competenza. Peraltro in questo dicembre ci si è aggiudicato pure un nuovo incarico, di cui però ancora non trapela il nome. Sempre nella prima parte dell’anno, l’acquisizione di brand ‘gioielli italiani’, da Pinsami ad Original Marines, ha lasciato spazio a un secondo semestre di così detti blockbuster, oltre all’italiano Parmigiano Reggiano, l’acquisizione, in team con Akqa, di Generali Assicurazioni, una parte Scope Social Influencer Marketing di Prime Video e nell’area della mobilità su rotaie, l’inclusione tra i tre assegnatari della gara di Ferrovie dello Stato. Progetti, questi ultimi, che andranno anche a coprire la quota new business dell’anno prossimo. Sempre in merito al potenziale del prossimo futuro, la Transformation Unit, ossia l’area che si occupa di CX, Customer Experience, con credo nel commerce (ancora poco sviluppato in buona parte dell’Europa, tranne che in UK), con, all’interno della collaborazione con P&G, la nomina a Global Agency per Braun, con i complimenti al team di Roma (Max Traschitti, Elisabetta Zauli, Giuseppe Salinari, Matteo Bellisario).
Gare, un costo che non è win win, nemmeno per la creatività
Senza voler negare il pro della competizione, lavorare a quattro mani con il cliente è la soluzione ottimale. Anche per i brand, parola di Picci, che dall’altra parte della barricata c’è stato. Nelle gare, infatti, le agenzie giocano ‘più safe’, assumono l’atteggiamento del cliente e si prendono meno rischi pur di vincere.
Rapporto Ceo-Cco
Nel rapporto tra Simona Maggini e Michele Picci vince la trasparenza, anche a costo di dire cose scomode, perché le eccessive cautele non portano mai a risultati eclatanti. Allineamento, dunque, nella ricerca dell’eccellenza, ma giocando ognuno il proprio ruolo. Il tutto snellendo i processi, con tempestività nelle risposte. E poi divertendosi, il piacere del lavoro insieme è linfa. Non si deve soffrire per eccellere.