Intervista a Marco Diotallevi, founder e creative director Plural | Conversation Agency.
Un bronzo agli Adci Awards, mica male per una piccola agenzia indipendente. Ve lo aspettavate?
“Nonna ne era certa, anche se non credo avesse ben chiaro cosa fosse l’Adci. L’unicità di Plural è che ogni campagna è basata su degli insight di comunicazione, proprio come ci ha insegnato la pubblicità tradizionale, ma noi cerchiamo di trovare quegli insight tra le conversazioni reali delle persone sui social network. Con questo bronzo, abbiamo portato la nostra visione nell’annual della creatività italiana. ‘Ti connetto i nonni’, la campagna istituzionale Rai per l’alfabetizzazione digitale, è il nostro primo progetto di Branded Content e l’unico metallo della categoria assegnato dall’Adci a una piccola agenzia indipendente. Siamo molto contenti che, dopo il successo virale sul web, sui social e anche in radio, sia arrivato il riconoscimento anche della nostra industry”.
‘Ti connetto i nonni’, esempio di progetto multimediale, multitouchpoint, capace di interagire con la vita delle persone, di fare pure formazione e informazione, di contribuire alla crescita allargando a tutti la capacità di ‘sfruttare’ l’era digital. E’ questo che secondo voi oggi deve fare la comunicazione, indipendentemente sia pro brand, media, servizi, persone, società?
“Non è una novità che in comunicazione il contenuto sia sempre più centrale. Le persone cercano quello che vogliono e quando piace lo seguono dappertutto: su mobile, in tv, sui siti internet, e, nel caso delle serie tv, anche sui giornali, ad esempio, di gossip. E’ un’incredibile opportunità per le aziende, perché possono trasformare i loro canali digital in veri e propri broadcaster, finalizzati a raccogliere comunità. Noi siamo un’agenzia specializzata in branded content e social media marketing. Prendiamo ispirazione dalle conversazioni delle persone, ci costruiamo delle storie intorno e le ritrasformiamo in nuove conversazioni per gli utenti”.
Di recente abbiamo intervistato il viceministro Caleda a proposito di pmi dice debbano essere considerate alla stregua delle startup. Piccolo, insomma, è stato transitorio, parte del percorso di crescita verso il big. Vale anche per le agenzie, meglio, per voi?
“Dirò qualcosa di impopolare, secondo me un’agenzia non finisce mai di essere una startup. Perché stare al passo con il mercato della comunicazione oggi è una sfida enorme. Vince chi sa sfruttare le opportunità rimanendo elastico e snello. Plural crescerà sicuramente a livello numerico, ma rimarrà agile nel pensiero e flessibile in struttura, per poter essere il partner ideale dei clienti che vogliono ottimizzare i propri investimenti, senza sacrificare la qualità delle idee”.
Uno sguardo al futuro. Cosa c’è nel vostro, obiettivi, nuovi progetti?
“Il nostro obiettivo è continuare a creare idee che le persone amino condividere. In più, vogliamo continuare a essere un’agenzia felice, lanciare gli altri grandi progetti che abbiamo in cantiere e imparare a cucinare le polpette di nonna”.
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