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Michele Nocchi: reparti creativi terrorizzati assunti da DC terrorizzanti. Il tutto con clienti che di paura ne hanno ancora di più. Ma vi ricordate quando i brief erano opportunità? (grazie Emilio Haiman)

E’ il Michele Nocchi pensiero che, rispondendo al tema di discussione lanciato sulla possibile atychifobia che dilagherebbe tra i reparti creativi delle nostre agenzie, dice:

“La paura è un venticello…. parafrasando una bell’aria del Barbiere di Siviglia.

E’ verissimo che le agenzie sono la cartina tornasole dei clienti per cui lavorano. La paura parte proprio dai clienti, che la passano ai Ceo delle agenzie che la trasmettono ai loro Ecd che la reiterano sui loro Cd che infine la rimbalzano sui loro creativi. Il gioco è fatto e la tragedia compiuta, basta guardare la qualità degli gli stacchi pubblicitari delle tv italiane.

La cosa tragica è che i terrorizzati sono stati spesso stati assunti dai terrorizzanti…

Mi ricordo Emilio Haiman, il mio primo direttore creativo, chiamava, e so che li chiama ancora, i brief ‘opportunità’ adesso nelle agenzie questa parola è scomparsa, sostituita da: ‘problema’.

Questo di per sé spiegherebbe tutto. La paura di perdere un cliente, di perdere il posto, di essere sempre in trincea è palpabile in tutte le agenzie.

Non so nulla di neurologia, ma mi piacerebbe sapere quali reattori si illuminino nel nostro cervello alla parola: problema. E quali alla parola opportunità. Ma scommetto che siano recettori diversi e che mettano l’individuo che le sente in un diverso stato mentale.

Ecco un episodio divertente che mi è successo a Londra tanti anni fa dove un po’ di atychifobia non avrebbe fatto male. Circa 1994 – Londra – Ammirati Puris Lintas – interno giorno. Brain storming per Magnum gelati. Per qualche ignota ragione durante i brain storming la gente pensa di poter dire qualsiasi cosa giri per la testa. Infatti, i brainstorming sono solitamente una enorme perdita di tempo e non servono a nulla se non a distribuire in parti uguali, quando va bene, la responsabilità di un progetto andato male o a far prendere il merito di un successo al più furbo presente. Comunque, un art director inglese, quindi per la proprietà transitiva della bravura e dei passaporti: bravissimo, il pisquano se ne uscì fuori con ‘perché non facciamo un Magnum con cioccolato e dentro birra’? Ecco, in quel momento avrei voluto essere il suo Cd, non lo ero. Ma gli dissi, comunque e senza mezzi termini, che era un cretino pensando di fargli una cortesia, qualcuno doveva pur avvertirlo! Non capì la mia buona intenzione e non la prese affatto bene.

Un saluto a tutti quelli che non credono nella paura e che preferiscono ancora chiamare i brief opportunità”!

Chi è Michele Nocchi

Inizia la sua carriera di pubblicitario nel 1989 come art director in BBDP sotto la direzione creativa di Emilio Haiman e Marco Ravanetti, lavora con Sofia Ambrosini e Andrea Stillacci, firma come art director la campagna Mele Melinda ‘Le mele non si ruban’, (le mele andarono fuori stock nella prima settimana di on air), Birra Kronenbourg, McDonal, Aprilia. Nel 1993 passa in Ammirati Puris Lintas e incontra Maurizio Maresca, insieme firmano campagne per Magnum Gelati, Breil, Radio Montecarlo, Piaggio Vespa. Nel 1997 viene chiamato in JWT da Simon Connoly, dove rincontra Andrea Stillacci e insieme firmano Pago Bancomat, Denim. Lavora con Bruno Bertelli al riposizionamento di Heineken e firma con lui la prima e la seconda campagna del nuovo corso di Heineken portando in sei mesi le vendite da 800.000 ettolitri a 1.200.000. Con Alberto Citterio lavora su Svelto dando vita alla campagna Svelto ‘Frenate’ (3% in più in un mercato plafonato come i detersivi). Passa quindi alla regia di spot. Gira una campagna Wrigley’s in US e poco dopo si trasferisce in California a Los Angeles. Nel 2009 fonda BRW Usa a Los Angeles, ne esce nel 2015. Lavora come freelance e regista.

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