Ne è convinto il presidente Aisiwh (Associazione Italiana sulla Sindrome Wolf Hirschhorn) Alfredo Miotti che a youmark racconta quanto l’incidenza pari a 1:50.000 renda questa sindrome malattia rara, dunque difficile da annoverare tra gli obiettivi della ricerca medico-scientifica.
Inoltre, la situazione è aggravata dal comportamento delle famiglie, che ancora oggi preferiscono rimanere nel proprio isolamento a metabolizzare quanto loro capitato, anziché uscire allo scoperto e condividere.
Non a caso, il razionale dello spot è mostrare che in fin dei conti non solo si può sopravvivere, si può anche continuare a vivere, a patto che si prenda atto della situazione e si decida di agire, piuttosto che subire.
Insomma, il film vuole trasmettere fiducia, gioia, voglia di vivere, senso della famiglia. Tutti elementi indispensabili per far aprire i nuclei familiari che sono stati colpiti dalla malattia e che ancora stanno chiusi nel proprio mondo.
Alla realizzazione dello spot hanno dato il loro contributo pro bono Ogilvy, nelle persone di Pier Carlo Mazzara e Francesca d’Agostino, e l’associazione Cuorineroazzurri (produzione Up To You, Valentina Rebuffo e Cristina Nucera).