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La nuova era Draftfcb inizia dal più giovane dei ceo worldwide della comunicazione. E in Italia già si applaude all’energia e all’ottica multidisciplinare dei nuovi gruppi creativi europei. Sottolineando come il risk management voglia dire molto

Andiamo con ordine. Partiamo dalla nomina di Carter Murray a ceo worldwide. Perché significa energia (ha solo 38 anni e un passato di esperienze al top), innovazione, new business. Lavorando al nuovo posizionamento del brand Draftfcb.

Che, intanto, a Milano si difende bene, con un primo trimestre non male (ci sono anche new entry che a breve verranno comunicate), rispondendo alla necessità contemporanea di declinare architetture di comunicazione (finita l’era della linearità, dal brief alla grande idea). Perché è solo nella gestione della complessità che si valorizza il proprio apporto, differenziando l’intervento da quanto propongono altri e nuovi competitor.

Il che non significa non aderenza al periodo all’attuale crisi, tutt’altro. Perché l’ottica strategica va sempre accompagnata ad azioni tattiche che garantiscano risultati qui ed ora. Ricordando alle aziende di comunicazione quanto sia oggi basilare la gestione del rischio. La necessità di proattività, così come un new business imperniato sulle gare, infatti, segnano a bilancio cospicui costi per lavori preventivi, che spesso non hanno poi in contropartita la conquista del cliente, quindi la relativa entrata.

Ne parliamo con Franco e Diego Ricchiuti, rispettivamente ad ed  executive vice president Draftfcb Milano

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