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Women in cdp direction. Valentina Fronzoni: poche per retaggio culturale e affinità personali. E poi c’è il dono dell’ubiquità, beati uomini! Non amo bussare alle porte, ma dimostrare sul campo. Ho creato the BigMama grazie all’alchimia tra noi soci. Credo nel fare sistema. Con Cpa, perché non siamo fornitori

Valentina Fronzoni, executive producer e partner the BigMama.

Perché i produttori  donna sono in minoranza, in Italia e nel mondo?

“Me lo chiedo anche io, quando vedo che le cdp sono composte quasi nella loro totalità da Producer donne, ma ai vertici ci sono sempre uomini. Credo ci siano due motivi, uno più ‘semplice’ e uno più ‘complicato’.  Il più ‘complicato’ è che viviamo ancora di vecchi retaggi culturali, che specialmente per alcuni player del mercato sono ancora rilevanti. Quello ‘semplice’ è che il rapporto tra cdp e cliente/agenzia si costruisce tanto anche sulle affinità personali/intellettuali, per cui può effettivamente essere più complicato se si è di sessi opposti, banalmente perchè ci sono meno argomenti comuni”.

Però questa è una industry ricca di donne, cosa manca per permettere loro di fare carriera, cosa vorresti cambiasse?  

“Direi che manca l’ubiquità! Le difficoltà di una donna sul campo professionale, come ad esempio la gestione del binomio carriera/figli, sono comuni a tutti i campi. Per la nostra industry a questi si va ad aggiungere che il nostro è un lavoro piuttosto schizofrenico. L’imprevedibilità, i set in trasferta, la reperibilità in qualsiasi orario che ormai sembra diventata la norma certamente non aiutano una gestione serena della vita privata/lavorativa. Vedo quotidianamente queste differenze, che ritengo non per forza medievali di per sè ma più fatti oggettivi come è oggettivo che oggi sia ancora la moglie ad organizzare la famiglia, anche perchè ho due soci uomini. Beati loro”!

Nella tua storia personale, qual è la difficoltà maggiore che hai trovato e a chi o a cosa dai invece il merito per avercela fatta?

“Credo che personalmente la fatica più grossa sia stata creare una mia identità, guadagnare la stima dei Direttori Creativi attraverso i lavori in modo che, poco a poco, scoprissero la concretezza di una casa di produzione come the BigMama. Non mi è mai piaciuto andare a bussare alle porte, preferisco dimostrare le nostre capacità sul campo. La cosa però che mi fa molto piacere è vedere i rapporti che abbiamo creato, e continuiamo a fare, con tante realtà sono degli scambi professionali molto stimolanti. La cosa più piacevole è ricevere una chiamata da un nuovo Cliente che dice ‘vi ho cercato perchè mi piacciono i vostri lavori e mi hanno parlato bene di voi'”.

Hai aperto la tua cdp. Perché, nel mercato non c’era nulla che assomigliasse a quello che avevi in testa?

“Era il 2008, e the BigMama è stata tra le prime strutture più snelle nate dalla necessità di far fronte al crollo devastante dei budget: da allora ne sono sbucate tantissime ed ancora oggi questo continua. Non abbiamo quindi inventato l’acqua calda, ma credo che la differenza tra cdp la facciano le persone: il mio socio Simone Adiletta era più tecnico, attentissimo a tutte le nuove soluzioni low cost non low quality che stavano emergendo, mentre io, con la mia esperienza all’estero e il bagaglio intellettuale di essere cresciuta in questo ambiente, avevo molte conoscenze di giovani registi italiani/stranieri che potevano darci la possibilità di offrire un approccio fresco. Ci è sembrato il giusto mix per tentare di crearci un posticino sul mercato – devo dire che dopo 11 anni non possiamo lamentarci, soprattutto dopo l’ingresso in società, nel 2015, di Lorenzo Borsetti che ha portato, oltre a un notevole aumento del business, un terzo punto di vista fondamentale per affrontare ogni progetto”.

La produzione di cui sei più orgogliosa e quella che ti piacerebbe aver firmato?

“Non potrei scegliere una sola produzione perchè per me sono tutte a loro modo “piezz ‘e core”, ma ciò che mi rende orgogliosa è il percorso che stiamo facendo, entrando sempre più spesso in gare alle quali fino a qualche anno fa non avremmo avuto accesso. Questo è segno che la nostra reel è sempre più solida”.

Prossime sfide?

“Il 2020 è iniziato piuttosto bene per noi, anche se al momento stiamo lavorando per gestire l’emergenza Covid-19, che ha inevitabilmente causato dei disagi rispetto ad alcuni shooting che abbiamo dovuto rinviare. Ci auguriamo tutti che questa situazione si risolva presto, e che la paura passi. Per quanto riguarda un discorso più generico, abbiamo una sfida molto grossa davanti a noi: riuscire, tramite CPA, a tutelare la nostra categoria e ristabilire il rispetto del lavoro delle cdp, ormai troppo spesso relegate ad un ruolo di mero fornitore. Siamo tante strutture diverse tra loro, ma non intercambiabili perchè fatte di persone e approcci diversi, non vogliamo perdere l’opportunità di dare il nostro apporto alle produzioni per valorizzare al meglio le idee creative”.