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Serviceplan Group sul podio del GoldenDrum con l’Oro per la campagna ‘Rolling Stone Magazine Burn Racist Giga’. Iannucci/ Frezza: “Un progetto forte del lavoro di squadra, con il dato leva ingaggiante. Ma la creatività rimane fulcro vincente. Mentre il coraggio fa la differenza”

Luca Iannucci e Pas Frezza

Luca Iannucci e Pas Frezza, Direttori Creativi GRUPPO SERVICEPLAN ITALIA dalla primavera 2018, portano a casa un altro successo, dopo una Shortlist all’ultimo Cannes, con la campagna che ha voluto colpire il razzismo in rete. Burn Racist Giga, realizzata insieme a Rolling Stone, si è infatti aggudicata un Oro al GoldenDrum nella categoria Social Good.

Contenti del risultato?

“Siamo molto contenti, sia per Cannes che per l’Oro al GoldenDrum, ma i risultati più belli li abbiamo avuti lavorandoci. Dopo la copertina storica di Rolling Stone che titolava ‘Noi non stiamo con Salvini’, c’era bisogno di far atterrare quella presa di posizione su qualcosa di concreto e di utile che avesse un valore tangibile contro i razzisti sui social, proprio perché era lì che l’ex ministro aveva spostato la conversazione. Ecco, esserci riusciti è il più grande risultato”.

Una campagna nata e sviluppata con un lavoro di squadra, perché ha coinvolto diversi team dell’agenzia, amplificandone così il risultato

“Sì, infatti questo progetto è stato bello da realizzare anche per il clima che si è creato: la unit tecnologica della Casa della Comunicazione pensava a come costruire la piattaforma di streaming per veicolare video così pesanti, intanto i colleghi del media si occupavano di individuare il miglior modo di ingaggiare solo ed esclusivamente un target razzista, i copywriter facevano ricerca per usare gli stessi stilemi degli xenofobi e gli art director per lo stile grafico. E poi è stato bello anche l’incontro con i produttori di Oltrefargo che sono stati subito entusiasti quanto noi. La ciliegina poi è stata il messaggio del Ministro della Cultura Franceschini che ci ha fatto i complimenti. Insomma, è stato tutto eccitante e a tratti commovente”.

Un punto su questi primi 500 giorni in Serviceplan Group?

“Diciamo che ci sono sembrati 5000: sono stati tutti impegnativi, ma anche tutti stimolanti. Siamo contenti di essere riusciti insieme ai nostri colleghi e in così poco tempo a far entrare in agenzia marche prestigiose come Decathlon, Legambiente o Carglass, ma anche di aver spinto sull’acceleratore con brand storici del gruppo e di essere riusciti a impacchettare un progetto così complesso come Burn Racist Giga”.

E per i prossimi 500 giorni?

“L’idea è quella di sfruttare ogni occasione che arriverà, trasformando gli stereotipi d’appartenenza in valore aggiunto: un approccio partenopeo al problem solving e alla creatività insieme alla logica, al pragmatismo e alla tecnologia della cultura tedesca. Una combinazione unica per continuare a fare bene e meglio sulle marche che seguiamo, fare del buon new business sui clienti che ci metteranno alla prova e alzare ancora di più il benchmark creativo interno, in questo momento fissato su Burn Racist Giga. Secondo noi il reparto strategico capitanato da Luca Tapognani e la nascita della Casa dei Dati saranno cruciali e agevoleranno il raggiungimento degli obiettivi del Gruppo”.

Nell’era dei dati appunto, che ruolo continua ad avere per voi la creatività?

“Noi ribalteremmo la domanda in ‘che ruolo hanno i dati nel processo creativo?’ I dati sono tra gli strumenti più potenti che un creativo possa avere a sua disposizione, ma devono essere vissuti come armi perché non bastano a loro stessi. Da buoni romantici dell’intuizione pensiamo che poi in guerra contro i problemi di ogni brief debbano andarci le idee, le intuizioni, con un metodo e con logica sì, ma anche con coraggio. Insomma come dice uno degli uomini più ispiranti della nostra industry, Chacho Puebla, ‘Never forget the unexpected’.