Marco Andolfato, Client Director e Partner di QUIQUEG
Sta finendo il 2022. Che anno è stato per voi?
Bello! L’agenzia si è rinnovata con l’arrivo del nuovo direttore creativo esecutivo Massimo Verrone e con l’ingresso di nuovi e freschi talenti creativi. Abbiamo rinnovato la nostra immagine (correte a guardare il nostro nuovo sito) e presto avremo anche nuovi uffici (venite a trovarci. Ma non subito, dobbiamo ancora sistemarci!). Abbiamo fatto bei progetti, abbiamo lavorato volentieri e ci siamo divertiti.
Quali gli obiettivi raggiunti di cui andate più fieri?
Due soprattutto. Ogni anno ci proponiamo di avere almeno un progetto di cui essere davvero fieri: il progetto Reflection sviluppato quest’anno per il Gruppo Orsero ci ha fatto felici perché siamo riusciti a combinare la nostra passione per la sostenibilità (in questo caso il tema era quello dello spreco alimentare) con l’ambizione dell’agenzia di essere davvero ‘integrata’ (il progetto coniugava strategia, adv, branding, installazione con video immersivo; troppo complesso da spiegare qui, andate a vederlo nel nostro sito).
Il secondo obiettivo raggiunto è quello di non lamentarci mai dei clienti. Più che un obiettivo è un proponimento che abbiamo fatto internamente e che siamo riusciti a rispettare. Se ci sembra che a volte le indicazioni che arrivano a noi siano oscure e confuse, cerchiamo sempre di trovare l’origine, di semplificare a noi e ai nostri clienti il lavoro. Non solo metterci nei loro panni, ma fornire anche a loro strumenti utili per migliorare il dialogo. Problemi e difficoltà devono solo essere un incentivo a lavorare meglio, lamentarsi in un momento così difficile per moltissimi in Italia e nel mondo è sbagliato e controproducente.
Contingenza a parte, che cosa augurate all’industry per il nuovo anno. Insomma quali gli ambiti sistemici su cui lavorare pro tutti?
A volte mi trovo a dover difendere la nostra categoria da clienti che, per cattive esperienze, sono diffidenti verso i professionisti della comunicazione. La nostra ricetta è lavorare seriamente e responsabilmente: facendo del bene a noi facciamo del bene anche all’intera industry.
In che direzione va il rapporto con i clienti, su cosa state ragionando per vestire meglio le loro esigenze, a quali ambiti, nuovi servizi, visioni?
Tempi difficili e confusi richiedono ai brand un maggiore approfondimento delle ragioni della loro sintonia con clienti e consumatori. Sempre più i clienti ci chiedono un contributo di pensiero, noi rispondiamo cercando di potenziare la nostra offerta di strategia. In questo è davvero prezioso il lavoro che sta facendo Irene Bruni, partner dell’agenzia.
Questa esigenza di ‘direzione’ porta anche, da parte dei clienti, a una richiesta di maggior capacità di coordinamento, in progetti sia semplici che complessi. Quiqueg è una struttura piccola, che può offrire flessibilità e agilità, ma siamo spesso chiamati ad essere anche solutori di problemi, e, senza fare i tuttologi ma trovando le giuste partnership, possiamo costituire per il cliente un’unica risposta a molte esigenze.
Nell’era della proliferazione dei touch point ha ancora senso parlare di memorabilità delle campagne? Quanto la creatività è in grado di difendere l’efficacia della comunicazione contro velocità e quantità di messaggi e contenuti?
Certamente ha ancora senso parlare di memorabilità. Solo bisogna vedere come si ottiene questa memorabilità. Noi crediamo che, oggi più che mai, la memorabilità passi attraverso due elementi: la coerenza della comunicazione in tutti i suoi touch point e la rilevanza del messaggio per chi ne fruisce. In altre parole, se diciamo una cosa interessante e la diciamo in modo interessante, e la ripetiamo poi in modi diversi ma sempre coerenti, arriveremo a conquistarci un legame emozionale duraturo con le persone.