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Nuovi modelli di agenzia. Vi presentiamo Together. E’ parte di OneDay Group, ha solo sei mesi e già festeggia il suo primo milione, archiviando la fase start up e guardando al futuro. La tecnologia quale naturale completamento della creatività, il media, le relazioni di lungo con i clienti e una sede che è contenuto e contenitore. Valori, persone, team. E la coppia creativa che diventa solo una delle coppie possibili

Youmark ne parla con Alessandro Gatti, Ceo, Tommaso Ricci, Chief Business Officer, e Fabio Padoan, Chief Strategy&Creative Officer, Together.

Nascevate meno di cinque mesi fa. E oggi festeggiate il primo milione. Partirei dal vostro commento a questo risultato, soddisfatti?
Tommaso​: Il primo milione in così pochi mesi è sicuramente motivo di soddisfazione, soprattutto perchè è stato conseguito in un periodo drammaticamente difficile per la nostra società ed economia. Ma il grande obiettivo di Together rimane quello di promuovere e guidare un cambiamento nel panorama della comunicazione; un cambiamento che dal basso sappia dare spazio alle idee e all’entusiasmo delle nuove generazioni, sempre più alla ricerca di ‘posti di lavoro’ che incontrino e valorizzino la loro cultura, oltre che sostenere la crescita professionale. Siamo un’agenzia che ama presentarsi partendo dai propri valori.

Siete all’interno di OneDay Group, ma avete deciso di dedicarvi a tutti i target, non solo a millennial e generazione Z. Qual è il vostro modello di lavoro e di integrazione?
Fabio​: Il nostro modello di lavoro si basa sulla togetherness, dall’idea che insieme siamo sempre più forti e che quando due o più elementi diversi trovano il loro punto di incontro, di connessione, possono succedere cose bellissime.

Per questo vogliamo creare relazioni tra persone e tutto quello che le circonda. Anche quando sembra impossibile. Crediamo che da quell’unione possa nascere qualcosa di nuovo, di utile. Un’idea. Noi la chiamiamo appunto ​togetherness.​ La togetherness è un mindset, un modo di vivere le cose. E noi la applichiamo dappertutto.
Nelle nostre strategie e nelle nostre campagne, cercando il punto di incontro magico tra il brand e le persone a cui si rivolge. Nella relazione che instauriamo con i nostri clienti e con chi lavora con noi, i Togethers,​ che sono prima di tutto persone e ogni relazione non può che essere unica.

Lo applichiamo nel nostro modo di lavorare, dove la coppia creativa è solo una delle coppie possibili. La togetherness non si lega quindi a una generazione specifica e si allontana da ogni tipo di etichetta, proprio perché crede che sia proprio mixando le differenze che si fa la differenza.

Ma è un mindset che nasce in OneDay e da OneDay eredita la vision, i valori, il people-centrismo e l’importanza della cultura. Le nuove generazioni sono sempre al centro, ma non sono più da intendere come cluster demografici, fasce di età in cui siamo dentro o fuori.

Sono diventate un linguaggio, un’attitudine, un modo di pensare, di scegliere, di prendere la vita.

Un tasso conversione gare che arriva al 70%. Un portafoglio di brand Brand. In cosa individuereste la chiave del vostro successo?
Tommaso​: Direi nella capacità di ascoltare i nostri clienti, di connetterci con i loro reali bisogni, facendo le domande giuste. Non ci sono protagonismi in Together, chi ci sceglie sceglie un partner sincero, onesto e disponibile al dialogo.

E questo approccio ci ha portato a non “perdere” nemmeno le gare che non abbiamo vinto, perché abbiamo sempre avuto la possibilità di approfondire cosa avessimo sbagliato assieme ai responsabili dei brand che hanno optato per altre soluzioni. E questo è stato un grande insegnamento per tutto il team. Il 70% di conversione è un dato rilevante, ma preferisco immaginare Together come quell’agenzia che pensa principalmente ai clienti che ha già, crescendo con loro, piuttosto che inseguire tutte le opportunità che il mercato mette a disposizione.

Insistete su valori e team. In che direzione?
Fabio​: Siamo convinti che condividere gli stessi valori sia un punto di partenza fondamentale. I valori sono il nutrimento degli esseri umani e per noi sono il fuoco che arde e alimenta la togetherness.
Avere la stessa visione del mondo, mettere al primo posto le stesse cose, vivere lo stesso sogno vuol dire essere uniti intorno a qualcosa di più grande. Diventa meno importante il cosa facciamo e più importante il perché lo facciamo. E quando c’è tutto questo, si può arrivare dappertutto.

I valori esistono però solo dentro e intorno le persone. Uniscono le persone. Per questo insistiamo sul team. Le persone sono tutto. Soprattutto in una start up. Ancora di più in una start up che si fonda sulla togetherness.

La nostra idea di team è fatta di continue connessioni, rapide e sempre diverse. Nonostante ci chiamiamo Together, partiamo dalla forza dell’individuo, del singolo professionista, ne vogliamo esaltare la personalità, vogliamo contribuire alla sua crescita, ma partiamo anche dalla consapevolezza che nessun uomo è un’isola e da soli non possiamo arrivare lontano, ma ogni unicità, e ogni professionalità dovrà fondersi con altre unicità e altre professionalità, per scoprire sempre nuove soluzioni e possibilità.

Progetti e piani per il prossimo futuro?
Alessandro: Se da una parte abbiamo le idee molto chiare su come vogliamo costruire, lavorando in ottica di principles vincolanti, dall’altra stiamo studiando diversi modelli.

Siamo diventati adolescenti in fretta (a proposito di GenZ) ed è già il momento di decidere come diventare grandi, per evitare che fattori esogeni decidano per noi; della startup abbiamo avuto la forza di costruire qualcosa di reale intorno ad un obiettivo, ora siamo nella fase in cui costruire il perimetro dello scale up.

Abbiamo una naturale inclinazione verso la tecnologia quale naturale (o virtuale) completamento della creatività, così come per il media: se vogliamo farci guidare dall’impatto che vogliamo avere non possiamo che andare incontro ad una propensione per il risultato, per la concretezza, ma con un focus sul cliente che ci permetta di essere rispondenti a contesti ed esigenze mutevoli in ottica di una relazione di lungo periodo.

La nostra sede, il C30, dovrà essere un laboratorio di esperienze e linguaggi, un territorio comune tra team e clienti che possa mettere le basi per una vera e propria community, altro grande pilastro del nostro modo di pensare e di fare business.

Non vedremo più il nostro ufficio come un’insieme di postazioni, ma come contenitore e contenuto che stimoli la produzione di idee, di connessioni, di valore.