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Massimo Beduschi, Ceo GroupM: “Per la chiusura 2022 ipotizzo un anno al +0,3%. Per il 2023 le previsioni parlano di due scenari possibili: ancora flat o in lieve calo. Ma resto ottimista”

“Volatilità e incertezza sono le due parole chiave che caratterizzano l’andamento del mercato pubblicitario italiano per il 2022 e il 2023. La chiusura mercato 2022 va rivista leggermente in calo: dal precedente +0.9 le nuove stime GroupM vedono una chiusura anno al +0.3%”. Così questa mattina Massimo Beduschi, Ceo GROUPM, a latere dell’evento di lancio di Acceleration in Italia.

“Il 2022 è partito bene grazie al rimbalzo positivo con l’anno precedente ancora in fase pandemica“, ha poi proseguito, “per poi subire una brusca frenata in estate a causa dell’assenza dei grandi eventi sportivi e dell’infiammata inflattiva. L’autunno sembra essersi risvegliato lentamente, inoltre il confronto con le performance positive dell’ultimo quarter ’21 e i timori generali di nuovi tagli di investimento a causa dell’incertezza geo-politica, ci portano a stimare un mercato flat o leggermente in decremento”.

Per il 2023, il mercato è caratterizzato da un’estrema incertezza, quindi ancora più difficile fare previsioni. “Ci immaginiamo anche in questo caso un anno flat o in leggero calo“, ha aggiunto Beduschi. “Stiamo proiettando un doppio scenario orientato a una sostanziale stabilità nelle migliori delle ipotesi (anno flat) e un leggero dato negativo (tra il -2 e il -3%) in condizioni più avverse”.

“Ma io sono fondamentalmente un ottimista, per cui propendo più verso il primo scenario. Ucraina permettendo. Se invece qualcuno premerà il ‘bottone rosso’, fare previsioni mi sembra decisamente inutile”, ha concluso Beduschi.

Per GroupM, Digitale e OOH sono e saranno i driver del mercato, ovviamente con i ben diversi volumi che sviluppano: per il 2022 è previsto ovviamente un digitale ancora in crescita, ma sicuramente non con le tendenze alle quali aveva abituati tutti negli anni scorsi. Per il 2023 il trend previsto sarà simile. Il mercato OOH continua a crescere perché ripartito dopo il post-pandemia più lentamente rispetto agli altri mezzi, inoltre sta vivendo un profondo rinnovamento nella struttura della sua offerta sempre più centrata su impianti digitali e video. Anche il programmatic sta dando un spinta sensibile.

La Televisione – che sta completando la transizione effettiva verso il digitale con lo streaming SVOD e AVOD – chiuderà invece in negativo sia nel 2022 che nel 2023: la crisi energetica, l’impennata inflattiva e l’incertezza globale stanno colpendo gli investimenti dei big spender (Auto, Fmcg in primis). Da evidenziare però la tenuta del calcio sia con i grandi eventi, sia con la Serie A. La Radio infine viene da mesi positivi e potrebbe chiudere con una stabilità nel 2022, mentre una leggera flessione si profila per l’anno prossimo.