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Il caso Ferragni – Balocco insegna, la professionalità è altra cosa. Mai come nell’era dei tuttologi e del tutto è consentito in nome dei like, serve riappropriarsi della serietà di chi sa. Se in causa c’è il non profit, poi, non si scherza. La rendicontazione è must. Influencer amplificatori, non protagonisti e mai pagati

Abbiamo incontrato Luca Formisano, Founder e Ceo BEING, per capire come possa succedere che una influencer del calibro di Chiara Ferragni e un’azienda come Balocco incorrano in un errore (chiamiamolo così attendendo i risultati delle indagini della magistratura) di comunicazione così grossolano, peraltro realizzando un’operazione che ha arricchito solo l’influencer, per l’azienda è infatti stata in perdita, essendo costata più del milione e 600mila euro di ricavo, e per il non profit i 50.000 euro ricevuti di certo non sono dipesi da quelle vendite, senza dimenticare i consumatori che si sono sentiti truffati e stanno ricorrendo al Codacons.

Being da 14 anni anni è specializzata in comunicazione del terzo settore, ne abbiamo approfittato per entrare nel merito di quello che si deve e non si deve fare per comunicare il non profit. Perché la credibilità per la raccolta fondi è tutto. Un peccato madornale minarla in nome dei follower.