Youmark

Giovanni Bedeschi: sì al 100% Made in Italy. Le Cdp devono giocare un ruolo proattivo. In campo c’è l’economicità e il valore delle produzioni, pro competitività e talenti. La maggior parte degli Ori dell’Italia a Cannes hanno regia italiana

Giovanni Bedeschi, BEDESCHI FILM, nonché presidente CPA.

Cosa ne pensi della proposta Air3 di Tax Credit e bollino Made in Italy a film prodotti con filiera 100% italiana?

“Che sia un’ottima iniziativa per promuovere e valorizzare il know how produttivo italiano e che aiuti in primis le aziende italiane che devono ancora iniziare a comunicare con l’audiovisivo”.

Ma la qualità dipende dal passaporto, insomma perché in troppi prediligono ‘lo straniero’?

“E’ un tema sul quale si dibatte da anni, non penso che la qualità dipenda dal passaporto. Purtroppo molti creativi la pensano così. In realtà i lavori migliori nascono dal buon rapporto tra regista e creativo, un regista italiano è più motivato e presente durante la filiera produttiva questo di solito genera qualità e cura del progetto. Ricordiamoci che la maggior parte degli ori che ha vinto l’Italia a Cannes hanno la regia italiana”.

Quanto servirebbe far lavorare i nostri talenti di tutta la filiera al fine di incrementarne il valore in ottica sistemica?

“Vuol dire valorizzare i nostri talenti, aiutare le case di produzione italiane a puntare sui talenti locali confermando quelli già affermati e investire sui quelli più giovani. In Italia ci sono nuove generazioni di talenti nei vari settori della produzione e della post che meritano di avere più spazio e la possibilità di lavorare su progetti che gli aiutino a diventare più bravi e competitivi. E’ un tema che purtroppo tocca anche altri settori della nostra economia”.

A livello di efficienza e pure di costi, il 100% made in Italy cosa comporta?

“Comporta a noi case di produzione italiane di essere più competitive e performanti rispetto ad altre nazioni tipo Spagna o Portogallo, per fare questo abbiamo bisogno della collaborazione di tutti: dalle maestranze alle post produzioni e film commission locali. Dobbiamo trasmettere una mentalità dinamica e un modo di lavorare più internazionale. Con il Consiglio Direttivo di CPA abbiamo lavorato intensamente in questi ultimi anni su questo tema”.

In un momento come l’attuale che ruolo sentite di poter avere pro economia e Paese, e come?

“Penso che le case di produzioni Italiane associate a CPA possano aiutare a produrre comunicati efficienti e di qualità nonostante il difficile periodo economico proponendosi come dei veri e propri partner lavorativi per le agenzie e i clienti”.