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Air3: presto sul tavolo del Ministro Franceschini la proposta di tax credit per chi produrrà film 100% Made in Italy. Nascerà una sorta di logo per premiare clienti pubblicitari e produzioni che si avvarranno al 100% di tutta la filiera italiana per girare uno spot. Ne parlano i registi Luca Lucini e Nicolò Bravetta agli Associati Assolombarda

Su ‘Genio & Impresa’, il web magazine dell’Associazione, i due registi Air3 illustrano l’iniziativa a favore della ripresa per il settore del cinema e dell’industria degli audiovisivi che presto arriverà sul tavolo del Ministro Franceschini. La parola d’ordine è Made in Italy: tax credit e logo di riconoscimento per coloro che produrranno direttamente in Italia in modo da valorizzare i talenti e il territorio del Bel Paese.

Oltre a valorizzare il talento degli attori, degli addetti e il territorio del Bel Paese, la proposta potrebbe rappresentare un punto fondamentale per la ripresa di un settore che, secondo i dati Nielsen, nel 2019 ha generato 7 miliardi di euro e che coinvolge 2mila imprese e 20mila addetti ai lavori costretti a fermarsi durante i tre mesi dell’emergenza sanitaria.

Sottolineano Lucini e Bravetta: “L’idea è quella di creare una sorta di logo per poter premiare quei clienti pubblicitari e quelle produzioni che si avvarranno al 100% di tutta la filiera italiana per girare uno spot. Al di là del logo di cui le aziende potranno fregiarsi e di un notevole ritorno di immagine per il sostegno all’Italia in questo momento così difficile vorremmo che ci fosse anche un beneficio fiscale, che fosse riconosciuto un tax credit come avviene nelle produzioni cinematografiche.

Stiamo confrontandoci con la Confederazione Nazionale dell’Artigianato (CNA) e l’obiettivo è presentarla al Ministro Franceschini. Con la fine delle restrizioni ci sono stati dei segnali di ripresa dal mondo del cinema. Alcune delle produzioni bloccate sono ripartite con grandi danni economici, mentre i film che dovevano uscire nelle sale durante il periodo di lockdown andranno in coda alle nuove pellicole. Partendo dal presupposto che il 30% delle produzioni cinematografiche vanno all’estero a registrare perché risulta più economico e con meno burocrazia, un’inversione di tendenza vorrebbe dire avvalersi e valorizzare registi, attori, tecnici, musicisti e maestranze italiane che tutto il mondo ci invidia.

L’iniziativa potrebbe rappresentare anche una grande possibilità di ripresa per il settore alberghiero e della ristorazione che sono stati tra i più colpiti dalla pandemia e una grande opportunità formativa per i giovani talenti costretti molto spesso ad andare all’estero per lavorare”.