Marco Girelli, Paolo Stucchi, Marco Fanfani, Davide Boscacci, Andrea Cornelli, Gianna Paciello, Mauro Miglioranzi, Stefano Capraro. Completano la squadra Marco Gualdi e Giorgio Bonifazi, candidati come probiviri, Eugenio Bona e Marzia Curone, come consiglieri d’amministrazione di Assap servizi, e Stefano del Frate.
Al microfono di youmark Emanuele Nenna, Amministratore Delegato The Big Now, di cui a seguire potete leggere la lettera di candidatura agli associati.
“Cari Associati,
ho inviato la mia candidatura ufficiale per il consiglio di Assocom, e avendo dato la mia disponibilità a farlo, spero che avrò l’onore di guidare l’associazione come presidente nel prossimo triennio.
Sotto la presidenza di Marco Testa l’associazione ha raddrizzato i conti, ha riguadagnato credibilità, ha proposto contenuti e progetti importanti per il mercato. Per una volta il nuovo presidente non si troverà nell’affanno di ricostruire sulle ceneri del passato, dovendolo rinnegare.
Però se ho deciso di candidarmi, supportato dal consenso di tanti colleghi, non è per seguire l’inerzia positiva. Al contrario: mi candido perché credo che partendo da un trampolino solido sia doveroso fare un grande salto in avanti, dando una forte accelerata al processo che deve riportare Assocom a una posizione di primissimo livello.
Perché questo possa succedere non basta l’energia di un singolo, servono molti ingredienti. Prima di tutto serve che la base degli associati rappresenti una fotografia attuale, e prestigiosa, del mondo della comunicazione. Quello più evoluto. Siamo già in tanti, siamo un gruppo importante, ma credo che ci siano molti margini ancora. Per questo ho chiesto ad alcune agenzie che non erano in associazione, e che secondo me non potevano non esserci, di unirsi al gruppo. Alcune hanno accettato di partecipare da subito al progetto, convinte a tornare a mettersi al servizio dell’intero mercato. Altre hanno bisogno di vedere qualche primo passo mosso dalla nuova Assocom prima di aderire, e sono certo che già nel 2017 avremo qualche grande nome in più nell’elenco degli associati.
Servono i grandi nomi dell’advertising, e alle tante agenzie internazionali già associate si sono aggiunte nelle ultime settimane TBWA e FCB, e sono molto fiducioso di poter annunciare a brevissimo almeno un altro paio di nomi di Big.Poi c’è il mondo delle agenzie indipendenti, da cui spesso nasce innovazione in termini di offerta e modelli organizzativi. Anche in questo ambito Assocom è già molto rappresentativa dell’eccellenza Italiana.
Il media è molto ben presidiato, e sono certo che a breve anche i pochi rimasti fuori saranno interessati a rientrare. Ho già avuto diverse conversazioni positive in questo senso. Intanto possiamo misurare la crescita del nostro comparto media, in numero e in freschezza, accogliendo l’ingresso di PHD, brand di primo livello mondiale molto attivo sulla scena della comunicazione contemporanea.
Le PR, che già dal 2016 hanno rappresentato il più importante apporto di energia e novità in associazione, giocano un ruolo sempre più importante all’interno del mercato della comunicazione, e sono felice che rappresentino una delle più rilevanti componenti della nuova Assocom. All’interno di PR Hub è sicuramente rappresentata, numericamente e qualitativamente, l’eccellenza del settore, con importanti sigle internazionali e brillanti realtà indipendenti.
Il digital deve crescere, perché l’associazione deve avere una voce autorevole sul tema. Il mio curriculum personale credo sia una rassicurazione in questo senso, e il primo grande ingresso in quest’area è di una delle strutture più brillanti del momento: We Are Social ha sposato il progetto e si farà capofila di quella che sono certo diventerà a breve un’anima rilevante di Assocom. Ci sono agenzie digital molto importanti già pronte a seguire dall’inizio del 2017.
Poi ci sono gli eventi, una delle facce più vivaci , e spettacolari, della comunicazione. Una volta Assocom era la casa anche delle agenzie specializzate in quest’area, poi il mercato è cambiato e l’associazione forse non è stata capace di tenere il passo. Ma si può e si deve ripartire anche su questo fronte. Cominciamo quasi da zero, ma le prime chiacchierate fatte in queste settimane con grandi agenzie di eventi mi fanno pensare con ottimismo alla possibilità di qualche ingresso significativo già all’inizio dell’anno.
Rappresentare la comunicazione di oggi, includendo in associazione le varie anime, è fondamentale per lavorare su temi comuni a tutti: il primo è la valorizzazione della professionalità delle nostre aziende, che devono trovare la strada per essere riconosciute (e retribuite) per quello che valgono.
Sono tante le strade per arrivare all’obiettivo, e certamente passano attraverso una maggiore (e migliore) comunicazione, una più profonda educazione del mercato, e credo anche per qualche più decisa presa di posizione. Anche verso gli associati stessi: se vogliamo che il mercato e i clienti ci riconoscano come associazione credibile, quando ad esempio parliamo di corretta gestione delle gare, di corretta retribuzione, di corretta relazione cliente-agenzia, dobbiamo per primi dimostrare di meritarci il loro rispetto. Non dobbiamo tollerare che un associato si comporti male, dobbiamo essere più attenti e vigili, e assumerci le nostre responsabilità quando sbagliamo. E soprattutto cercare di non sbagliare. Chi entra in Assocom sottoscrive un manifesto di valori e un codice deontologico: è fondamentale che questo codice venga semplificato, attualizzato, ben comunicato. E mai disatteso.
In un mercato così complicato, in cui sono i clienti i primi a perdere l’orientamento, sarebbe bello se Assocom potesse diventare un consulente per le aziende, aiutando loro a impostare una consultazione corretta e a individuare le agenzie più in linea con le esigenze del progetto (quanto spesso si vedono gare in cui competono realtà troppo eterogenee perché il cliente possa fare una vera comparazione?). Certo ora Assocom non è pronta per questo ma, magari anche con collaborazioni ancora da costruire, potrebbe esserlo, appena succederà (e spero sarà molto presto) che il suo nome venga associato ad un’istituzione credibile, autorevole e aggiornata.
Un altro tema centrale è quello della formazione: se a immaginare piani formativi sono le agenzie che poi assumono i giovani, è probabile che il gap tra accademia e lavoro venga velocemente colmato. Corsi gestiti da Assocom o dall’EACA, collaborazioni con scuole e università, collaborazioni con altre associazioni e con i Clienti stessi. Fino all’idea di una nostra scuola. Anche in questo caso il percorso e le modalità sono tutte da studiare, insieme agli associati, ma certamente l’obiettivo è chiaro.
Formazione, in senso più largo, è anche l’educazione alla creatività, alla curiosità, all’innovazione: in questo senso la partnership con ADCI, e l’importante percorso di IF!, rimangono in primo piano.
Poi ci sono i grandi temi di attualità, che spaziano dalla misurazione dei dati alla trasparenza del media (e Assocom, socio rilevante in tutte le Audi, ha l’opportunità e la responsabilità di dire la sua in modo forte e chiaro), dall’agenda digitale alla privacy. E non solo. Le tante voci dell’associazione, che si darà un’organizzazione più efficiente, sapranno rispondere e intervenire dove sarà utile farlo. Saremo più preparati e meno timidi: questo è parte dell’obiettivo.
Così come parte dell’obiettivo di un’associazione, di qualsiasi tipo, è quello di unire i suoi membri. Essere in Assocom deve significare sempre di più avere occasioni di incontro e confronto con colleghi di agenzie simili o completamente diverse, perché nel confronto si cresce, si migliora, e si scovano spesso opportunità di business. Assocom deve tornare a essere il posto in cui esserci significa avere indietro valore. Si può fare, c’è la domanda, ci sono persone e energie: quindi succederà, credo quasi da subito. Spero che io, se sarò presidente, insieme a tutte le persone che hanno dato la loro disponibilità a fare parte del consiglio, daremo un contributo in questa direzione. Ma se Assocom ce la farà sarà grazie alla collaborazione e all’impegno di tutti gli associati.
Insieme a tutti questi obiettivi, o proprio come risultato degli obiettivi stessi, c’è la rinnovata credibilità dell’associazione, che possa con sempre maggiore forza essere l’interlocutore privilegiato dell’UPA, dei media, del Governo e delle istituzioni, anche internazionali. Sono convinto che serva una presenza forte su Roma, ad esempio (e abbiamo associati importanti nella Capitale), e una delega per la gestione delle relazioni europee.
Servono un’immagine e piano di comunicazione all’altezza di quello che rappresentiamo, perché la storia del ciabattino con le scarpe rotte appartiene a un’altra generazione.
Serve un Centro Studi attivo, rinforzato, capace di fornire indicazioni al mercato, generare informazione e stimolare conversazioni.
Servono progetti concreti che incarnino uno spirito propositivo, innovativo. Alcuni sono già stati impostati nel corso del 2016, e prenderanno vita a breve, altri dovranno essere immaginati, progettati e sviluppati.
C’è tantissimo da fare. Ma nel mio giro di incontri preliminari ho trovato solo voci di agenzie, e persone, pronte a rimboccarsi le maniche per provarci. Anche chi, con grande onestà, mi ha detto che per ora preferisce stare alla finestra e guardare mi ha garantito attenzione e supporto. Ci sono le premesse per fare cose buone. E ci sono le prime persone pronte a esporsi in prima linea: nel Consiglio Direttivo che vorrei ci sono personaggi di primissimo piano del media, come Marco Girelli, ceo OMD, che mi ha confermato la sua disponibilità a mantenere la carica di vicepresidente, e Paolo Stucchi, delegato di Dentsu Aegis. Insieme a loro sarebbe bello avere al tavolo alcuni nomi importanti dei grandi network: Marco Fanfani, country manager Gruppo TBWA\Italia, (di cui sono onorato di raccogliere la prestigiosa e a lungo caldeggiata candidatura) e Davide Boscacci, Group Creative Director – Head of Digital and Brand Activation, Leo Burnett, che oltre a rappresentare una delle maggiori agenzie italiane porterebbe in consiglio il prezioso punto di vista del creativo, rafforzando ulteriormente la comunione di intenti con l’ADCI. PR Hub, come dicevo, vuole e deve rappresentare una voce molto significativa in associazione, e per questo ritengo fondamentale che le agenzie del comparto siano ben rappresentate in consiglio, con la candidatura per me fondamentale di Andrea Cornelli, Andrea Cornelli, portavoce Pr Hub, insieme a quella della collega Gianna Paciello, founder e vice presidente Aida Partners Ogilvy PR. A completare la squadra vorrei fossero due colleghi di agenzie indipendenti di nuova generazione, e penso in particolare a Mauro Miglioranzi, di Cooee, che già quest’anno ha portato avanti in prima persona iniziative molto belle dell’associazione, e Stefano Capraro, di Ideal Comunicazione, che non ha mai lesinato sul supporto all’associazione, anche dall’esterno.
Oltre a questi nomi, ho già raccolto la disponibilità di Marco Gualdi e Giorgio Bonifazi a candidarsi come probiviri. Anche Eugenio Bona e Marzia Curone, come consiglieri d’amministrazione di Assap servizi, garantiranno un prezioso apporto al progetto. E naturalmente Stefano del Frate, direttore generale dell’associazione, avrà l’ingrato e sfidante compito di lavorare con un consiglio estremamente ambizioso e motivato. Chiedo a tutti gli associati che appoggiano la mia candidatura di votare, insieme a me, tutte le persone che ho nominato, con cui ho condiviso visione e programma, e che ritengo quindi elementi indispensabili per raggiungere i nostri obiettivi.
Se tutto va come spero ci troveremo, con tutte queste persone, ma anche con tutti quelli che avranno voglia di partecipare attivamente alla vita dell’associazione (non servono posti in consiglio per farlo!) il 10 gennaio -riposati dopo le vacanze natalizie- pronti per partire di slancio. Senza perdere tempo, perché tre anni non sono così tanti. E poi il tempo vola, quando ci si diverte”.