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Ecco perchè il BtoB è oggi nuova opportunità per la comunicazione. Uno studio SEC Newgate e Cernuto Pizzigoni & Partners evidenzia come in pandemia il 50% delle aziende abbia incrementato gli investimenti. Cambia la prospettiva: più comunicazione interna, public affair, reputazione e relazione. E molte si affacciano al BtoC

Lo raccontano a youmark Barbara Arioli, Founding Partner CERNUTO PIZZIGONI & PARTNERS, e Paola Ambrosino, Ad Sec Newgate Italia, sulla base delle evidenze della ricerca Comunicazione e aziende B2B: istanze, visioni opportunità che le due società hanno insieme di recente svolto su 100 aziende B2B che operano nell’industria (52%) e nei servizi (48%), distribuite in 8 regioni e 23 province. Il 55% del campione ha oltre 250 dipendenti e il 46% un fatturato superiore a 150 milioni di euro. Sono stati intervistati responsabili del marketing e/o della comunicazione ma anche amministratori delegati e direttori generali.

Nel 2021 quasi un’azienda B2B su due (47%) ha aumentato i propri investimenti in comunicazione e il 25% li ha mantenuti costanti nonostante il difficile periodo pandemico, e 8 intervistati su 10 prevedono anche un cambio di prospettiva e di strumenti puntando di più su comunicazione interna e public affairs.

L’82% si rivolge ad agenzie esterne e freelance per svolgere le sue attività comunicazione.

La presenza a fiere ed eventi costituisce ancora il principale canale per farsi conoscere (35%), seguita dal networking diretto (19%), dal sito web (18%), dai social network (17%) e dalle media relations (11%), confermando la centralità della relazione personale, che resta la prima e più importante modalità di contatto (66% delle risposte).

Tra le priorità individuate dalle aziende b2b nella comunicazione troviamo sul podio, in ordine, i social network, le pubbliche relazioni e l’ADV on line (il 60% degli intervistati ha dato un voto tra 7 e 10). Al quarto posto ci sono anche le azioni di ‘lobbying e public affairs’anche se solo il 33% vi ricorre in maniera strutturata e professionale. Meno attenzione viene riservata all’advertising (6.5) e alle sponsorizzazioni (5.4).

Tutte le aziende intervistate hanno un sito web, il 96% un profilo Linkedin, il 70% un profilo Facebook e un canale Youtube che è prevalentemente un ‘deposito’ di video aziendali, nonché utilizza lo strumento della newsletter. Meno diffusi il canale Instagram (59%), il blog aziendale (42%) o il profilo Twitter (41%).

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