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Da venerdì 16 febbraio, un Amore: Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti in una storia sospesa, by Cattleya. La prima volta con l’amore di Sky, che, da calcio e cinema, si posiziona per qualità degli originals. Obiettivo, fidelizzare

di Maurizio Ermisino

Ah, le Sliding Doors. Ricordate quelle porte scorrevoli che, a seconda del fatto di trovarle aperte o meno, potevano cambiare completamente la nostra vita? Nel famoso film inglese erano le porte del vagone di una metropolitana. Qui sono le porte girevoli di un hotel, o le porte scorrevoli di un ascensore. Davanti a quelle porte, che possono cambiare tutto, si trovano Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti, i protagonisti di un Amore (si scrive proprio così, con la u minuscola e la A maiuscola), la nuova serie Sky Orginal in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 16 febbraio. E’ la storia di un ragazzo e una ragazza, Alessandro e Anna, che nei primi anni Novanta si incontrano per caso su un treno, durante l’interrail, come Jesse e Celine di Prima dell’alba. Non stanno andando verso Vienna, ma verso Barcellona. E per un motivo fortuito scendono dal treno. La loro storia d’amore rimarrà nell’aria, sospesa. Ma i due continueranno a scriversi prima di incontrarsi, finalmente, dopo 20 anni. Proprio come accade in Past Lives, il grande film di Celine Song candidato all’Oscar che proprio il 14 febbraio arriva al cinema. Un tempo una storia di questo tipo, con due eroi delle storie sentimentali come Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti, due generazioni di star diverse che finalmente si incontrano, sarebbe stato un film da cinema, oggi diventa una serie tv. Che rende sempre più evidente il posizionamento di Sky, da tv del cinema e del calcio, a tv che punta molto sugli original, su prodotti di qualità cinematografica esclusivi e destinati al proprio pubblico, in modo da fidelizzarlo. E da mettere accanto alle grandi serie internazionali che arrivano grazie alla partnership con HBO. E così viviamo questa storia attraverso i volti e i corpi di Micaela Ramazzotti e Stefano Accorsi, ma anche attraverso quelli dei giovani Luca Santoro e Beatrice Fiorentini, che interpretano Alessandro e Anna da giovani, attori sorprendenti per il loro magnetismo e la loro chimica. Se un Amore fosse una canzone, sarebbe una canzone di Luca Carboni, “le storie d’amore non finiscono mai”, ma anche “che profumo Bologna di sera, le sere di maggio”. O di Antonello Venditti: “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

Nils Hartmann: Una storia d’amore è un inedito per Sky

Ma potrebbe essere anche una canzone di Paolo Conte, Via con me, quella che recita “Non perderti per nulla al mondo lo spettacolo d’arte varia di uno innamorato di te”, e che è uno dei fili conduttori del film. Come ci spiega Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia, “è un genere che mancava: abbiamo fatto tanti tipi di serie, specialmente con gli amici di Cattleya. Quando Riccardo Tozzi ci ha parlato di una storia d’amore abbiamo deciso di intraprendere quest’avventura. È una storia d’amore ma anche un thriller che incolla fino alla fine per capire come va a finire”.

Riccardo Tozzi: Avevamo da tempo la voglia di raccontare le relazioni

“Negli ultimi tempi abbiamo approfondito relazioni basate su cazzotti e sparatorie, quindi sul genere” interviene Riccardo Tozzi, fondatore e CEO di Cattleya, la cdp artefice di grandi successi Sky come Romanzo criminale e Gomorra. “È una storia d’amore e abbiamo pensato di prenderla di petto, di fare una narrazione epica, seppur un’epica del privato. Quando è arrivato Stefano Accorsi con questa idea abbiamo trovato che corrispondesse. Con Sky ci siamo capiti subito e tutto è andato nella direzione che pensavamo”.

Stefano Accorsi: È un amore fuori sync. Ma quale amore non lo è?

Come 1992 e le serie seguenti, allora, è ancora da un’idea di Stefano Accorsi che nasce un Amore? “Quando abbiamo cominciato a ragionare sul raccontare un amore ci siamo resi conto di quanto sia difficile narrarlo” racconta l’attore. “Sono cinque lettere, ma con una miriade di significati: ognuno ha il suo amore. Non hai nulla su cui appoggiarti se non delle sensazioni e le devi trasformare in immagini. È stato fondamentale il rilancio di Riccardo Tozzi quando ha detto: scriviamo il pilota. Trasformare in immagini la prima puntata è stato diverso che avere solo un soggetto sull’amore. Noi siamo fatti di tante dimensioni temporali parallele e questa ci è sembrata una buona chiave per raccontare il sentimento dell’amore”.

Francesco Lagi: Tenere insieme le linee narrative e temporali è stato divertente

Tutto questo è stato possibile grazie al trattamento e al tocco di Francesco Lagi, sceneggiatore e regista. “Abbiamo cercato di mischiare la realtà con il ricordo, cercando di confondere i due piani. Ogni episodio doveva fluire in modo organico. Presente e passato si fondevano: i filmati con le telecamerine di una volta, i filmati di repertorio con la vecchia Bologna, tutto doveva essere organico per raccontare il conflitto dei protagonisti con la loro città d’origine e un passato solare che evoca speranze e promesse. Stratificare questi piani temporali uno sull’altro faceva crescere il racconto. Questi colori diversi che la serie ha rendevano nella nostra testa una storia che è una cavalcata. Il tempo che passa è inteso come occasioni sfuggite e ricordo idealizzato”.

Enrico Audenino: Quello di due persone che si scrivono è un canone ottocentesco.

E torniamo al punto dal quale siamo partiti. La scena delle porte scorrevoli è un momento in cui lo spettatore può mettere dentro quello che vuole. “È stato difficile trovare una porta girevole, negli alberghi non ci sono più” svela Enrico Audenino, creatore e sceneggiatore. “Ma abbiamo voluto trovarla perché rappresentava quello che i personaggi hanno vissuto in tutti questi anni fino a che non si sono incontrati. La serie risponde a una domanda: come fa un amore a sopravvivere intatto nel tempo? Un amore sopravvive se non lo vivi. Ma se non lo vivi che amore è? Che cosa hanno vissuto finora Anna e Alessandro?”. La scrittura di questa serie è stata un’esperienza lunga, faticosa, “che ci ha obbligato a metterci un po’ a nudo” spiega Giordana Mari, co-sceneggiatrice. “Parlare d’amore è stata una seduta di psicoterapia per noi. Abbiamo iniziato durante la pandemia, non ci conoscevamo, e abbiamo iniziato a scrivere sentendoci on line. E anche per questo, forse, abbiamo costruito questo racconto basandoci sulle voci dei personaggi”.

Micaela Ramazzotti: Anna è una dolcissima bugiarda

È questo che ha pensato Micaela Ramazzotti, che porta in questa serie la fragilità di tanti suoi personaggi, appena ha letto la sceneggiatura. “Nella vita di Anna ci sono due amori” spiega. “Ha incontrato Alessandro e si è innamorata perdutamente di lui. Ma aveva anche un amore con il suo compagno. Lei e Alessandro hanno voluto mantenere questo amore con la scrittura, con le lettere. E queste parole vogliono dire che l’amore c’è, che è esistito. Di questa storia mi piace l’attesa. Perché l’attesa oggi non c’è più, oggi viviamo nell’immediato.  Anna è bugiarda perché sta con il suo compagno, lo ama, lo guarda e pensa all’altro. Quando sta con l’amore segreto vive con la paura di essere scoperta”.

Beatrice Fiorentini: Abbiamo cercato di rubare il più possibile da Accorsi e Ramazzotti

Ma a colpire il nostro cuore sono Anna e Alessandro da giovani, forse perché ci ricordano come eravamo, forse perché hanno quell’ingenuità che da adulti abbiamo perso: Beatrice Fiorentini e Luca Santoro sono le vere sorprese di un Amore. “Mi interessava raccontare un personaggio di un’epoca che non ho vissuto, sono nato nei primi duemila” racconta Santoro. “Mi affascinavano i personaggi che si scambiavano lettere”. Sì, sono personaggi di un passato che non c’è più. “Penso che sarebbe stato uguale se avessi raccontato una ragazza del Cinquecento” racconta Beatrice Fiorentini, esordiente, visibilmente commossa. “La curiosità è grande, e raccontare una tematica così è davvero bello”. “Mi ricordo il primo giorno in cui ci siamo incontrati con Stefano e Micaela” continua. “Il regista ci ha detto: tranquilli, è solo una chiacchierata. Ma io ho pensato anche a mettere le scarpe che immaginavo avrebbe potuto mettere Micaela. È stata un bel momento, c’è stato molto imbarazzo e molta emozione. E anche un grande senso di responsabilità. C’è un’aura di rispetto per chi ha fatto tante cose belle prima di noi”.

Francesco Lagi, regista e coordinatore di intimità per scene delicate

In un racconto simile sono molto importanti anche le scene di passione. “Ultimamente sui set c’è una persona apposita per girare certe scene” racconta Stefano Accorsi, svelando poi che è stato lo stesso regista, Francesco Lagi, a occuparsi di questo aspetto.” Non è un caso che ci siano consulenti quando bisogna girare scene emotive o sensuali, si va a toccare una sfera delicata. Altre volte mi è capitato di sentir dire: vi mettete lì, vi baciate e noi rubiamo tutto con la macchina da presa; è sbagliato. Si tratta di dare un nome alle cose”. “La prima volta che si incontrano Anna e Alessandro, da adulti, è la loro prima volta” aggiunge Micaela Ramazzotti.” È diverso dalla seconda o dalla terza, quando c’è confidenza. Con Francesco Lagi abbiamo cercato di coreografarlo come se fosse una danza”.