Youmark

Bauman: la sua non è una critica a digitale, web e tecnologia, ma a noi. Al modo in cui li utilizziamo. Il rischio è diventare più superficiali e umanamente fragili

Così il sociologo Zygmunt Bauman, padre della ‘modernità liquida’ (ascoltalo al microfono di youmark, ieri a Milano, in occasione dell’incontro stampa che ha preceduto la sua lecture milanese ‘vita tra online e off line’, organizzata ieri sera al Teatro Dal Verme da Camera di Commercio e Meet The Media Guru) allerta rispetto ai rischi di un online che ruba al privato, erodendo tempi e modi della nostra esistenza off, quando invece è nell’equilibro che si realizza una condizione di vita sana e sostenibile.

Perché internet “non si insinua dentro di noi, semplicemente ci mostra ciò che sta dentro di noi. Dunque tutto dipende da cosa cerchiamo, con la tecnologia a rendere più o meno realistici i nostri desideri e più o meno veloce ed efficace la nostra ricerca”.

Con il pericolo di potenziare la confusione, non sapendo come utilizzare la libertà conquistata. Facendo pure riferimento ai concetti di ‘superficializzazione’ delle informazioni e della comunicazione, oltre che alla ‘fragilizzazione’ dei rapporti umani. In un contesto che tende a eliminare ogni esperienza spiacevole, faticosa o sconveniente.

Insomma, anziché servirci della rete, ne subiamo l’influenza, adattando il nostro reale ad essa. Così, diventiamo incapaci di concentrarci a lungo, di entrare in profondità, scostanti. Con i web messaggi che, avendolo capito, si fanno sempre più succinti e brevi, per farsi leggere o guardare fino in fondo, bypassando la bassa soglia di attenzione.

Senza dimenticare il tema della privacy, che fa definire l’attuale una ‘società confessionale’, dove il segreto non è virtù e non dà nemmeno gioia.

Il tutto costruendo intorno a noi reti, non comunità. E la differenza sta nel grado di manovra consentita, con le seconde a garantirne poca, ma ad accrescere autostima e senso di appartenenza, a dispetto delle reti che, con la loro natura transitoria e temporanea, con il non chiedere impegni a lungo termine né lealtà, conducono a solitudine, insicurezza, infelicità.

Chi è Zygmunt Bauman
Nato a Poznan il 19 novembre 1925, è un sociologo e filosofo britannico di origini ebraico-polacche. Docente presso l’Università di Varsavia, nel marzo del 1968 fu espulso per le idee politiche invise al regime comunista. Dal 1969 al 1971 ha insegnato presso l’Università di Tel Aviv per poi accettare la cattedra di Sociologia all’Università di Leeds. Ha acquistato notorietà per le sue analisi sui legami tra modernità e olocausto e sul consumismo postmoderno.

Tra le sue pubblicazioni in lingua italiana:
Cultura come prassi, Il Mulino, Bologna 1976.
Modernità e Olocausto, Il Mulino, Bologna 1992.
Le sfide dell’etica, Feltrinelli, Milano 1996.
Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Laterza, Roma-Bari 1999.
Voglia di comunità, Laterza, Roma-Bari 2001.
Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari 2002.
La società sotto assedio, Laterza, Roma-Bari 2003.
Vite di scarto, Laterza, Roma-Bari 2005.
Vita liquida, Laterza, Roma-Bari 2006.
Paura liquida, Laterza, Roma-Bari 2008.
Consumo, dunque sono, Laterza, Roma-Bari 2008.
Vite di corsa. Come salvarsi dalla tirannia dell’effimero, Il Mulino, Bologna 2009.
L’etica in un mondo di consumatori, Laterza, Roma-Bari, 2010.