di Giuseppe Mayer
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una vera e propria rivoluzione nel mondo della pubblicità e del marketing, trainata dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale (AI). Dalle grandi agenzie pubblicitarie ai colossi del tech, tutti sembrano aver abbracciato con entusiasmo questa tecnologia, promettendo risultati straordinari in termini di efficacia, personalizzazione e coinvolgimento degli utenti. Ma a che punto siamo davvero? E soprattutto, quali sono le implicazioni per noi professionisti della comunicazione?
Partiamo da una notizia che ha fatto scalpore nel settore: WPP, il gigante mondiale della pubblicità, ha stretto una partnership con Anthropic per integrare il suo modello di AI Claude nell’ecosistema di marketing di WPP Open. Grazie a questa mossa, i 114.000 dipendenti di WPP avranno accesso a strumenti all’avanguardia per generare contenuti, interpretare brief complessi e personalizzare le campagne in modo mai visto prima.
L’integrazione di Claude promette di potenziare ogni fase del processo creativo, dall’ideazione alla produzione, passando per la scrittura dei testi e il design. Immaginate di poter generare decine di varianti di un visual partendo da un singolo input, o di poter adattare un messaggio pubblicitario a diversi target e contesti culturali con un click. Le possibilità sono virtualmente infinite, e potrebbero rivoluzionare il modo in cui concepiamo e realizziamo le campagne. Ma c’è di più: grazie alla partnership con Amazon Web Services, WPP potrà accedere ai modelli Claude tramite Amazon Bedrock, una piattaforma che offre un’ampia gamma di capacità per sviluppare applicazioni di AI generativa in modo sicuro e responsabile. Insomma, una garanzia di qualità e affidabilità per un uso etico e trasparente dell’AI.
Spostandoci sul fronte dei social media, Meta ha appena annunciato un’espansione dei suoi strumenti di AI generativa per gli inserzionisti. Ora, oltre a poter creare sfondi diversi per un’immagine di prodotto, gli advertiser potranno richiedere variazioni complete dell’immagine, con idee ispirate dall’AI che modificano il soggetto o il prodotto pubblicizzato. Da un lato, questa innovazione potrebbe aprire scenari creativi inediti, permettendo di generare visual accattivanti e originali per le campagne social. Immaginate di poter mostrare un prodotto da angolazioni diverse, con ambientazioni suggestive e dettagli curati, senza dover organizzare costosi set fotografici.
Dall’altro lato, però, c’è il rischio che questa funzione venga usata da inserzionisti senza scrupoli per ingannare i consumatori, proponendo versioni dei prodotti che non esistono nella realtà. Meta assicura di aver messo in atto forti misure di controllo per prevenire contenuti inappropriati o immagini di bassa qualità, ma la tentazione di ‘barare’ potrebbe essere forte per chi cerca scorciatoie. Staremo a vedere come evolverà la situazione, ma una cosa è certa: servirà grande responsabilità e integrità da parte dei professionisti per utilizzare questi strumenti in modo etico e trasparente, sempre nel rispetto dei consumatori.
Nel frattempo, Amazon continua a macinare record su record, con un fatturato di 143 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2024 (+13% rispetto allo stesso periodo del 2023). Gran parte di questa crescita è dovuta proprio all’AI e alla pubblicità. Da un lato, infatti, AWS (il braccio cloud di Amazon) ha visto un’accelerazione della sua crescita grazie alla crescente domanda di servizi legati all’AI. Con un fatturato di 25 miliardi di dollari (+17% su base annua), AWS si conferma il vero motore degli utili di Amazon, e sembra avere ancora ampi margini di crescita grazie al boom dell’AI generativa. Dall’altro lato, le vendite pubblicitarie di Amazon sono aumentate del 24% su base annua, raggiungendo gli 11,8 miliardi di dollari. Merito dell’espansione degli spazi pubblicitari, come l’introduzione di annunci video su Prime Video, ma anche di un utilizzo sempre più sofisticato dei dati e dell’AI per targetizzare gli utenti e offrire esperienze personalizzate. Insomma, Amazon sembra aver trovato la quadratura del cerchio, riuscendo a monetizzare al meglio i suoi asset tecnologici e la sua enorme base di utenti. Un modello che potrebbe ispirare molte altre aziende a puntare sull’integrazione tra e-commerce, pubblicità e servizi cloud basati sull’AI.
Questi sono solo alcuni esempi di come l’AI stia ridefinendo il panorama del marketing e della pubblicità. Dalla creatività alla personalizzazione, dalla targetizzazione alla misurazione dei risultati, non c’è ambito che non sia toccato da questa rivoluzione tecnologica. Certo, siamo ancora agli inizi e c’è molto da imparare e da sperimentare. Servirà grande attenzione nell’uso responsabile di questi strumenti, per evitare derive etiche o effetti distorsivi sulla percezione dei consumatori. E servirà anche un aggiornamento continuo delle competenze, per stare al passo con un settore in rapidissima evoluzione. Ma una cosa è certa: l’AI è qui per restare e cambierà per sempre il nostro modo di fare marketing e pubblicità. Starà a noi professionisti coglierne le opportunità, gestirne i rischi e utilizzarla per creare valore reale per i nostri clienti e per la società.